Il sudsudanese, uno dei migliori specialisti dei 5’000, ottiene il nullaosta a gareggiare per la Svizzera, ma solo fra tre anni. Spunta l'ipotesi ricorso
Il (lungo) conto alla rovescia è cominciato: dal 6 aprile del 2026, Dominic Lobalu potrà partecipare ai grandi appuntamenti internazionali in qualità di atleta rossocrociato. Anche se per allora non potrà ancora beneficiare del passaporto svizzero. La decisione è stata presa oggi dalla Federatletica internazionale (World Athletics), dopo che il dipartimento che si occupa di tali questioni ha deciso di permettere al venticinquenne sudsudanese di rappresentare il nostro Paese, ma solo ad alcune condizioni. Una di queste è che Lobalu, arrivato in Svizzera da profugo nel 2019, consolidi il suo legame con la Svizzera. Tuttavia, tale verdetto accontenta Swiss Athletics solo in parte: infatti la Federazione svizzera di atletica giudica che tre anni di attesa siano troppi, tanto da ragionare sull'eventualità di ricorrere contro la decisione.
Il venticinquenne fondista africano, uno dei migliori protagonisti dei 5'000 a livello internazionale (il suo personale, realizzato un anno fa in Diamond League, a Bruxelles, è 12’52”15), nel 2017 aveva disputato i suoi primi Mondiali con il Team degli atleti rifugiati, e due anni più tardi, dopo aver corso per l'Unicef a una maratona a Ginevra, decide di stabilirsi definitivamente in Svizzera, e finisce nel Canton San Gallo, all'Lc Brühl, dove comincia a lavorare con l'allenatore Markus Hagmann. Il paradosso, però, è che da allora Lobalu non ha più la possibilità di competere per dei titoli, visto che è destituito dalla squadra dei rifugiati di World Athletics dopo che ha deciso di rifarsi una vita in Svizzera.