Svizzera

Svizzera, l'economia migliora. I sindacati: 'Perché non i salari?'

27 novembre 2017
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La situazione economica è migliorata e il rincaro si è rafforzato: sulla base di queste argomentazioni l’Unione sindacale svizzera (Udd) ribadisce le richieste avanzate la scorsa estate e chiede aumenti di stipendi tra l’1,5 e il 2%, per il 2018. "Le prospettive dell’economia svizzera si sono rapidamente e nettamente rasserenate negli ultimi tempi", ha indicato oggi l’Uss in occasione di una conferenza stampa a Berna. I negoziati salariali finora conclusi tengono "troppo poco conto del nuovo contesto". Intanto, l’inflazione è aumentata per la prima volta da cinque anni: in ottobre era dello 0,7%. Secondo i sindacati il rincaro si manterrà l’anno prossimo a causa dell’aumento del prezzo del petrolio e di quello dei prodotti importati per il deprezzamento del franco.

"In assenza di un aumento sensibile, i salari reali scenderanno", "Ciò è inaccettabile" ha dichiarato Paul Rechsteiner, presidente dell’Uss. "Il datore di lavoro che rifiuta di migliorare sensibilmente il salario del suo personale si esporrà alla forte pressione di doversi giustificare in quanto sono i lavoratori che realizzano una gran parte dei buoni risultati", ha affermato Rechsteiner. Secondo i sindacati, l’analisi degli accordi ottenuti mostra che ad eccezione del settore principale della costruzione, aumenti salariali "consistenti" sono stati spesso ottenuti in settori con un Contratto collettivo di lavoro. Secondo le cifre dell’Ufficio federale di statistica, i salari nominali sono progrediti in totale solo dello 0,2% nel primo semestre. Ciò è meno rispetto agli accordi salariali per il 2017 che prevedevano un aumento di circa lo 0,5%.

La situazione da inizio estate si è modificata a favore dei dipendenti, sostiene l’Uss che chiede quindi agli imprenditori di rimettersi al lavoro. In particolare i sindacati vogliono Contratti collettivi che contengano disposizioni salariali per il commercio al dettaglio, il giornalismo e l’assistenza per l’infanzia. Queste intese comportano una ripartizione dei salari più equilibrata e impediscono il dumping salariale. Se in regioni come il cantone di Neuchâtel e del Giura – ha detto Rechsteiner – sono stati fissati stipendi minimi di 20 franchi all’ora, non sarà ammesso che – come avviene ora ad Arbon (TG) – una impresa come Zalando versi stipendi di 17 franchi all’ora. 

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