Federico Gagliardi, presidente della sezione locale della Catef: ‘C’è grande interesse per gli spazi e sono state registrate numerose nuove aperture’
«Diversi proprietari del centro storico hanno già ridotto le pigioni rispetto a 5 o 10 anni fa, poiché sono i primi a voler gli spazi occupati». Lo afferma Federico Gagliardi, presidente della sezione di Bellinzona della Camera ticinese dell’economia fondiaria (Catef), associazione che rappresenta i proprietari immobiliari. Nella Turrita «constatiamo un grande interesse per gli spazi in generale», sottolinea a ‘laRegione’. «È significativo che tra i nostri soci le superfici disponibili scarseggiano, anche per i commerci in centro, dove si sono registrate numerose nuove aperture».
Come noto a Bellinzona alcuni commercianti sono però in difficoltà e hanno deciso di chiudere. Ci si interroga dunque su cosa si può fare per aiutarli. Una delle misure emerse durante l’assemblea della Società commercianti di lunedì sera per far fronte a quella che è stata definita una “crisi molto importante” dalla presidente Claudia Pagliari, potrebbe essere quella di ridurre gli affitti del 10%: stando al sindaco di Bellinzona Mario Branda ci sarebbe margine per farlo, in particolare tenendo conto dell’evoluzione dei tassi ipotecari degli ultimi 10 anni. «Le possibilità di riduzione delle pigioni sono subordinate a determinate circostanze date dalla legge, che sono note ai conduttori e senz’altro garantite», precisa Gagliardi. «Ma oltre a ciò, ancor più importante è il rapporto diretto tra proprietari e inquilini, che permette di conoscere le realtà imprenditoriali e le difficoltà che queste devono affrontare, a Bellinzona come altrove. È anche grazie a questi buoni rapporti tra le parti, che hanno avuto luogo le riduzioni di pigione di cui siamo a conoscenza». Da parte sua Fabio Käppeli, capodicastero Finanze, economia e sport su queste colonne aveva indicato di pensare a un contatto ancora più intenso con i proprietari immobiliari, così da sensibilizzarli proprio sulla questione affitti, un aspetto centrale quando si parla di costi troppo alti. In ogni caso «a livello di associazioni di categoria il dialogo è molto buono – prosegue Gagliardi –, anche grazie all’apposito tavolo di dialogo coordinato proprio dal dicastero di Fabio Käppeli, al quale partecipiamo attivamente da anni». In generale c’è dunque «sensibilità e attenzione, sia da parte nostra, sia da parte dei proprietari».
Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Manuele Morelli dirige la società Immoprogramm «che gestisce i contratti di locazione di circa la metà dei negozi del centro storico di Bellinzona» ed è pure proprietario di spazi che vengono affittati a commercianti. Spazi «che sono tutti occupati anche perché le posizioni sono davvero ottime», sottolinea da noi raggiunto. «Alcuni inquilini sono delle catene di respiro nazionale e internazionale, altri invece sono persone locali e decisamente contente, pur forse non più come in passato, dell’andamento dei loro affari».
Ma c’è margine per diminuire gli affitti, come auspicato da Branda? «Dipende dal carico ipotecario del proprietario dello stabile ove è ubicato il negozio in questione». Morelli, pur ritenendo la richiesta «legittima», ricorda inoltre «come sia la legge della domanda e dell’offerta a stabilire i prezzi di un bene, ivi compresi quindi anche i prezzi della locazione». In ogni caso «una certa sensibilità da parte dei proprietari non guasta e in diverse situazioni ho già provveduto, rispetto agli anni d’oro, ad applicare delle riduzioni». Morelli tiene comunque a precisare «che un negozio o funziona o non funziona e che alcune centinaia di franchi al mese di riduzione possono sì far piacere e aiutare, ma che non sono questi importi a determinare il fallimento o meno di un’attività».
Il direttore di Immoprogramm e proprietario immobiliare concorda tuttavia sul fatto che i commercianti in difficoltà vadano aiutati: «Siamo una piccola comunità e se non si rema tutti nella stessa direzione non si va da nessuna parte». Ma come aiutarli concretamente? «Ricette magiche non ce ne sono, però si potrebbe pensare a più posteggi in centro, almeno per un decennio, fino al momento in cui la mobilità lenta non abbia spiccato il volo. Oppure al rimborso del costo del posteggio da parte della Città tramite un’app dedicata a chi dimostra quel giorno d’aver speso in un commercio del centro almeno una certa cifra». Si potrebbe anche pensare a una «sensibilizzazione sugli effetti nefasti del commercio online, dedicare più spazio sui media a chi apre nuove attività e a quelle che vanno a gonfie vele, buoni anche solo simbolici della Città a tutti i fuochi da spendere nei commerci del centro così da incentivare e contribuire alla fidelizzazione. Poco? Forse sì, ma meglio di nulla», conclude Morelli.