Meno di un mese fa il rapporto definitivo sugli abusi e le violenze commesse sui bambini del coro di Ratisbona hanno riaperto in Germania la ferita: e le parole di Papa Francesco, che chiede perdono della "mostruosità assoluta" della pedofilia sono arrivate ai tedeschi dalla prefazione a un libro di una vittima che sarà in libreria a partire da domani.
A pubblicare il testo del pontefice in anteprima è stato Bild, il tabloid di Axel Springer, ma in Italia il libro di Daniel Pittet era già uscito nei mesi scorsi. Questo testimone, che oggi ha 58 anni, e che fu stuprato e costretto a girare scene pornografiche da un monaco cappuccino quando ne aveva 8, è stato incoraggiato dal pontefice in persona
a raccontare la sua storia. E il volumetto, edito da Herder, si intitola: "Padre, io vi perdono! Abusato ma non distrutto".
Il caso singolo porta a un riconoscimento più ampio e generale, di grande importanza, sulla pedofilia: "Si tratta di un'assoluta mostruosità, un peccato terribile, che contraddice
tutto quello che la Chiesa insegna", ha scritto Papa Francesco.
Il pontefice chiede perdono a tutti: "Alcune vittime si sono alla fine addirittura tolte la vita. Questi morti pesano sul mio cuore come sulla mia coscienza e sull'intera chiesa. Alle loro famiglie vorrei esprimere il mio amore, il mio dolore e chiedere
in tutta umiltà il loro perdono".
"È una grande sfida per le vittime di violenza pedofila prender la parola e raccontare quello che hanno dovuto subire, e descrivere come la esperienza traumatica di una volta ancora anni dopo li tortura - scrive ancora Francesco -. Per questa ragione la testimonianza di Daniel Pittet è così necessaria, così preziosa e coraggiosa".
Le parole del Papa giungono all'opinione pubblica tedesca come una risposta - anche se il papa ne ha scritto precedentemente - alla rivelazione definitiva del legale Ulrich Weber, che ha reso noto che almeno 547 bambini furono vittime di violenze e abusi a Ratisbona, in una conferenza stampa tenuta a fine luglio. Un documento che ha portato ancora una volta l'attenzione anche sul clima di terrore che imperava fra i giovanissimi alunni della
città bavarese, e su cui la chiesa ha reagito attraverso una lettera del vescovo della locale diocesi, Rudolf Voderholzer, definendolo "difficile da digerire anche per la chiesa di oggi".
(Ansa).