Calcio

Un calcio ai preconcetti

È in pieno svolgimento ad Arzo il campo estivo delle selezioni femminili Under 12, 14 e 17 della Federcalcio ticinese

Ti-Press
23 agosto 2018
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Arzo – Il calcio è passione. Una passione che si può leggere tutta sul volto sorridente delle poco meno di settanta ragazze (tutte nate tra il 2002 e il 2010) che stanno seguendo il campo di allenamento 2018 della sezione femminile della Federazione ticinese di calcio. Campo base dell’intensa settimana, iniziata lunedì e che si chiuderà domani, è il Centro sportivo della Montagna di Arzo.

«Il campo di fine estate è diventato ormai una consuetudine – illustra Marco Maggi, che con Rosanna Vanetta è a capo della sezione femminile della Ftc –. In passato lo proponevamo a Zuchwil. Poi, tre anni fa, per evidenti ragioni economiche, abbiamo deciso di... giocare in casa: nel 2016 abbiamo fatto capo alle infrastrutture del centro sportivo di Tesserete e, dall’anno scorso, a quello di Arzo, appoggiandoci anche alla Perfetta per vitto e alloggio».

Sotto la guida del responsabile tecnico Stefano Bulfaro e dei rispettivi allenatori, sfilano le selezioni U12, U14 e U17 cantonali. «Sono fondamentalmente due gli scopi di questo campo di allenamento. Da un lato si tratta di affinare il bagaglio tecnico delle giocatrici e, dall’altro, di sviluppare il senso di squadra dell’intero gruppo. Con le più grandi, quelle delle U14 e U17, cerchiamo di portare avanti un discorso di continuità, di crescita costante. Queste ragazze hanno già nelle gambe altre esperienze in questo raduno, e sono qui per proseguire nel solco di quanto fatto negli anni precedenti. Loro fanno anche parte del progetto esterno alla Ftc, denominato Associazione calcio femminile Ticino e che si occupa del calcio femminile d’élite, con epicentro a Giubiasco: da settembre, le U14 per la prima volta disputeranno il campionato cantonale Footeco, confrontandosi con le società del calcio d’élite maschile con il nome di Associazione calcio femminile Ticino. Le U17, invece, in autunno saranno impegnate nel campionato Coca Cola Junior C, mentre in primavera, per la seconda volta, saranno iscritte al campionato nazionale femminile U17 organizzato dall’Asf».

Sebbene queste giocatrici rimangano tesserate nei rispettivi club, per tutta la stagione vestiranno la casacca della selezione cantonale: «Lo scopo è quello di seguirle passo passo nella crescita sportiva al fine di prepararle nel miglior modo possibile ad entrare nel mondo delle attive. Il nostro lavoro consiste anche nel trovare per ciascuna la collocazione ideale, in base alle sue preferenze e alle sue qualità». Anche in Lega nazionale A: «Esatto – rileva Rosanna Vanetta –. Già adesso, 5 giocatrici uscite dalla U17 cantonale fanno parte della rosa del Lugano in Lega nazionale A».

Non c’è però il rischio che le società si sentano “derubate” di alcune pedine fondamentali? «Se lo si guarda nel breve termine, limitandoci all’apparenza, potrebbe anche sembrare così. Ma il nostro è un lavoro basato sul medio-lungo termine: con le giovani più promettenti lavoriamo in modo mirato per farle crescere e migliorare tecnicamente, mettendo loro a disposizione tutto il necessario, a cominciare da una struttura adeguata e a uno staff tecnico appositamente formato. Il potenziale e la qualità per fare bene ci sono: sebbene il Ticino non sia ai primi posti per numero di tesserate rispetto ad altre realtà della Svizzera, a livello di risultati le nostre selezioni sono tra le più forti. E se ne stanno accorgendo pure in seno all’Asf, tanto che tre delle nostre ragazze sono state ammesse al centro di preformazione federale di Bienne».

‘Più fatica nel Bellinzonese, ma a Gnosca qualcosa si sta muovendo’

Arzo – Se per le U14 e U17 il raduno di Arzo rappresenta un gradino in più nel percorso di crescita, per le più piccole, le U12 è invece il primo importante passo formativo. «Quelle che abbiamo convocato qui ad Arzo (una trentina, ndr) sono le più promettenti che abbiamo individuato in occasione delle preselezioni di primavera – specifica Marco Maggi –. Bambine che presentano un potenziale interessante. Loro, rispetto alle più grandi, al termine di questo campo di allenamento faranno ritorno alle rispettive società, e con loro disputeranno i vari campionati». Durante la stagione saranno comunque convocate regolarmente a degli stage con la maglia della selezione cantonale. Quando sarà il momento di decidere, spetterà poi a ognuna scegliere il percorso che vorrà seguire, se proseguire in una squadra mista o in una esclusivamente femminile, svolgendo in più le attività della selezione cantonale: «Noi fungiamo da supporto nella scelta, ma questa spetta unicamente alla calciatrice. Penso sia fondamentale lasciare a ciascuna la possibilità di decidere liberamente il suo percorso, almeno finché possibile a livello di regolamento. Sebbene il calcio femminile sia cresciuto in popolarità, c’è ancora molto lavoro da fare nella propaganda e nel sostegno di questa realtà, a livello di reclutamento di nuove leve e nello sviluppo di scuole calcio specifiche».Il modello ideale è quello dell’As Gambarogno, che può vantare una sezione femminile ben strutturata e curata. E due sono le scuole calcio attive nel Sottoceneri rivolte in modo specifico alle bambine: una a Lugano e una a Paradiso. «Nel Bellinzonese facciamo invece un po’ più di fatica. Ma qualcosa si sta muovendo, in particolare a Gnosca, dove da settembre, alla ripresa dei campionati, per la prima volta ci sarà una squadra Allieve E tutta femminile oltre alla scuola calcio. La speranza è che possa fungere da modello e che altre società si decidano a seguire l’esempio. Con queste selezioni stiamo cercando di costruire il serbatoio a cui un domani potranno attingere le squadre femminili che militano nelle attive». Che, attualmente, in Ticino sono sei: Lugano (Lna e 2ª Lega), Balerna (1ª), Gambarogno (2ª), Ascona (3ª) e Arzo (4ª).

L’ispirazione arriva anche dalla collana ‘Gol!’

Arzo – Loro, il calcio, l’hanno abbracciato per scelta personale. Chi seguendo le orme di un fratello, chi quelle di un’amica. O per semplice curiosità. Ma, appunto, per libera scelta. E tanta passione. Un atout che si vede tutto nell’impegno che ci mettono in questi giorni sul campo di Arzo, nonostante la coda lunga della canicola conceda poca tregua. «È duro, ma anche divertente», commenta Marika, dodicenne al suo terzo campo di allenamento targato Ftc. Difensore di ruolo, Marika sogna di emulare le gesta di Chiellini, il suo idolo. Da ‘veterana’ delle selezioni, cosa si sente di dire Marika a chi partecipa per la prima volta? «Che qui si possono fare belle amicizie, che ci si allena, ma ci si diverte anche parecchio. E c’è un bellissimo ambiente».

Ana, tredicenne, al calcio ci è arrivata seguendo le orme del fratello. «Ma ora sono più brava di lui», sottolinea. Al punto da sognare in grande: «Mi piacerebbe, un domani, vestire la maglia della Nazionale». E magari, lei che è una punta, di emulare le gesta del suo idolo, tale Cristiano Ronaldo.

Dybala («Con la ‘ipsilon’ mi raccomando») è invece il preferito della tredicenne Amélie (al suo secondo campo) e della dodicenne capriaschese Sara. «L’anno scorso a questo campo ho imparato molte cose, e sono migliorata molto. Ecco perché ci sono tornata volentieri – sottolinea Amélie –. Da bambina ho praticato per diversi anni l’atletica. Ma poi ho deciso di cambiare sport, perché il calcio mi piaceva». Sara, dal canto suo, al mondo del pallone è arrivata passando dal balletto: «Nel tempo libero giocavo spesso a calcio con mio fratello. Così, quando si è presentata l’occasione, ho deciso di provare questa nuova esperienza, e sono veramente contenta di come stia andando».

Poi c’è Elisa, dieci anni, che nei tempi morti tra un allenamento e l’altro si dedica alla lettura: «Sto leggendo un libro di fantascienza. Mi piace leggere: è anche grazie alla lettura che sono arrivata al calcio. A farmi innamorare di questo sport sono stati i libri della collana Gol!». Ma il suo idolo è di carne e ossa, e porta la maglia della Nazionale: «Ricardo Rodriguez. Mi piace il suo stile di gioco. Peccato per i Mondiali... Col Brasile la Svizzera aveva davvero dimostrato di avere una buona squadra. Ma contro la Svezia, negli ottavi di finale, non è riuscita a fare altrettanto. Potevano fare meglio...».

Una delle più navigate del gruppo è Luna, 15 anni e al suo quarto campo di allenamento Ftc, nonché capitano della U17: «Gioco a calcio da quando avevo 9 anni. Ho scelto questo sport perché... non ero portata per il balletto. Trovo che questo campo di allenamento sia molto utile, per migliorare tecnicamente e come persona, stringendo anche nuove amicizie».

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