Spettacoli

'Con te', 'Portami via', 'Vedrai': quei titoli che a Sanremo ritornano, anche 1045 volte...

Carlo Conti
13 dicembre 2016
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Per la cronaca, ieri sera il Festival di Sanremo 2017 ha scelto i suoi 22 “big” in gara. Un mix di usato e di nuovo che presenta Al Bano, Elodie, Paola Turci, Samuel, Fiorella Mannoia, Nesli & Alice Paba, Michele Bravi, Fabrizio Moro, Giusy Ferreri, Gigi D'Alessio, Giulia Luzi & Raige, Ermal Meta, Ron, Michele Zarrillo, Lodovica Comello, Sergio Sylvestre, Clementino, Alessio Bernabei, Chiara Galiazzo, Francesco Gabbani, Bianca Atzei e Marco Masini.

Fatto sta, il Festival 2017 riporta a Sanremo pure Totò, con una sua canzone scritta per la quarta edizione: era il 1954, il brano s'intitolava “Con te”, affidato alle esecuzioni di Achille Togliani e del duo Natalino Otto-Flo Sandon's. “Con te” è la canzone con cui al prossimo Festival gareggerà Sergio Sylvestre.

Cioè, anche quest'anno pochi titoli originali e tanti precedenti illustri, come dimostra la ricerca pubblicata sul sito del giornalista esperto di musica Michele Bovi. Quello della canzone di Totò è tra i più inflazionati. Dall'archivio delle opere musicali della Siae risulta che il brano di Sylvestre è l'ultimo di ben 1045: dal “Con te” del 1978 di Claudio Baglioni al recente “Con te” di Alberto Fortis.

E ancora sono 273 le “Portami via”, come la canzone di Fabrizio Moro: Angelica nel 1972 la eseguì proprio a Sanremo, poi Daniele Silvestri nel 1994, i Pooh nel 2001, Dolcenera nel 2005, Le Vibrazioni nel 2006 e Fiorella Mannoia nel 2012, tra le più note.

A quota 196 le “Vedrai”, come quella di Samuel, con i precedenti illustri di Nino D'Angelo (1983) e Roberto Vecchioni (1999). E poi: 15 “Mani nelle mani” (come il brano di Michele Zarrillo), 9 i “Ragazzi fuori” fatti propri da Clementino: il precedente più popolare fu composto da Giancarlo Bigazzi e interpretato dai rapper Club Dogo per il film “Ragazzi fuori” di Marco Risi del 1990.

La canzone di Ron, “L'ottava meraviglia”, ricorre per l'ottava volta: va ricordato con lo stesso titolo il brano-inno delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 eseguito da Simone ed Elisabetta Gullì, oltre a quelli di Simona Quaranta del 2013 e dei Jet Lag Project del 2015. Sono 7 i brani intitolati “La prima stella”, come quello che porterà all'Ariston Gigi D'Alessio: lo cantò anche Adriano Celentano nel 1985. “Tutta colpa mia” di Elodie conta 5 precedenti: spicca il “Tutta colpa mia”, tormentone del programma tv Non è la Rai del 1994 con la voce di Antonella Mosetti.

Persino la apparentemente insolita “Vietato morire” di Ermal Meta non è al suo esordio: un album con lo stesso titolo uscì nel 2004 per la voce di Andrea Chimenti. Fa sicuramente eccezione, invece, l'“Occidentali's Karma” di Francesco Gabbani.

Ma cosa dice la legge? «Il titolo - spiega l'avvocato Giorgio Assumma, già presidente Siae - serve proprio per differenziare un'opera dalle altre, se più opere sono identificate con lo stesso titolo si crea una confusione. Chi può ribellarsi all'uso di un titolo? L'autore dell'opera originaria o i suoi parenti o i suoi eredi. E questa reazione può avvenire anche quando l'opera non è tutelata e quando è caduta in pubblico dominio perché continua ad esistere senza limitazioni di tempo».

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