Svizzera

Nel 2023 esportato oltre un quarto in meno di materiale bellico

Cala del 27% l'invio di armamenti all'estero, che lo scorso anno ha rappresentato lo 0,18% dell'export totale di merci dalla Confederazione

Carri armati Leopard trasportati su rotaia
(Keystone)
5 marzo 2024
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Nel 2023 le esportazioni di materiale da guerra sono diminuite del 27% rispetto all'anno precedente. Le imprese svizzere del settore hanno inviato, con l'autorizzazione della Seco, armamenti in 58 Paesi per un valore totale di 696,8 milioni di franchi.

Complessivamente le esportazioni di materiale bellico hanno rappresentato lo scorso anno lo 0,18% dell'export totale di merci svizzere. I cinque maggiori acquirenti sono stati la Germania, che ha ricevuto materiale per un valore di 168,5 milioni, seguita dalla Danimarca con 73,6 milioni, dagli Stati Uniti con 54,3 milioni, dall'Arabia Saudita con 53,3 milioni e dalla Romania con 39,7 milioni, indica la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) in un comunicato diffuso oggi.

Il Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) critica soprattutto gli invii verso Paesi che violano i diritti umani, come l'Arabia Saudita. In una nota mette in evidenza anche l'esportazione di veicoli da guerra e beni militari speciali (per 88'000 franchi circa) a Israele. Il GSsE si dice inoltre preoccupato per la lobby dell'armamento che punta ad allentare le disposizioni in materia di export.

Le transazioni di maggiore entità nel periodo in esame – precisa la Seco – sono state l'esportazione di vari tipi di munizioni e componenti di munizioni in Germania (98,1 milioni), di veicoli blindati ruotati e relativi pezzi di ricambio in Danimarca (54,6 milioni), di munizioni specifiche per sistemi di difesa antiaerea in Arabia Saudita (40 milioni), di veicoli blindati ruotati e relativi pezzi di ricambio in Romania (39,6 milioni) e di diversi tipi di munizioni e componenti di munizioni nei Paesi Bassi (26,2 milioni).

Circa il 79% degli armamenti (56% nel 2022) era destinato ai 25 Paesi elencati nell'allegato 2 dell'ordinanza sul materiale bellico (Omb) che partecipano ai quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni per i prodotti strategicamente sensibili (gruppo dei Paesi fornitori di prodotti nucleari, gruppo Australia, regime di non proliferazione nel settore missilistico, accordo di Wassenaar).

Suddividendole in base ai vari continenti, le esportazioni verso l'Europa rappresentano il 76,1% del totale (2022: 50,4%), quelle verso l'Asia il 12,9% (36,1%), verso l'America il 9,6% (7,1%), verso l'Australia l'1,2% (2,4%) e verso l'Africa lo 0,2% (4,0%).

In base alle categorie di materiale bellico dell'allegato 1 Omb, nel 2023 il 41,9% delle esportazioni ha riguardato munizioni e rispettivi componenti (cat. KM 3), il 20,2% veicoli corazzati e rispettivi componenti (cat. KM 6), il 9,2% materiale per la direzione del tiro e rispettivi componenti (cat. KM 5), il 7,5% armi di ogni calibro e rispettivi componenti (cat. KM 2), il 6,7% componenti di aerei da combattimento (cat. KM 10) e il 6,4% armi di piccolo calibro e rispettivi componenti (cat. KM 1). Il restante 8,1% è suddiviso fra altre sette categorie.

La Seco informa ancora che nel 2023 il valore complessivo delle nuove autorizzazioni singole rilasciate in base ai criteri previsti dal diritto sul controllo dei beni a duplice impiego (come sistemi di atterraggio per droni, visori notturni e termocamere, colori mimetici, disturbatori di frequenza/jammer, equipaggiamento di protezione Cbrn, equipaggiamento di protezione balistica) si è attestato a 60,5 milioni di franchi, a fronte di 69 milioni l'anno prima.

Sempre nell'anno in esame sono state presentate alla Seco 2’278 domande di esportazione, dopo 2'625 nel 2022. Ne sono state accolte 2'238 (2'420 l'anno precedente), per un valore totale di 1,669 miliardi di franchi (2,068 miliardi nel 2022), mentre 41 sono state respinte (6).

Degli 1,669 miliardi per esportazioni autorizzate nel 2023, 638,5 milioni erano imputabili a operazioni già autorizzate in precedenza, mentre quelle nuove ammontavano a circa 1,030 miliardi di franchi (931 milioni l'anno precedente).

Infine, rileva ancora la Seco, con il rapporto annuale sul controllo dell'esportazione di armi leggere e di piccolo calibro, la Svizzera contribuisce a rendere più trasparente questo settore a livello internazionale. Nel 2023 è stata approvata l'esportazione di 29'140 armi leggere e di piccolo calibro – a fronte di 33'530 l'anno prima – destinate soprattutto a imprese estere attive nel commercio di armi e a imprese industriali.

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