Secondo i promotori dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” il salario minimo persegue degli scopi sociali e deve permettere a chi lavora di avere una vita dignitosa senza dover ricorre agli aiuti dello Stato.
In Ticino abbiamo bisogno al più presto di concretizzare questo principio con una legge di applicazione che stabilisca un salario minimo legale adeguato.
I dati sulla povertà, sulla precarizzazione del lavoro e il livello degli stipendi praticati nel nostro Cantone ne confermano l’urgenza. Il Ticino infatti ha il triste primato dei poveri. Le persone a rischio di povertà sono il 31.4% contro la media nazionale del 14%, mentre il tasso di povertà è del 16.5% contro il 7.5% a livello svizzero. La povertà ha ripercussioni su tutta la famiglia e coinvolge il 17% dei giovani.
Molto preoccupante è anche il tasso di povertà delle persone attive che sfiora il 12% contro il 3.5% a livello svizzero. Ben 1116 persone con un’attività lavorativa nel dicembre 2016 erano a beneficio dell’assistenza sociale.
Per spiegare questi dati non servono ipotesi complicate. Abbiamo infatti delle condizioni di lavoro dove si impone sempre più il fenomeno del precariato con un tasso di sottoccupazione superiore al resto del paese, degli stipendi nettamente al di sotto della media svizzera, premi cassa malati in forte crescita e superiori alla media svizzera e affitti paragonabili ai livelli nazionali. Sono sempre di più le persone che si indebitano perché non riescono a pagare i premi cassa malati.
In Ticino il salario mediano è inferiore del 20% a quello svizzero, ma non solo siamo l’unica regione in cui tra il 2008 e il 2016 è diminuito. In alcuni settori questa diminuzione ha raggiunto i mille franchi mensili.
Ma come si spiegano queste differenze salariali. Le possibilità sono due o in Ticino abbiamo dei lavori a basso valore aggiunto oppure in Ticino per le stesse posizioni si pagano salari più bassi rispetto alla media nazionale. Confrontando nello stesso settore stipendi con funzione e formazione uguali si vede come nel nostro Cantone ci sia una remunerazione molto inferiore al resto della Svizzera.
Le aziende giocano al ribasso sui salari, forti di una manodopera a basso costo presente nella vicina Lombardia. Lo Stato diventa quindi una stampella per alcune aziende integrando i magri redditi di queste persone attraverso sussidi e prestazioni.
Questa realtà è confermata anche dal grande numero di Contratti Normali di Lavoro, una misura concepita per combattere offerte ripetute e abusive di salari inferiori a quelli usuali. Contratti normali di lavoro dove ad esempio per il settore informatico il salario minimo è fissato a 18 franchi all’ora.
Questo salario non permette sicuramente a una famiglia ticinese di arrivare fine mese con tutte le bollette pagate.
Ma quale salario minimo bisogna applicare. Il Tribunale federale in una sua recente sentenza ha riconosciuto come valide le soglie delle prestazioni complementari per Avs/Ai. Prendendo i dati aggiornati al 2019, riconoscendo al lavoratore delle spese di trasporto e per i pasti fuori casa, arriviamo a un salario di 3'865 franchi al mese per dodici mensilità. Il salario minimo proposto dal Governo è invece di 3'370 franchi. Con questo stipendio anche una persona che vive da sola, pur lavorando è ancora costretta a chiedere l’intervento dello Stato.
Auspichiamo che questo Parlamento arrivi al più presto ad una soluzione decidendo però a favore di un salario minimo che risponda alla volontà di tutte le cittadine e di tutti i cittadini che hanno votato questa iniziativa.