Economia

Lavorare la domenica nelle zone turistiche? Scontento generale

Per i partiti borghesi e le città l'apertura non è sufficiente, mentre la sinistra e i sindacati sono contrari a qualsiasi ammorbidimento

Chiusi o aperti?
(Ti-Press)
10 marzo 2024
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Il previsto allentamento del divieto di lavorare la domenica nelle zone turistiche urbane scontenta tutti: per i partiti borghesi e le città l'apertura non è sufficiente, mentre la sinistra e i sindacati sono contrari a qualsiasi ammorbidimento.

Con la revisione dell'ordinanza 2 concernente la legge sul lavoro, posta in consultazione da novembre al 10 marzo, il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca vuole creare le condizioni affinché i negozi "che offrono una determinata gamma di prodotti in zone urbane con turismo internazionale" possano impiegare personale la domenica per tutto l'anno senza autorizzazione.

L'eccezione sarebbe però limitata alle città con più di 60'000 abitanti. Inoltre, la percentuale degli ospiti alberghieri stranieri dovrebbe essere di almeno il 50%. Ciò significa che l'allentamento sarebbe possibile soltanto a Zurigo, Ginevra, Lucerna, Basilea, Losanna, Berna e Lugano. I Cantoni interessati dovrebbero designare i relativi quartieri all'interno delle città e limitare la gamma di prodotti che possono essere venduti.

Oltre alle regole sui periodi di riposo sostitutivo, l'ordinanza stabilisce che la compensazione per il lavoro domenicale dei dipendenti interessati deve oltrepassare quanto previsto dalle disposizioni di legge.

In linea di principio i partiti di centro-destra e le associazioni delle città e turistiche accolgono la proposta. Ma tutti chiedono aggiustamenti: l'Udc e il Plr vorrebbero che il requisito del numero di abitanti e di pernottamenti fosse rivisto o eliminato del tutto, soprattutto se le città o i comuni hanno un centro storico. Nella sua forma attuale, la disposizione distorce la concorrenza, scrivono i democentristi.

Controversa restrizione della gamma di prodotti

Entrambi i partiti respingono inoltre la restrizione della gamma di prodotti. Secondo l'Udc ciò impedirebbe di offrire ai turisti un'esperienza di shopping anche la domenica. I liberali radicali non sono nemmeno d'accordo con l'indennità aggiuntiva per i dipendenti.

Pure l'Unione delle città svizzere è a favore dell’"auspicato aumento dell'attrattiva per il turismo cittadino", ma solo se le città possono determinare loro stesse i propri quartieri turistici. Pur comprendendo la limitazione ai centri urbani con molti turisti internazionali, l'associazione non condivide il limite di 60'000 abitanti.

Sebbene generalmente favorevole alla liberalizzazione degli orari di apertura domenicali, a causa della restrizione dell'assortimento Hotelleriesuisse definisce addirittura "inutile" la bozza. In questo modo si mancherebbe l'obiettivo di rendere i quartieri più attraenti fornendo "un'esperienza di shopping attrattiva".

Centro favorevole alle restrizioni, sinistra contraria

La posizione è un po’ diversa per l'Alleanza del Centro: anche quest'ultima si dice favorevole alla proposta, in quanto aumenterebbe l'attrattiva turistica delle città svizzere. Allo stesso tempo, però, è importante che non si creino incentivi al turismo dello shopping nazionale. È quindi favorevole alla limitazione sia delle città che dell'offerta merceologica, nonché alla tutela dei dipendenti.

I Verdi e i sindacati sono invece assolutamente contrari a qualsiasi ammorbidimento del divieto di lavoro domenicale: a loro avviso non è necessario ed è stato ripetutamente respinto dal popolo alle urne e dal personale di vendita, afferma il partito ecologista. In questo contesto, aggiunge, non è opportuno indebolire la protezione dei lavoratori.

Sarebbero infatti loro a soffrire di un'ulteriore liberalizzazione, scrivono Travail.Suisse e l'Unione svizzera delle donne cattoliche. L'ammorbidimento della disposizione non comporterebbe alcun valore aggiunto economico, ma piuttosto un calo della produttività, una crescente carenza di manodopera qualificata e un aumento dei costi per la manodopera, sostiene l'organizzazione sindacale. Inoltre, la domenica libera dal lavoro ha un grande valore per i dipendenti e per la società.

Anche il Ps respinge la revisione bollandola come un "indebolimento della protezione dei lavoratori". I socialisti non vedono la necessità di minare ulteriormente il divieto di lavoro domenicale. A seconda dei casi, le vendite domenicali sono già possibili anche nelle aree turistiche urbane. Inoltre la definizione di quartieri turistici è, a loro avviso, troppo vaga e arbitraria.

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