Intervista a Elena Polli a cento giorni dalle elezioni comunali fra timori e progetti di un paese sempre meno per famiglie
Ad aprile tredici voto di scarto dal sindaco uscente le avevano affidato 'le chiavi' del Comune di Brusino Arsizio. Varcata la soglia dei fatidici cento giorni, per Elena Polli, classe 1968, è già tempo di un primo bilancio.
Anche per i politici di lungo corso questo è il tempo delle riflessioni iniziali, dei possibili "ma chi me l'ha fatto fare", per lei?
Sono nove anni che sono in municipio e non è cambiato tantissimo, se non il mio ruolo. Quello che, come esecutivo, ci saremmo trovati a fare era già ben definito. È cambiato però il gruppo, in quanto tre membri sono nuovi. E quando si è abituati a lavorare con determinate persone il problema del cambiamento è l'assestamento. Ci vuole, dunque, un po' di tempo e ogni tanto può anche essere pesante in termini di risorse personali. Piano piano vedo però che la compagine comincia a prendere forma, ed è un bene.
Nessun peso maggiore nella carica di sindaco?
Certamente, anche perché l'impegno ora è doppio e le responsabilità ora sono soprattutto mie. In passato sono comunque sempre stata molto presente passando regolarmente alla Casa comunale ma ora, evidentemente, la situazione è diversa. Ho molti più impegni anche all'esterno che prima non avevo come semplice municipale. Ma funziona anche perché ho il grande apporto della Cancelleria e del segretario comunale. Parliamoci chiaro a far funzionare un comune è soprattutto lui e quanti ci lavorano. Se funziona il tutto, come sindaco sei a cavallo, come si suol dire, se non funziona è logico che tutto diventa un problema. A Brusino siamo fortunati, tutto il personale lavora molto bene.
E pensare che non era così convinta di accettare questa sfida?
Prima di decidermi ho parlato anche con la Cancelleria. Il segretario mi ha assicurato fin dall'inizio il suo supporto e questo mi ha sollevata nel prendere una decisione che non ho affrontato a cuor leggero. Lo stesso capo degli Enti locali mi ha spronata indicandomi come il mio incedere titubante fosse meglio di chi entra spavaldo e poi combina disastri... Ma resta sempre un impegno non facile. Forse è anche una questione di fiducia, che trovi e che offri. Del resto, parliamoci chiaro, non ho avuto molte alternative, mi è stato detto 'tocca a te punto e basta'. Avrei potuto presentare le mie dimissioni ma non mi sembrava corretto. Malgrado non avessi mai pensato di dover fare il sindaco... pensavo saremmo andati avanti come prima. Insomma, vediamo... faccio quello che posso sapendo che ho dalla mia parte la Cancelleria.
Quali sono stati i riscontri della popolazione in questi tre mesi abbondanti?
Ho ricevuto tante testimonianze di incoraggiamento, tante lettere, messaggi, tanta gente che all'inizio mi fermava. A tutti ho sempre però detto 'signori, non crediate che io possa cambiare il paese'. Non ho la bacchetta magica e i problemi possono essere risolti solo lavorando tutti assieme per il bene di Brusino. Come sindaco, vivo tanto il paese perché ci vivo anche in mezzo, la mia casa è nel nucleo, per cui lo attraverso tutti i giorni. Come capodicastero degli operai comunali vivo i problemi quotidianamente e cerco sempre di risolverli anche mettendomi in prima fila. Se la domenica c'è da schiacciare cartoni vado e lo faccio io, non pretendo venga a farlo l'operaio da Riva San Vitale. Cerco di fare quello che posso, come ho sempre fatto, non è che il mio modo di fare è cambiato perché sono sindaco. Sinceramente non mi sto ancora rendendo conto... ogni tanto mi dico 'ah beh, è vero sono il sindaco'. Anche quando ero municipale e c'era la neve ho sempre preso in mano la pala e aiutavo. È logico le responsabilità sono cambiate ma sono supportata bene e questo mi fa pesare di meno quanto sto affrontando, deve ammettere che forse le mie preoccupazioni erano sovrastimate.
Cosa l'ha frenata nel scendere subito 'in campo'?
Non mi ritenevo all'altezza. La gente mi fermava e mi diceva che dovevo accettare. Io rispondevo 'signori, non è così facile'. Essendo già in municipio conoscevo quello a cui andavo incontro. Già come municipale, del resto, mi ero messa a disposizione perché mancava gente, allora ero in Consiglio comunale. È forse il mio carattere, vado sempre con i piedi di piombo e, spesso, non ho fiducia in me stessa. Devo dire che il mio gruppo mi ha sostenuta. Il problema è stato solamente mio. Certo non ho paura di lavorare perché il lavoro non mi ha mai spaventato. Però le decisioni sono grandi, ma è anche vero che non sono sola. Tutto sommato il bilancio è quindi positivo, anche se le critiche non mancano mai... c'è chi riesce a somatizzarle meglio, chi va più in crisi. E questo mi spaventava un po'. Eppure, dopo otto anni da municipale, qualcuno magari auspicava mi tirassi indietro. È lì che invece ho tenuto duro e mi sono ricandidata raccogliendo più consensi di quello che mi aspettassi. Mi reputo una persona coerente, non prometto mai niente a nessuno. La gente del resto dovrebbe valutare quello che fai. Per cui su questo aspetto sono sempre stata molto tranquilla. Non ho mai chiesto di essere votata, neppure a mio marito e ai miei figli, non ho mai chiesto un voto a nessuno. Adesso siamo dentro? E allora si balla!
Brusino è spesso considerato un comune 'ibrido'. Quale problematiche avvertite?
Siamo Luganese, ma è anche vero che facciamo capo a Mendrisio per diversi uffici e servizi. Attualmente abbiamo i lavori di Villa Patria, la canalizzazione e il nuovo bacino dell'acqua che non ci danno tanto margine per fare altro. Anche in questa legislatura, dunque, non ci saranno grandi stravolgimenti. Brusino è pur sempre un paesino di 500 persone che non può contare su un importante gettito fiscale. Fra i progetti si discuteva sul riaprire la scuola dell'infanzia. Purtroppo chi era in municipio quando è stata chiusa non è stato lungimirante, anche perché due anni dopo ci sarebbero stati 17 bambini pronti per l'asilo. Il problema è che una volta che hai chiuso non è facile riavviare tutto. Ma stiamo valutando di creare una succursale di Riva. Per la scuola elementare è invece impensabile riportarla a Brusino. Non avere questo valore aggiunto ha fatto sì che l'andamento di nuove famiglie si sia un po' bloccato anche perché non abbiamo condomini ma prevalentemente case di proprietà e anche molto costose. Siamo perciò un paese per ricchi, per anziani o per chi se lo può permettere. Questo frena la crescita.
Un paese anche più tranquillo rispetto ai comuni d'oltre confine?
È vero si tende molto ciascuno a vivere nella propria casa, ad essere un comune un po' chiuso. Forse fa parte anche della nostra mentalità, delle nostre abitudini; l'italiano ama diversamente uscire di più la sera, mangiarsi un gelato o andare al bar. Se si va solo a Porto Ceresio è come ritrovarsi in una affollata stazione balneare, è impressionante. Non va però dimenticato che grazie alle società presenti in paese e soprattutto al gruppo genitori c'è comunque sempre animazione.
Un progetto da realizzare che ha nel cuore?
Poter rinnovare la sala multiuso, immobile molto richiesto anche da gente di fuori. Capisco però che adesso abbiamo già molti progetti aperti e sarà senz'altro musica del futuro. Il budget che abbiamo è del resto quello che è.
Come giudica la rete dei trasporti pubblici in un comune relativamente discosto come Brusino? Vorrebbe qualcosa di più?
Via gomma siamo serviti bene dall'Autopostale con una corsa ogni ora. Ne parlavamo proprio con alcuni genitori: se avessimo avuto noi la corsa delle 23 quando avevamo i figli adolescenti da andare a riprendere! Via lago, avendo Lugano a venti minuti, è più problematico. Abbiamo una convenzione per il battello ma gli orari sono limitativi per chi lavora. Bisognerebbe davvero incrementarlo, la gente l'apprezzerebbe, lo abbiamo visto quando è scesa la frana. È un po' peccato, trovo in effetti che il lago sia poco sfruttato. Invece di costruire sempre nuove strade, si potrebbe investire proprio qui.