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No, non esistono squadre imbattibili

I muscoli di Raffl, il colpo a sorpresa di Ward e gli spunti di Kovacs costano allo Zsc il primo dispiacere dei playoff. Questa finale promette spettacolo

E sabato si riparte dall’1-1
(Keystone)
18 aprile 2024
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In svantaggio 1-0 dopo il primo atto di una finale in cui – per dire il vero – il suo Losanna aveva già mostrato le cose migliori, Geoff Ward tenta un nuovo esperimento in gara 2: fuori Salömaki e dentro Kovacs, in un giovedì in cui i vodesi non sarebbero più nemmeno in emergenza, siccome lo svedese Djoos è di nuovo in grado di riprendere il proprio posto in difesa. Dopo il fallimento dell’esperimento Haapala martedì sera (tant’è che ad Altstetten Ward aveva lasciato in pista il finlandese per soli tre minuti), stavolta il colpo da poker del sessantaduenne coach canadese è un successone. Infatti è proprio dal bastone dello svedese che nasce il gol che tutto decide. Infatti, a nove minuti dalla fine è proprio Kovacs a vincere il duello in zona difensiva con Christian Marti, ed è sempre lui a servire con un preciso ‘flip pass’ lo scatenato Damien Riat, il cui tiro al volo a tu per tu con Hrubec gli frutta il quarto gol di questi playoff. E non è tutto: sarà ancora Kovacs, al 57’57’’, a presentarsi tutto solo davanti a Hrubec (tra l’altro, colpendo il palo) e costringendo Balcers al fallo d’emergenza, ciò che obbligherà uno Zurigo già in ritardo di un gol a chiudere sostanzialmente il match con un uomo in meno, offrendo nel contempo al Losanna la ghiotta occasione di chiudere il match in anticipo con un quarto gol in powerplay. Opportunità poi effettivamente sfruttata dall’austriaco Michael Raffl a cui, tra l’altro (al di là della doppietta), il Losanna stavolta dovrà davvero molto: infatti è 36enne ex attaccante dei Philadelphia Flyers a cambiare il ’mood’ alla serata, in un primo tempo che all’inizio sembra la fotocopia di gara 1, ma a ruoli invertiti: infatti è lo Zurigo a cominciare la sfida a tutta, mettendo una pressione fortissima sul suo avversario, un po’ come avevano fatto i vodesi in avvio alla Swiss Life Arena, due giorni prima.

Così, è senza sorpresa che – al 3‘23‘’ – il lanciatissimo Andrighetto apre le marcature per lo Zsc, entrando di prepotenza nel terzo dopo essersi fatto beffe di Glauser, armando poi un tiro impressionante che Hughes non potrebbe fermare neppure se lo volesse. A quel punto, chi scommette su uno show zurighese rimarrà deluso. Da quando Raffl, al decimo minuto, deciderà di metterci il fisico, la musica cambierà improvvisamente: dapprima il colosso di Villach va a chiudere una dura carica nell’angolo, spalmando il povero Lehtonen sul plexiglass (costringendo il finlandese a tornare negli spogliatoi, da cui fortunatamente farà ritorno in avvio di seconda frazione), chiudendo qualche istante dopo nella porta vuota la gran bella triangolazione con Bozon e Jäger che vale l’1-1, al 9’16’’. Poi, al 11’20’’ Raffl si rende autore di un check ‘open ice’ un po’ sopra le righe ai danni di Balcers, e se la cava davvero a buon mercato, perché dall’audio s’intuisce che gli arbitri giudicano il contatto con la testa del lettone successivo all‘impatto tra le spalle dei due giocatori: potevano essere 5‘, invece sono solo 2’. In ogni caso, da lì in poi è il Losanna a destare l’impressione migliore, in una partita aperta, rugosa, intensa e spettacolare, segnata dal 2-1 di Bozon sul finire di un secondo tempo praticamente a senso unico, prima dell’estemporaneo 2-2 ancora di Andrighetto (al 42’20’’) e dal citato gol partita di Riat al 50’11’’. Così, dopo aver vinto in 4 mosse sia il quarto con il Bienne, sia la semifinale con lo Zugo, la squadra di Marc Crawford è costretta per la prima volta alla resa in questi playoff. Tuttavia non è poi una gran sorpresa, perché da che mondo è mondo non s’era mai vista prima una squadra imbattibile.

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