Svizzera

‘Collasso senza precedenti del diritto internazionale’

Amnesty International pubblica oggi il suo rapporto annuale. Ce n’è anche per la Svizzera, dove sui diritti umani si fanno progressi ma restano lacune

Le violazioni dei diritti umani colpiscono spesso le donne, come in Iran
(Keystone)

Di “collasso senza precedenti del diritto internazionale” parla il rapporto annuale pubblicato oggi da Amnesty International (AI), l’associazione che dal 1961 promuove il rispetto dei diritti umani ai sensi dell’Onu e si batte per prevenirne specifiche violazioni. Il documento dipinge “un quadro di allarmante repressione dei diritti umani e di molteplici violazioni delle regole internazionali, in un contesto di crescenti disuguaglianze a livello globale, di rivalità tra superpotenze per la supremazia e di un peggioramento della crisi climatica”, dichiara la segretaria generale Agnès Callamard, citata in una nota. Sul conflitto nella Striscia di Gaza, censura “il palese disprezzo di Israele per il diritto internazionale”, un disprezzo “aggravato dal fallimento dei suoi alleati nel porre fine al bagno di sangue inflitto alla popolazione civile”. Il rapporto dedica spazio anche alla Confederazione. Per una vera realizzazione dei diritti dell’uomo in Svizzera c’è ancora da fare, anche se l’organizzazione non governativa ha rilevato progressi. Dopo la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), anche AI deplora le pecche in materia di politica ambientale, ma punta il dito pure su altre lacune, in particolare in materia di libertà di manifestare o di rispetto dei diritti dei profughi, soprattutto se minorenni.


Keystone
Il logo di Amnesty International

Luci...

Tra le prime AI annovera la diffusa ostilità istituzionale al riconoscimento facciale automatico negli spazi pubblici. Nelle Città di Zurigo, San Gallo e Losanna e nel Cantone di Basilea Città, i parlamenti hanno adottato mozioni per tali limitazioni del diritto alla protezione della sfera privata. Mozioni analoghe sono in preparazione nei Comuni di Lucerna e Ginevra e nei Cantoni di Zurigo e Basilea Campagna.

Agli occhi della Ong, la Confederazione ha guadagnato punti anche con la modifica del Codice penale in merito alla violenza carnale, designato con stupro nel linguaggio comune, adottata dalle Camere la scorsa estate. In futuro sarà reato anche un atto sessuale compiuto contro la volontà della vittima (maschio o femmina e non più unicamente se donna), e non solo se realizzato con uso della forza, minaccia o coercizione.

... penombra e...

Cauto giudizio positivo pure per la creazione – anche se “dopo 20 anni di preparazione”, come si legge nel documento – dell’Istituzione svizzera per i diritti umani (Isdu). Come si legge sul sito della Confederazione, l’Isdu, nata il 23 maggio, è un’entità indipendente che opererà con lo scopo enunciato nel suo nome collaborando con le autorità federali, cantonali e comunali, oltre che con tutte le parti interessate. La cautela di Amnesty International è dovuta al fatto che, a suo dire, i finanziamenti destinati all’Isdu sono insufficienti e l’ente non è abilitato a ricevere denunce.

... ombre

Ad Amnesty invece proprio non piace la riluttanza della Confederazione a garantire, come richiesto a Berna nell’esame periodico universale del Consiglio dei diritti umani dell’Onu, che le iniziative popolari siano pienamente compatibili con i diritti umani ai sensi delle Nazioni Unite prima di essere sottoposte a votazione.

Dopo la recente sentenza della Cedu che ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani a causa di un insufficiente impegno in ambito ambientale, anche AI, senza riferimenti alla decisione della Corte di Strasburgo (Francia), bacchetta la Confederazione, colpevole di non aver attuato misure sufficienti per eliminare tutti i combustibili fossili entro il 2030. Fumo negli occhi di AI sono anche i divieti temporanei di manifestare decisi in diverse città della Svizzera tedesca dall’inizio della guerra a Gaza. Nota negativa pure per il voto nel Canton Zurigo dove il popolo, lo scorso 3 marzo, ha accolto una norma la quale tra l’altro prevede che le manifestazioni dovranno sempre essere sottoposte ad autorizzazione.

L’organizzazione deplora pure la lentezza nella creazione di un meccanismo indipendente in ogni Cantone per indagare e perseguire le accuse di violenza da parte della polizia e di violenza contro le persone in detenzione.

Infine sono numerose le violazioni dei diritti dei profughi rilevate da AI, che condanna, sulla scia di quanto fatto dalla Cedu, le difficoltà in materia di ricongiungimento familiare per le persone ammesse temporaneamente in Svizzera. Amnesty punta poi il dito contro il proseguimento di trasferimenti di richiedenti asilo in Croazia nonostante le prove di rimpatri sommari e le gravi carenze del sistema di asilo nel Paese. Bocciata anche l’inadeguata assistenza dei minorenni non accompagnati nei centri federali d’asilo.

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