Lo chiede una mozione interpartitica, di area progressista, chiedendo di inserire il divieto alla suddetta promozione nel Regolamento comunale
“Mettiamo fine a promozioni, contributi e assistenza a favore dello sviluppo, del commercio e dell’utilizzazione di criptovalute private”. È eloquente il titolo della mozione interpartitica, ma di area progressista – primo firmatario: Raoul Ghisletta (Ps) –, presentata al Municipio di Lugano. Nel concreto, si chiede di inserire una base legale nel Regolamento comunale che vieti la promozione di criptovalute private da parte della Città.
Città che, come noto e come ricordano anche i consiglieri comunali, ha sottoscritto nel 2022 il Protocollo d’intesa per una collaborazione strategica con Tether Operations Limited. Un accordo “concluso senza indire alcun concorso pubblico”, come pure senza che sia passata dal Consiglio comunale (Cc), “che durerà al minimo quattro anni e che prevede un fattivo impegno della Città e dell’Amministrazione comunale nel propagandare l’uso di criptovalute e nel dare loro un’improbabile patente di rispettabilità, sostenibilità ed eticità attraverso una serie di iniziative concrete. E non da ultimo si tratta di un accordo che può comportare per la Città di Lugano notevoli rischi”.
Quali? “Le criptovalute private sono un mezzo di pagamento che bypassa il controllo degli organi (banche centrali nazionali) istituiti dallo Stato democratico per la gestione monetaria: per questo si prestano al riciclaggio di denaro, al pagamento di operazioni illegali grazie a prestanome, a truffe rese possibili dalla struttura privatistica (e non pubblica) della creazione e della gestione delle criptovalute”, come indicato da esperti del settore citati nell’atto parlamentare. Per questi motivi, “la promozione di (alcune) criptovalute da parte di una Città come Lugano è un atto sconsiderato e antietico, che cozza con le messe in guardia da parte di autorità monetarie e antiriciclaggio. Inoltre le criptovalute sono un mezzo di pagamento antiecologico, che necessita di enormi risorse energetiche per il loro funzionamento e che è agli antipodi dello sviluppo sostenibile”.
Ricordando precedenti interrogazioni e le relative risposte, definite “politicamente inaccettabili” per aver giustificato con “motivi formali” il mancato coinvolgimento del legislativo, si intende dunque dare voce al Cc. Si intende quindi aggiungere un articolo al Regolamento comunale relativo alla politica economica.