Il Cc concede 4 milioni di franchi quale partecipazione alla costruzione di elementari e asilo in zona Bosciorina. Scartata l’ipotesi di una sede propria
Il futuro della scuola comunale di Pollegio è pochi chilometri a sud, a Biasca. Lo ha deciso lunedì il Legislativo approvando, con 13 voti favorevoli e 7 contrari, la soluzione individuata dal Municipio. Ovvero quella di contribuire finanziariamente alla realizzazione del nuovo istituto scolastico previsto nella zona Bosciorina a Biasca, rinunciando dunque all’ipotesi di costruire a Pollegio una sede propria con nuova scuola elementare e nuova scuola dell’infanzia. Se attualmente i bambini dell’asilo già si recano a Biasca, in futuro anche gli allievi delle elementari andranno a lezione nel Borgo. La convenzione tra i due enti locali conferma l’attuale assetto con un istituito e una direzione scolastica congiunti, di cui Biasca sarà comune sede.
Per il Municipio di Pollegio l’esigenza di trovare una soluzione era data dalla prevista demolizione dell’asilo in zona Quinta a Biasca. A questo si somma l’inagibilità della scuola dell’infanzia di Pollegio ubicata in via delle Vigne, non più idonea a ospitare attività pubbliche come una scuola dopo la frana del 2016, e della precarietà delle elementari, non più adatte ai bisogni didattici odierni e inaccessibili alle persone con disabilità. Con l’approvazione del messaggio municipale, i consiglieri hanno dato luce verde al credito di 3,95 milioni di franchi quale partecipazione di Pollegio – calcolata con una chiave di riparto basata sul numero di abitanti – ai costi di progettazione, costruzione e sistemazione del comparto a Biasca.
Da notare che il plenum ha seguito l’invito del Municipio e del rapporto di minoranza stilato dalla Commissione della gestione, mentre quello di maggioranza chiedeva il rinvio del messaggio per nuove valutazioni, ritenendo di non avere ricevuto un’informazione sufficientemente completa e dettagliata per votare. «Ritengo invece che il Municipio abbia lavorato bene e fornito ai consiglieri tutti gli elementi per decidere – dice da noi sentito il sindaco Igor Righini –. Poi si può essere d’accordo oppure no, si può nostalgicamente ambire a voler ancora una piccola scuola di paese, senza cogliere la grande opportunità dell’unione delle forze con un Comune come Biasca». Quanto sentito durante la seduta di lunedì, porta il sindaco a non escludere un referendum contro la decisione del Cc. «Purtroppo c’è questa possibilità. Bisogna capire che insieme a Biasca riusciamo a costruire una nuova scuola con tutti i contenuti che altrimenti non potremmo avere. Unendo le forze si riesce a realizzare una scuola moderna, senza più pluriclassi, dotata di servizi extrascolastici, mensa, nuova palestra doppia, sala multiuso. Per noi è un treno che va preso, soprattutto per il bene degli allievi, ma anche dei genitori, visto che sarà una scuola a pochi minuti da Pollegio che risponde ai bisogni della società». A Biasca i lavori dovrebbero iniziare nel 2024, con ipotesi di inaugurazione delle elementari nel 2026 e dell’asilo per il 2029-2030.
Il Municipio ha scelto dopo una lunga riflessione. Sul tavolo c’era infatti una seconda opzione che prevedeva la costruzione di una sede propria con elementari e asilo. La zona individuata era quella dell’ex collegio Santa Maria. Lo studio di fattibilità commissionato dall’Esecutivo ha valutato i possibili costi di costruzione, tenendo conto anche degli spazi per i servizi extrascolastici (asilo Nido, pre e doposcuola, mensa per le Elementari): totale 7,4 milioni, ai quali se ne aggiungerebbero 6 per l’edificazione di una palestra. Oltre all’importante investimento per la costruzione, si è pure tenuto conto dei costi di gestione corrente che comporterebbe una sede propria. Inizialmente si era valutata anche la possibilità di costruire l’istituto scolastico instaurando delle sinergie con la Fondazione Madonna di Re, che ha però rinunciato all’acquisto dell’ex collegio Santa Maria di proprietà della Curia vescovile. Agli occhi del Municipio, indica Righini, questo comparto rimane però molto interessante e sarebbero in serbo alcune novità estranee al contesto scolastico. Nelle riflessioni che hanno portato a scartare l’ipotesi di una sede propria si è pure tenuto conto dei parametri della nuova Legge delle scuole dell’obbligo (si è appena conclusa la fase di consultazione che ha coinvolto Comuni e direzioni scolastiche – il cui messaggio deve ancora essere votato in Gran Consiglio. La nuova legge prevede una dimensione minima degli istituti scolastici comunali, con il rispetto di almeno due delle seguenti condizioni: minimo 7 sezioni (non meno di 11 allievi e non più di 25), minimo 150 allievi e minimo 2’500 abitanti. Tutti parametri non adempiuti a Pollegio, che oggi conta 840 residenti, 2 pluriclassi per le elementari (oggi frequentate da 17 allievi) e una propria sezione dell’Asilo a Biasca (22 allievi). E secondo le proiezioni, le cifre non aumenteranno in futuro e le sezioni della scuola comunale di Pollegio rimarrebbero tre.
La proposta di collaborare con Biasca, “oltre a rispondere ai bisogni di una scuola al passo con i tempi, adattata a persone con handicap, con contenuti extra scolastici per la conciliabilità famiglia-lavoro, risulta rispettosa del principio di parsimonia, di economicità e sopportabile dal profilo finanziario”, scrive il Municpio nel messaggio, consapevole che “la rinuncia alla costruzione di una sede scolastica propria costituisce per tutta la popolazione una decisione dolorosa”. Tuttavia, l’Esecutivo si dice profondamente convinto che la soluzione proposta è quella che riuscirà a porre i bambini e le loro famiglie in condizioni favorevoli, facilitando il percorso di crescita armonioso, conciliando le esigenze in ambito professionale e formativo dei loro genitori, per una loro qualità di vita migliore”. L’approvazione del messaggio dovrebbe dare il via libera all’operazione di abbattimento del vecchio asilo di Pollegio, con il terreno che diventerà zona agricola. Per il momento, fermo restando che per i prossimi anni la scuola elementare sarà ancora attiva, è previsto il mantenimento dell’edificio che oggi ospita anche la sede dell’amministrazione, magari valutando un ampliamento per fornire maggiore spazio ai servizi comunali.