Domani a Los Angeles la finale della Nfl tra Cincinnati Bengals e LA Rams. Due attacchi spettacolari, ma la sfida si deciderà tra le linee
Un anno fa Tampa Bay aveva aperto la strada, diventando la prima squadra ad avere la possibilità di giocare il Super Bowl nel suo stadio e vincerlo. Domenica sera (mezzanotte e mezza su lunedì, ora svizzera) i Los Angeles Rams proveranno a fare altrettanto nell’edizione numero 56 della finale della National Football League. Tornati nel 2016 da St. Louis, dove per altro avevano vinto il loro unico titolo nel 2000, i Rams ospiteranno nell’avveniristico SoFi Stadium (la cui costruzione è costata oltre 5 miliardi di dollari) i Cincinnati Bengals, grande sorpresa della stagione e che, per l’alternanza tra Afc e Nfc, saranno formalmente la squadra ospitante. Nel mese di settembre, a inizio torneo, probabilmente nessuno avrebbe osato scommettere il classico dollaro bucato su una compagine che nelle ultime due stagioni aveva vinto appena 6 partite (Cincinnati) e un’altra alla quale sembravano sempre mancare cinque centesimi per fare un franco (Los Angeles).
Ma entrambi i front office hanno lavorato con arguzia, riuscendo a costruire due squadre capaci di andare in progressione nel corso della stagione e di dare il meglio nei playoff. Il miracolo è senza dubbio quello di Zach Taylor e dei suoi Bengals (10-7): nel penultimo draft hanno pescato il quarterback del futuro (Joe Burrow) e la scorsa primavera gli hanno affiancato il suo ricevitore preferito a Lsu, Ja’Marr Chase: il primo ha lanciato per 4’611 yarde con 34 touchdown e 14 intercetti, il secondo ha risposto con 1’455 yarde di ricezione, 13 td e ben 22 guadagni di oltre 20 yarde.
La mossa decisiva per riportare Los Angeles (12-5) a giocarsi il Vince Lombardi Trophy è invece giunta via “trade”, con l’acquisizione di Matt Stafford da Detroit. Prima scelta assoluta nel 2009, per undici anni è stato limitato dalla pochezza della franchigia del Michigan, prima di uno scambio di mercato che ha rilanciato, a 34 anni, la sua carriera. In regular season, Stafford ha postato 4’886 yarde con 41 td e 17 intercetti, trovando immediatamente una favolosa intesa con Cooper Kupp (1’947 yarde ricevute), primo ricevitore dal 2005 a realizzare la “triple crown”, vale a dire a guidare la lega in numero di ricezioni (145), touchdown (16) e yarde ricevute. Fondamentale pure l’innesto a stagione in corso dell’altro ricevitore Odell Beckham (12,5 yarde a ricezione), tagliato da Cleveland.
Se gli occhi di tutti saranno posati sui due quarterback, il cuore della sfida batterà pochi metri davanti a loro, in quelle che comunemente vengono definite le “trincee”. Fondamentale sarà la capacità della linea d’attacco dei Bengals (in stagione ha concesso 55 sack, nei playoff 11) di contenere gli assalti della controparte difensiva, guidata da una vera forza della natura, quell’Aaron Donald a lungo in lizza per il premio di Mvp della Lega e capace di contabilizzare 12,5 sack partendo dalla posizione di defensive tackle. Con lui, a rendere la vita difficile a Burrow ci saranno pure Miller e Floyd, entrambi accreditati di 9,5 sack. La partita, verosimilmente, si giocherà in quei pochi metri. Se Burrow sarà protetto a sufficienza per permettere ai suoi ricevitori di eludere le marcature, la difesa di Los Angeles potrebbe venir colpita in profondità dalla fisicità di Higgins e Uzomah e dalla velocità di Chase. In caso contrario, il rischio è che l’attacco dei Bengals si ritrovi troppo spesso in panchina, dando così spazio all’abilità di “passer” di Stafford (il quale dovrà a sua volta guardarsi dal defensive end Hendrickson, 14 sack).
Vada come vada, la sfida del SoFi Stadium dovrebbe essere molto equilibrata, almeno stando alle statistiche stagionali. Con il pallone in mano, Los Angeles è 5ª nei passaggi (273,1 yarde a partita) e 25ª nelle corse (99 yds), mentre Cincinnati replica con il 7º posto palla in aria (259 yds) e il 23º palla a terra (102,5 yds). Dall’altro lato della linea di scrimmage, Los Angeles vanta la 6ª difesa contro le corse (103,2 yds) e la 22ª contro i passaggi (241,7), mentre Cincinnati occupa il 5º posto contro le corse (102,5) e il 26º contro i passaggi (248,4 yds). Numeri che, grossomodo, si equivalgono, per cui il Super Bowl potrebbe essere deciso da un calcio da tre punti. E anche in questo caso, entrambi i kicker hanno il piede molto caldo: per i Rams, nei playoff Matt Gay ha infilato tra i pali 7 field goal su 9, mentre sull’altro fronte ha fatto meglio il rookie Evan McPherson con un perfetto 12 su 12, tra cui quello a tempo scaduto nel secondo turno dei playoff contro Tennessee (19-16).
Per entrambe le squadre si tratterebbe del primo Super Bowl (come detto, i Rams l’hanno vinto, ma a St. Louis, 13-16 contro Tennessee). Los Angeles è al quarto tentativo, dopo quelli falliti nel 1980 (31-19 da Pittsburgh), nel 2002 (a St. Louis, 20-17 da New England) e nel 2019 (13-3 ancora da New England). E sarà il terzo per i Bengals, fermati nel 1982 (26-21) e nel 1989 (20-16) dai San Francisco 49.ers di Joe Montana. E proprio al Golden Boy della California in molti paragonano Joe Burrow: il quale, in caso di vittoria raggiungerebbe “Broadway Joe” Namath (Alabama e New York Jets) e proprio Joe Montana (Notre Dame e San Francisco) nel ristretto novero dei quarterback capaci di vincere da titolari sia il campionato Ncaa, sia il Super Bowl. Al secondo anno da professionista e dopo una stagione da rookie dimezzata a causa di un grave infortunio al ginocchio (rottura di crociati e collaterali), non è davvero poca cosa.
Il Super Bowl è sì un evento sportivo, ma pure una sorta di festa nazionale, trascorsa a mangiare e a bere con familiari e amici. Si stima che domenica i circa 148 milioni di telespettatori (dati del 2021) divoreranno qualcosa come 1,6 miliardi di ali di pollo, 12,5 milioni di pizze, 5 milioni di chili di patatine e li innaffieranno con milioni di litri di birra. Il tutto durante le numerose pause pubblicitarie che la Nbc ha venduto a 6,5 milioni di dollari per 30 secondi. Attesissimo, come ogni anno, lo show di metà partita. Sul palco del SoFi Stadium, allestito in pochissimi minuti, si esibiranno cinque leggende del rap e del R&B: Dr. Dre, Snoop Dogg, Eminem, Mary J. Blige e Kendrick Lamar.