L'inasprimento delle sanzioni non basta. Federazione e Decs al lavoro sul piano della sensibilizzazione per promuovere l'etica e i valori sportivi
Inasprire le sanzioni (multe e giornate di sospensione) non basta: occorre anche lavorare sul lungo termine, con la sensibilizzazione dentro e (soprattutto) fuori dal campo. Perché non si ripresentino più episodi come quelli che hanno portato alla sospensione per una giornata di tutti i campionati del settore allievi il 15 maggio dell'anno scorso, dopo che un giocatore aveva sferrato un pugno a un arbitro. «Abbiamo ricevuto critiche sia per la decisione di sospendere il campionato che per quella di inasprire le sanzioni – spiega Fulvio Biancardi, presidente della Federazione ticinese di calcio (Ftc) –. Ben consci che non potevamo limitarci a queste misure, abbiamo costituito un gruppo di lavoro denominato 'Fairness', con il compito di individuare proposte praticabili, nell'ottica di contribuire alla lotta contro la violenza e la maleducazione nello sport in generale».
Il 'Fairness', che lavora in collaborazione con il Dipartimento educazione, cultura e sport, si è finora riunito tre volte e, tra le misure adottate, ha inviato a tutte le società una carta etica da far sottoscrivere non soltanto ai tesserati, ma anche ai genitori. «Perché uno dei grossi problemi del calcio giovanile sono proprio i genitori», rileva ancora Biancardi, illustrando le iniziative alla stampa. Tant'è che il punto 4 della carta si riferice proprio ai supporters...
“4. Incoraggiare rispettosamente senza esagerare
Le misure adottate per raggiungere gli obiettivi sportivi non ledono né l’integrità fisica né l’integrità morale delle sportive e degli sportivi. Il raggruppamento firmatario promuove una visione sana e educativa dello sport. È importante che ogni giocatore si diverta praticando il gioco del calcio, confrontandosi con amici che condividono la stessa passione. Con gli allenamenti e le competizioni vengono vissute esperienze molto importanti per lo sviluppo della sua personalità; imparerà a convivere con vittorie e sconfitte. La medesima attitudine e mentalità è richiesta ai giocatori, agli allenatori e ai genitori anche fuori dal campo”.
...e chi la viola, dev'essere (o almeno dovrebbe essere) allontanato dalla società. «Lo scopo è quella di farla rispettare», assicura Biancardi.
Alle società il 'Fairness' ha inoltre proposto un cartellone da esporre in campo, nel quale si invita alla sportività. Infine ha coinvolto gli allievi delle classi terza, quarta e quinta elementare del Ticino e del Grigioni italiano nella partecipazione al concorso con un disegno corredato di uno slogan. «Si spera che questo concorso costituisca anche una buona opportunità per sensibilizzare i ragazzi e le ragazze indipendentemente dalla loro iscrizione a una società sportiva di calcio. Ci si augura che questi giovanissimi siano un domani ambasciatori e ambasciatrici, anche e soprattutto verso i propri genitori, di sportività e rispetto verso gli avversari, gli arbitri e tutti coloro che fanno parte del corollario sportivo».
Gli scontri di domenica alla Valascia hanno di nuovo dimostrato – semmai ce ne fosse ancora bisogno – che il lavoro da fare sul piano della sensibilizzazione resta immenso. Anche il direttore del Decs Manuele Bertoli richiama i recentissimi fatti di Ambrì: «Lo sport perde la sua anima se si mischia con questi comportamenti. La questione del fairplay dentro e fuori dal campo di gioco è dunque molto importante e occorre continuare a impegnarsi per questi valori».