L’Istituto oncologico di ricerca è in crescita continua e confida che si avvii quanto prima l’iter per realizzare il previsto stabile gemello del nuovo Irb
Non ancora inaugurato, è già tutto occupato. Pieno. Tanto che il suo gemello, previsto accanto, a questo punto potrebbe sorgere prima del previsto. Parliamo rispettivamente della nuova sede dell’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona, che sarà inaugurata il 27 novembre, e dell’edificio quasi identico (l’architetto sarà ancora Aurelio Galfetti) pianificato al suo fianco, sull’altra metà del terreno comunale messo a disposizione dalla Città una decina d’anni or sono per assicurare le esigenze di spazio dell’Irb presenti e future. Irb che dividerà molto presto la nuova sede con i laboratori di ricerca dell’Ente ospedaliero cantonale e con l’Istituto oncologico di ricerca. In tutto 250 ricercatori. Ior a sua volta accasatosi in queste settimane all’ex Campo militare lasciando, come l’Irb, la sede di via Vela 6 occupata durante l’ultimo ventennio. Ior che continuerà a occupare anche lo stabile di via Pometta, per qualche tempo ancora confermata come soluzione logistica provvisoria. In tutto questo lo Ior appare dunque assetato di nuovi spazi. Lo è vista la crescita continua della sua attività, tanto da spingere – ha appreso la ‘Regione’ – affinché si anticipino i tempi necessari a edificare lo stabile Irb/Ior gemello.
Interpellato dalla redazione l’oncologo Franco Cavalli, presidente della Fondazione Ior, conferma che vi è interesse ad avviare sin d’ora le riflessioni volte a raddoppiare la nuova sede Irb/Ior edificata in via Chiesa. «Dopo l’Irb, che conta attualmente 13 gruppi di ricerca e che in tale forma ha nel frattempo raggiunto la sua velocità di crociera, anche lo Ior anno dopo anno ha incrementato la propria attività. Eravamo partiti da tre gruppi, oggi ne contiamo otto, l’anno prossimo ne avremo nove e a medio termine immaginiamo di raggiungere lo stesso livello dell’Irb. Da qui la necessità di disporre, non troppo in là nel tempo, di ulteriori laboratori a Bellinzona». Il discorso è lanciato, coinvolgerà presto anche le autorità, che sono già al corrente, «e due sono i punti chiave per poter avanzare», annota Cavalli: «Da una parte il benestare di Berna per poter beneficiare di sussidi federali e cantonali, dall’altra la conferma dei generosi aiuti privati che già ora sostengono in modo determinante la nostra attività». Di più il già fondatore e direttore dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana, non può al momento aggiungere. Se non l’auspicio affinché lo stabile gemello possa disporre di un auditorio di 200/250 posti, più ampio dell’attuale inserito nel primo edificio pianificato nel ‘lontano’ 2011 e dotato solo di un’ottantina di posti.
Irb e Ior – confluiti di recente nell’associazione ‘Bellinzona institutes of science’, o più semplicemente Bios+, con lo scopo di unire le forze in particolare nello studio dei tumori e delle relative possibili terapie – stanno intanto traslocando e abbandonando lo stabile messo loro a disposizione negli anni passati dalla Città in via Vela 6. Edificio che il Municipio intende acquistare a brevissimo termine (entro fine anno) versando 6 milioni di franchi (dai quali dedurre il contributo cantonale di 2) alla proprietaria Residenze del Ceresio Sa. Il messaggio sottoposto al Consiglio comunale con clausola d’urgenza ha nel frattempo raccolto ampio consenso in seno alla Commissione gestione del Cc riunitasi giovedì sera per discuterne alla presenza del sindaco Mario Branda e del vicesindaco Simone Gianini. I quali hanno potuto esporre nei dettagli il senso dell’operazione immobiliare volta a successivamente affittare lo stabile, già dotato di infrastrutture di laboratorio, a enti e società operanti nel settore della ricerca, formazione e promozione dell’attività in campo biomedico, diventando così parte costitutiva e integrante del Polo biomedico di Bellinzona. Da alcuni commissari sono state espresse delle riserve sullo stato di salute dell’edificio che, per stessa ammissione dell’Esecutivo, vista l’età di 55 anni ha delle parti ormai giunte a fine vita tanto da dover mettere in conto interventi sul lungo termine che richiederanno investimenti per circa 6 milioni di franchi, di cui 1,25 nei prossimi anni.
Il Municipio dal canto suo chiede espressamente che il Cc avalli il credito entro la fine di questo mese, così da poter sottoscrivere il rogito per il passaggio di proprietà entro fine anno e, così facendo, evitare di dover prolungare il contratto di locazione pro tempore nel 2022 con il pagamento del relativo canone d’affitto a carico della Città pari a 461mila franchi annui versati dal lontano 1998 fino a oggi alla Residenze del Ceresio Sa. Qualora l’acquisizione non andasse in porto, la Città dovrà riconsegnare alla società l’edificio allo stato originario (uso amministrativo) ciò che richiederebbe una spesa a carico del Comune pari a 1,5-2 milioni. Su questo e altri aspetti non sono mancate delle domande e delle riserve esposte da taluni consiglieri: per esempio sul rischio di ritrovarsi fra le mani un palazzo troppo oneroso in materia di risanamento globale, senza contare poi l’urgenza con cui l’Esecutivo ha sottoposto l’acquisizione all’ultimo momento pur sapendo da lungo tempo che l’Irb si sarebbe trasferito nella nuova sede verso la fine dell’anno corrente; qualche dubbio è stato anche sollevato sul fatto che debba essere la Città – pur considerando gli interessanti affitti che potrà incassare nell’arco di 10-20 anni fino a quando il Polo biomedico potrà accasarsi nel futuro nuovo Quartiere Officine – a proporsi come ‘promotrice immobiliare’ in ambito biomedico, anziché altri operatori del ramo o fondazioni. Le risposte date da Branda e Gianini hanno indotto la maggioranza della commissione a incaricare Lisa Boscolo (Unità di sinistra) e Tiziano Zanetti (Plr) a redigere una bozza di rapporto a quattro mani da eventualmente sottoscrivere dalla Gestione stessa martedì prossimo e da sottoporre al plenum del Legislativo la cui prossima riunione è agendata il prossimo 25 ottobre. Dal canto loro i rappresentanti Verdi/Mps/Fa si pronunceranno dopo una riflessione di gruppo.