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Di ritorno un palazzetto dello sport e dubbi sulla neutralità

Da progetti per un lungolago pedonalizzato, attraverso le elezioni americane ai margini della Valle della Morte, fino ai riflettori riaccesi su Pulice

8 aprile 2024
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Salutate le impalcature, dopo quasi due anni di lavori e un investimento di 5,5 milioni di franchi, la ristrutturazione del Palapenz di Chiasso è ormai terminata. L’impianto sportivo tornerà fruibile da atleti e cittadini a partire da maggio.

Si sono nuovamente accesi i riflettori sul pentito dalle mille vite Gennaro Pulice, fattosi conoscere anche in Ticino. Dapprima killer della ’ndrangheta, poi uomo d’affari per conto della criminalità organizzata, nonché dirigente calcistico di Serie A, l’infine collaboratore di giustizia afferma che “le cosche hanno scoperto che la finanza consente di guadagnare senza correre grandi rischi. Le mie esperienze lo dimostrano”.

Morcote sogna un lungolago pedonalizzato, ma dispone di una sola strada. Bissone, invece, è già al lavoro con Ustra e il Cantone nell’ambito del PoLuMe che stravolgerà il piano viario.

Dal Luganese a Beatty, una piccola comunità del Nevada, negli Stati Uniti. Ai margini di uno dei deserti più caldi che esistano, nell’ultima città che si incrocia prima di entrare nel paesaggio lunare che contraddistingue la Valle della Morte si tifa Trump, si scende in strada per Trump e si celebra la venuta del figlio Eric sul giornale locale come l’arrivo di un messia.

In che modo la Confederazione, e chi ne guida la diplomazia, mette in pratica la neutralità rispetto alla tragedia di Gaza? È attorno a questo tema che riflette, nel suo commento di oggi, Aldo Sofia.

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