Scozia

La crociata di J.K. Rowling contro i transgender continua

Nel mirino della ‘madre’ di Harry Potter c'è la legge scozzese che punisce la transfobia. La scrittrice su X: ‘Arrestatemi’. La replica della polizia

J.K. Rowling
(Keystone)
3 aprile 2024
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Si riapre lo scontro fra trincee avverse nel Regno Unito sul fronte della battaglia del mondo Lgbtq+ per la tutela dei trans e di quella opposta per la difesa della "differenza di genere delle donne" invocata parallelamente sia da ambienti conservatori, sia da settori del movimento femminista.

L'ultima pietra dello scandalo è rappresentata dall'entrata in vigore in Scozia di una legge locale d'impronta liberal annunciata a mo‘ di stretta contro l'istigazione all'odio nei confronti delle minoranze sessuali, in particolare delle persone transgender: legge contro cui è insorta fra i primi J.K. Rowling, scrittrice resa celebre nel mondo dalla saga di Harry Potter e fervente paladina in nome del femminismo della difesa di una chiara linea distintiva biologica fra donne e uomini, a protezione dell'intimità, dell'identità e della sicurezza stessa delle prime.

La nuova normativa - promossa dal governo di Edimburgo guidato dal first minister Humza Yousaf, leader del partito nazional-progressista degli indipendentisti scozzesi (Snp) - si limita a rafforzare la legislazione esistente. Ma per le voci critiche si tratta potenzialmente di un bavaglio in grado di mettere a rischio la libertà di espressione, sacra sulla carta per la democrazia britannica, in omaggio al politicamente corretto. A cavalcare la polemica a fini politici (e pre-elettorali, in vista delle elezioni di quest'anno) è anche il governo centrale di Londra, che per bocca del premier Tory, Rishi Sunak, ha bacchettato pubblicamente l'iniziativa scozzese: senza escludere un eventuale veto costituzionale (già imposto con successo a una precedente legge di Edimburgo sul ‘gender free’). Nessuno, ha tuonato Sunak, va perseguito per "l'affermazione di fatti" certificati "dalla biologia". "In questo Paese crediamo nella libertà di parola e i conservatori la proteggeranno sempre", ha poi ammonito, atteggiandosi a difensore di Rowling.

L'autrice - inglese di nascita, scozzese d'adozione - non si è da parte sua sottratta al botta e risposta: reagendo al varo del provvedimento con una serie di messaggi via social media e arrivando a dirsi pronta a farsi "arrestare" pur di poter manifestare le proprie idee. La legge, nelle sue parole, attribuisce "un valore più alto alle sensibilità di uomini che esibiscono una loro idea d'identità femminile, magari in modo misogino od opportunistico, rispetto ai diritti e alle libertà concrete di tante ragazze e donne", ha tuonato. "La libertà di parola e di credo in Scozia è destinata a finire se una definizione biologica accurata dei sessi viene bollata come reato", ha rincarato.

La mamma di Harry Potter - finita ripetutamente nel mirino di attivisti Lgbtq+ negli ultimi anni per le sue categoriche prese di posizione, non senza denunce di minacce o intimidazioni, e rinnegata pure da alcuni protagonisti del mondo della cultura e del cinema, inclusi reduci dei film hollywoodiani sul maghetto nato dalla sua fantasia - ha quindi ricordato alcuni casi-limite di cronaca, come quello recente di uno stupratore rinchiuso temporaneamente in un carcere femminile in Scozia avendo avviato la sua "transizione" sessuale solo dopo l'arresto. E ha rivendicato di poter continuare a indicare i transgender come "uomini", biologicamente.

A difesa della legge si è levata invece la voce del first minister Yousaf, primo leader dell'indocile nazione settentrionale della Gran Bretagna di radici musulmane (i genitori sono immigrati pachistani, la moglie ha origini palestinesi) che si è detto "molto orgoglioso" di una riforma giustificata con l'incremento di "episodi d'odio" e intolleranza. Riforma bersagliata "dalla disinformazione", ma che in realtà contiene "garanzie sulla libertà d'espressione", ha asserito: e che la polizia scozzese "saprà applicare" con il necessario "discernimento".

La polizia non indagherà sulla scrittrice

La scrittrice britannica J.K. Rowling, non sarà indagata dalla polizia per i suoi messaggi polemici. Lo ha annunciato la stessa Police of Scotland in una nota, precisando di aver condotto una verifica sulla base delle segnalazioni di attivisti vari ma di aver concluso che le sue espressioni non hanno rilevanza penale neppure alla luce dell'ultimo giro di vite normativo.

La comunicazione è stata poi ripersa dalla stessa Rowling che, sempre tramite X, ha scritto: "Spero che ogni donna in Scozia che desideri parlare a favore della realtà e dell’importanza del sesso biologico sia rassicurata da questo annuncio e confido che tutte le donne – indipendentemente dal profilo o dalla situazione finanziaria – saranno trattate equamente secondo la legge".

La decisione della polizia di non perseguire Rowling è stata definita "molto deludente" da Katie Nevees, donna trans nominata delegata britannica all'Onu sulle questioni femminili, che tempo fa la scrittrice aveva additato come "un uomo eterosessuale trasformatosi in donna lesbica a 48 anni". "J.K. Rowling fa del bullismo e questa nuova legge dovrebbe servire proprio a punire i bulli", ha sostenuto Nevees, asserendo d'essere stata bersaglio del suo "incitamento all'odio" in passato e di aver "ricevuto per questo migliaia di messaggi" ostili.

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