La nuova strategia di Hamas combina diplomazia, propaganda e guerriglia per contrastare i piani israeliani su Gaza
Dopo che il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha annunciato l'avvio della seconda fase dell'operazione militare 'Carri di Gedeone', Hamas ha reso nota la sua risposta strategica, battezzata 'Bastone di Mosè'.
Secondo fonti vicine all'organizzazione, la strategia combina pressione diplomatica, propaganda simbolica e tattiche di guerriglia sul terreno. Hamas punta su Qatar ed Egitto per fermare i piani di Israele su Gaza. Sul fronte della comunicazione, ha scelto un nome ispirato al Corano: il bastone di Mosè, strumento di miracoli e simbolo di ribaltamento dei rapporti di forza, contrapposto ai richiami biblici di Israele.
L'organizzazione accusa il premier israeliano Benjamin Netanyahu di aver fatto fallire l'accordo sugli ostaggi. Secondo Hamas, la sua leadership ha accettato la proposta dei mediatori oltre due settimane fa, ma Israele non ha ancora fornito risposta. Il dirigente Izzat al-Risheq ha dichiarato: "Abbiamo già accettato l'offerta il 18 agosto, Netanyahu non ha dato alcuna risposta". Sul piano militare, Hamas si prepara a guerriglia urbana con imboscate, tunnel e ordigni esplosivi per colpire le truppe israeliane e le linee di rifornimento. Analisti a Gaza sottolineano che si tratta di uno scontro di narrazioni oltre ai combattimenti: simboli biblici contro simboli coranici, in un conflitto in cui Israele mira a imporre il controllo territoriale mentre Hamas punta a logorare il nemico sfruttando il vantaggio del terreno.