In A mancano date, e la regular-season non finirà di sicuro il 22 marzo. Ma ci si interroga pure sulle due amichevoli tra Svizzera e Germania, a febbraio
Son passati ormai quattro mesi dall'inizio del massimo campionato di hockey, e quando siamo praticamente a fine gennaio la classifica è a malapena leggibile, anche perché il Berna (reduce dalla sua terza quarantena, come del resto il Servette che l'ha da poco iniziata) ha giocato addirittura quasi la metà di partite rispetto ad Ambrì e Rapperswil. Così la domanda sorge spontanea: come e quando finirà la stagione? «È tutto aperto», rispondono dalla Lega. Dove il responsabile dell'allestimento dei calendari, Willi Vögtlin, si sta chinando sulla strategia da adottare nelle prossime settimane. Una cosa, però, è chiara da tempo: la regular season non finirà il 22 marzo. Infatti la scadenza è nel frattempo già stata spostata di due settimane, sino al lunedì di Pasqua, il 5 aprile, per portare a termine tutte e 52 le giornate di campionato. Una riduzione per il momento non è all'ordine del giorno, anche perché i club vogliono giocare il più a lungo possibile. Principalmente per ragioni finanziarie, visto che ogni società intasca una somma forfettaria per ogni partita a porte chiuse.
Quali saranno, però, le prospettive dopo questa lunga fase di qualificazione? Lo scenario è complicato anche dagli ovvi conflitti d'interesse, con la Federhockey internazionale (Iihf) che vuole imporre i Mondiali in primavera come da programma, anche perché una cancellazione per il secondo anno di fila causerebbe ingenti danni economici. La Federazione svizzera vorrebbe invece garantire a Patrick Fischer e alla sua nazionale la miglior preparazione possibile ai campionati del mondo, mentre alla Lega piacerebbe che in Svizzera League si possa continuare a giocare fino a una settimana prima dell'inizio della rassegna iridata. Anche perché, naturalmente, è fuori discussione che il campionato possa andare avanti durante i Mondiali (sempre in attesa di sapere se, e dove si faranno).
A proposito di finale di stagione: è chiaro che in Svizzera i famosi pre-playoff introdotti questa stagione non potranno venir sacrificati in corso d'opera. Anche perché per abolirli ci vorrebbe una maggioranza di tre quarti dei club alla prossima riunione della Lega, il che non è concepibile. In alternativa, però, ci sono diversi scenari al vaglio: la gamma di soluzioni va dai playoff canonici tutti al meglio di sette sfide sino a una versione accorciata con quarti, semifinali e finale al meglio di sole tre partite. Ipotesi, quest'ultima, che però non piace a nessuno. Specialmente non alle tivù.
Ma la prima grana da risolvere sono gli appuntamenti della Nazionale ancora in calendario nel mese di febbraio: nonostante la riluttanza di Lega Nazionale e della Del tedesca, e pure delle commissioni mediche, le due amichevoli tra Germania e Svizzera previste a inizio febbraio dovrebbero rimanere nel programma. E non più con l'idea che vi giochino i giovani oppure le seconde scelte, bensì con i migliori giocatori possibili.
Due amichevoli che, tuttavia, sono un controsenso non soltanto perché in Svizzera già scarseggiano le date per il campionato, ma soprattutto perché i reduci da quelle due sfide potrebbero scatenare una quarantena generalizzata una settimana dopo. Nessuno però osa davvero esprimersi sul tema, anche perché le relazioni tra Federazione e Lega sono già piuttosto tesi pensando alle riforme messe sul tavolo per i prossimi anni, non da ultima quella che propone l'allargamento del numero di giocatori stranieri utilizzabili in campionato.