Si inaugura sabato 'L'Atelier delle luci', collaborazione col Centre Pompidou di Parigi, mostra fai-da-te con retroproiettori (non solo per bambini...)
Anche la conferenza stampa è interattiva, al Museo in erba di Lugano, dove sabato 14 settembre s’inaugura ‘L’Atelier delle luci – L’arte con il retroproiettore’, esposizione ancora tutta da creare che arriva dritta dritta dal Centre Pompidou di Parigi. È la responsabile del progetto, Christine Herpe-Mora, a illustrare un’esperienza a metà tra arte e pedagogia costruita su due elementi principali, luce e materia. «Si tratta di qualcosa di estremamente partecipativo. In questa esposizione, se il pubblico non fa nulla, non succede nulla e queste pareti resterebbero bianche». Il riferimento è ai retroproiettori allineati come bocche di fuoco (amico), strumento noto agli adulti, meno ai più piccoli; ‘macchine poetiche’ davanti alle quali disporre oggetti di dimensione, forma e trasparenza diversa, e con essi creare.
In una prima sezione che prende il nome di ‘Materiali e oggetti’ si possono sperimentare il fascino della trasparenza degli oggetti, in quella successiva proiettarne i colori, cimentarsi in una forma primordiale di lettering nella postazione “Lettere e parole”, scoprire le forme insolite assunte da materiali naturali come sabbia e farina, incrociare linee, punti e segni grafici per produrre trame; e poi, nella sezione ‘Effetti speciali’, giocare con la dimensione di oggetti e fondali, sperimentare il gioco di specchi del ‘Caleidoscopio’, creatore di ‘entità’ imprevedibili e sempre diverse, e un gioco di gruppo chiamato ‘Recto-verso’, due retroproiettori posti ai lati opposti di uno schermo centrale dai quali, un creativo di fronte all’altro, interagire. Chiudono l’atelier una zona ‘3D’, con tre morbidi manichini sui quali proiettare volti o da ‘vestire’ con una tavolozza di trame e immagini, e un angolo dedicato ai film d’animazione realizzati da artisti e studenti dell’Ecole nazionale supérieure des arts décoratifs di Parigi. Il tutto in un invito alla creatività che è proprio del Museo in erba, che tramite il gioco si pone da vent’anni l’obiettivo di avvicinare i più piccoli alle tecniche artistiche, stimolandone la creatività nei confronti dell’arte.
Tornando all’elemento luce. «In un’esperienza come questa – spiega Herpe-Mora – non c’è il rischio di dover disegnare se non se ne è capaci, e nessuno viene giudicato. È un modo di agire e interagire rassicurante per chi vi partecipa, anche e soprattutto per gli adulti, che in queste cose sono abituati a tirarsi indietro per la falsa convinzione che si tratti di qualcosa di esclusivamente ‘per bambini’. Un modo di rassicurare che abbiamo potuto constatare nell’approccio della persona autistica, e di chi negli ospedali, impossibilitato ad alzarsi dal proprio letto, riesce a ‘colorare’ la propria stanza».
«L’atelier delle luci inaugura la stagione dei nostri vent’anni di vita» annuncia Loredana Bianchi, direttrice di un museo che ha accolto quasi 150mila visitatori-sperimentatori grazie anche alle collaborazioni internazionali come quella in essere. «A gennaio partirà un altro progetto legato alla creatività che porta il nome dell’artista, ‘Hervé Tullet - Si gioca’. Ospiteremo installazioni delle opere di Tullet, ma prepareremo con i visitatori anche una parte di esposizione, una ‘Expo Idéale’ che verrà successivamente condivisa a livello mondiale». Orari dell’Atelier della luce (aperto sino al 12 gennaio 2020) e tutti gli eventi del Museo in erba sono riassunti su www.museoinerba.com.