Passa in Vigilanza la risoluzione che permette di ricandidare l’ex Ceo di Muzzano. Astensione decisiva di Forza Italia
La cosiddetta risoluzione ‘salva-Foa’ è passata. La commissione parlamentare di Vigilanza ha infatti approvato – complice l’astensione ‘amica’ di Forza Italia - la proposta leghista per permettere al consiglio d’amministrazione Rai di proporre qualsiasi suo membro per la presidenza: un nulla osta di fatto a Marcello Foa. Ora per lui c’è solo un ultimo ostacolo: l’audizione presso la stessa commissione bicamerale del candidato; una richiesta avanzata da Forza Italia, secondo i maligni per rendere meno evidente la capitolazione al vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Salvo colpi di scena, l’iter dovrebbe chiudersi entro martedì o mercoledì.
Ad agosto la candidatura di Foa era stata affossata proprio da Forza Italia (Fi), sollevando questioni di metodo: Silvio Berlusconi non era stato consultato prima di mettere il nome sul tavolo. Un modo per ricordare a Salvini, formalmente ancora suo alleato, che l’ex premier non è mica il figlio della serva. Nulla da ridire, invece, sul profilo professionale dell’ex Ceo del Gruppo Corriere del Ticino, già caporedattore esteri e blogger del ‘Giornale’ filoberlusconiano.
Resta feroce come quest’estate l’opposizione del Partito democratico, che già annunciato ricorsi alla Corte dei conti e ai tribunali competenti per avere cancellato la prima bocciatura della Vigilanza. Ma questa, semmai, è musica del futuro.
Lo sblocco dell’accordo Rai si inserisce nelle trattative per le prossime elezioni regionali (in Basilicata, Abruzzo, Trentino, e poi in Sardegna e Piemonte): secondo osservatori di tutti gli schieramenti, i forzisti avrebbero inserito il ‘sì’ a Foa nei negoziati di coalizione con la Lega, in previsione di un accordo su governatori e amministratori locali. Berlusconi spererebbe così di farsi trainare dalla locomotiva Salvini, ottenendo magari la guida di Piemonte e Abruzzo e offrendo in cambio un pacchetto di consensi piccolo, sì, ma in certi casi decisivo. Comunque le prove di détente sono agli inizi: impossibili previsioni certe. Tanto più che la Lega dovrà triangolare coi Cinquestelle al governo e col ‘terzo incomodo’ nel patto di coalizione già tentato alle Politiche: Giorgia Meloni coi suoi Fratelli d’Italia.
A salvare Foa sarebbe stata infine pure l’opposizione leghista ai tetti pubblicitari e alla revisione delle concessioni tv. La proposta del M5s – utile per mostrarsi immuni al ‘do ut des’ partitocratico – azzopperebbe infatti Mediaset.
Domenica, Foa aveva interrotto il suo “silenzio istituzionale” per annunciare di avere ricevuto a Firenze il Premio Oriana Fallaci: “un riconoscimento che mi onora”. Fra le motivazioni della scelta il fatto di essere “protagonista di un giornalismo serio, paladino del pluralismo e della libertà di stampa”. Il premio fu assegnato in passato, fra gli altri, anche a Marine Le Pen, presidente del Rassemblement (ex Front) National; Tommy Robinson, ex leader del movimento di estrema destra britannico English Defence League bandito a vita da Twitter per incitamento all’odio; Geert Wilders, padre-padrone dell’analogo olandese Pvv; Vittorio Feltri, direttore di ‘Libero’. ‘NeXt Quotidiano’ spiega che il premio è organizzato dall’ex coordinatore della Lega Nord a Imola Armando Manocchia, gestore del sito ‘Imola Oggi’, non registrato come testata d’informazione e noto in passato per la pubblicazione di bufale e notizie distorte, specie sul mondo arabo.
Nel frattempo nessuna nuova sul ruolo di Foa all’Università della Svizzera italiana, presso la quale ha co-fondato l’Osservatorio europeo di giornalismo e tiene un corso di ‘Comunicazione e media nell'ambito delle relazioni internazionali’ (unico riferimento bibliografico, stando al sito dell’ateneo, il suo ‘Gli stregoni della notizia. Atto secondo’). Il corso è previsto per il semestre autunnale, ma la conferma dell’incarico spetta comunque al Consiglio di facoltà.