Economia

La battaglia contro l’inflazione non è ancora vinta

La messa in guardia giunge da Thomas Jordan, presidente della direzione generale della Banca nazionale svizzera

Il presidente della Banca nazionale svizzera
(Keystone)
30 gennaio 2024
|

La battaglia contro l'inflazione non è ancora vinta: la situazione è notevolmente migliorata, ma non si possono escludere sorprese negative. La messa in guardia giunge da Thomas Jordan, presidente della direzione generale della Banca nazionale svizzera.

Potrebbero verificarsi ulteriori effetti di secondo impatto, oppure l'energia potrebbe tornare a essere più costosa, fa presente il 61enne in un'intervista alla televisione svizzero-tedesca Srf. "Per questo motivo è necessario mantenere una certa cautela", aggiunge.

Nel breve termine, l'esperto con dottorato all'Università di Berna e studi ad Harvard (Usa) si aspetta che l'inflazione torni a salire a causa dell'aumento dell'Iva, della progressione degli affitti e della crescita dei prezzi dell'elettricità. "Ma non dovrebbe superare il 2%", si dice convinto l'economista. Nel complesso la pressione inflazionistica sta attualmente diminuendo.

Tassi d’interesse

Jordan è inoltre tornato sul tema dei tassi d'interesse offerti dalle banche elvetiche sui conti risparmio, che sono sensibilmente inferiori all'attuale tasso guida. Un prerequisito per il funzionamento della concorrenza tra gli istituti è che i clienti insoddisfatti reagiscano, osserva. "Se non sono soddisfatti del tasso d'interesse, devono vedere se ce n'è uno migliore altrove". Spetta a ciascun cliente valutare la sua situazione e se caso muoversi.

Lo specialista entrato alla Bns come consulente scientifico nel 1997 e numero uno dell'istituto dal 2012 dice anche di condividere le preoccupazioni dell'industria per la forza del franco. "Ho grande rispetto per il fatto che il ramo riesca sempre a rimanere competitivo". A suo avviso bisogna però anche riconoscere che le attuali difficoltà del settore non sono solo una conseguenza del tasso di cambio: pesa anche la debolezza dell'economia internazionale, in particolare in Europa e soprattutto in Germania.

Il numero uno della Banca nazionale elvetica non esprime invece molta simpatia per le richieste di distribuzione di denaro alla Confederazione e ai Cantoni, malgrado l'attuale situazione finanziaria della banca centrale, che ha chiuso il 2023 con una perdita di circa 3 miliardi di franchi. La Bns ha il mandato di garantire la stabilità dei prezzi, puntualizza Jordan. "Le distribuzioni sono solo un prodotto secondario". Cambiare questa priorità metterebbe fortemente a repentaglio la qualità della politica monetaria, conclude il padre di due figli che in gioventù ha giocato a pallanuoto a livello agonistico.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔