Svizzera

Ex direttore Srg Ssr: ‘Alla guida ci vuole un politico borghese’

Secondo Armin Walpen, alla guida dell'ente radiotelevisivo dal 1996 al 2010, il successore ideale di Marchand dovrebbe essere un pezzo forte dell'Udc

(Keystone)
21 gennaio 2024
|

Alla guida della SRG SSR va messa una personalità politica di spicco, un esponente borghese che crei il consenso in grado di salvare l'azienda: non è necessario che conosca la radio o la televisione. Lo sostiene Armin Walpen, che dal 1996 al 2010 è stato direttore generale dell'ente radiotelevisivo.

"Serve un peso massimo politico al vertice della SRG SSR", afferma il 75enne in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick. "Il problema dell'impresa non è la mancanza di competenze. Ha invece urgente bisogno di qualcuno che prenda sul serio il dialogo e le critiche, tenendovi testa: qualcuno che resista agli attacchi e che vi si opponga".

"L'ideale sarebbe trovare un pezzo forte dell'UDC", argomenta l'ex manager con laurea in giurisprudenza all'Università di Berna. "Ma è probabile che sia difficile. La persona in questione potrebbe però anche essere un peso massimo del PLR, ad esempio Thierry Burkart o Damian Müller".

Si tratta di politici navigati – ribatte il caporedattore del domenicale Reza Rafi, che conduce l'intervista –, ma quanto ne sanno questi signori di radio e televisione? "Nella situazione attuale, questa non è una questione centrale", risponde il membro di quello che un tempo era il PPD e che oggi è l'Alleanza del Centro. "I politici intelligenti imparano in fretta. Alla SRG SSR ci sono un sacco di competenze professionali. Tra l'altro, Gilles Marchand è uno dei migliori esperti nel suo campo, forse anche a livello internazionale. Anche Nathalie Wappler e i suoi colleghi sono ottimi professionisti. Manca però una rete politica sul versante istituzionale".

"L'avevo già notato con l'iniziativa No Billag, ma allora l'UDC non aveva agito in modo esattamente intelligente: nel frattempo il partito ha migliorato dal punto di vista tattico, ma le motivazioni sono sempre le stesse", sostiene Walpen. "Con l'iniziativa ‘200 franchi bastano!’ possono dire di non essere contro la SRG SSR e il servizio pubblico in quanto tali, ma solo contro l'azienda così com'è oggi. È un'abile argomentazione".

"Oggi il problema è come salvare l'esistenza della SRG SSR", sottolinea l'intervistato. "Scommetto con voi: se questa iniziativa andrà in porto la vita della SRG SSR sarà compromessa a medio termine". Secondo l'ex dirigente l'impresa al momento non si difende a dovere. "La SRG SSR ha troppo poche persone che si presentano in pubblico e hanno un peso. Mi riferisco all'aspetto istituzionale. A parte il presidente Jean-Michel Cina, conosce qualche membro del Consiglio di amministrazione che si sia mai fatto avanti e che sia abbastanza conosciuto nel Paese? Tendenzialmente si tratta di pesi piuma della politica".

"Non è diverso per le organizzazioni regionali, soprattutto nella Svizzera tedesca. Si tratta di persone che probabilmente sono riluttanti a lasciare la loro zona di comfort, anche se, a mio avviso, è proprio per quello che sono lì! Qualcuno se ne accorgerebbe se queste funzioni venissero abolite? Parlo quindi di questo aspetto, non della gestione operativa, che sta facendo un lavoro da buono a molto buono. La struttura proprietaria della SRG SSR deve essere invece riformata dalle fondamenta. Un direttore generale politicamente forte potrebbe fare molto".

Nel colloquio Walpen parla anche di un'altra crisi per l'impresa, quella negli anni 70 quando direttore generale era il ticinese Stelio Molo. "Veniva attaccato politicamente, aveva avuto problemi con la Berna federale. E, proprio come oggi, la domanda che ci si poneva allora era come migliorare i contatti con i politici. Dovevamo trovare qualcuno che fosse in grado di creare ponti tra la SRG SSR e la politica", spiega l'ex funzionario federale.

"Il consigliere federale Willi Ritschard mi chiese: come si può far capire a Stelio Molo che è necessario un cambiamento? Molo aveva 65 anni all'epoca. Io risposi: bisogna far capire a Molo che in questo lavoro si va in pensione a 65 anni. Ed è quello che è successo. Poi, con mio grande stupore, Ritschard suggerì ai comitati della SRG SSR Leo Schürmann, membro della direzione della Banca nazionale svizzera con esperienza politica, che aveva almeno la stessa età".

Il problema al giorno d'oggi, secondo Walpen, è che "nessuno si alza in piedi, tutti hanno paura dell'UDC". Ma a suo avviso il voto sull'iniziativa alle urne "non si deciderà in base a qualche programma politico di sinistra, bensì in base al fatto che il singolo cittadino senta di ottenere qualcosa di interessante in cambio del canone", conclude.

Come noto il direttore generale della SRG SSR Gillles Marchand, in carica dal 2017, ha annunciato giovedì che andrà in pensione anticipata appena trovato un successore, al più tardi all'inizio del 2025. L'azienda vuole prepararsi alle discussioni sulla politica mediatica dei prossimi anni con un nuovo direttore. Oltre all'iniziativa "200 franchi bastano" queste includono le trattative sulla nuova concessione nel 2027 e la loro decisione entro il 2028.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔