Accesso negato alla risoluzione che riduce il tasso di conversione, Pronzini (Mps) interpella il Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato "cosa intende fare per imporre ai suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione dell’Ipct il rispetto di evidenze giuridiche?". E ancora: "Non pensa che su un tema così importante come le pensioni dovrebbe essere garantita la massima trasparenza ed evitare il ricorso a simili manovre dilatorie e irrispettose dei diritti degli assicurati?". Due domande che il granconsigliere del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini rivolge al governo tramite un’interpellanza.
A monte dell’atto parlamentare c’è il negato accesso, a Pronzini, alla risoluzione del Cda dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, la cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, di ridurre il tasso di conversione. La decisione è stata comunicata nei mesi scorsi dai vertici dell’Ipct ai propri assicurati. La diminuzione del tasso di conversione, in base al quale viene stabilito l’ammontare delle rendite, avverrà dal gennaio 2024: una riduzione graduale su più anni (dal 6,17 al 5 per cento). Dopo il rifiuto oppostogli dalla direzione dell’istituto, il parlamentare dell’Mps si è rivolto alla Commissione di mediazione indipendente prevista dalla Legge sull’informazione e sulla trasparenza. Chiedendo l’avvio della procedura di mediazione. Obiettivo: ottenere l’accesso alla citata risoluzione, riguardante peraltro un tema (la riduzione del tasso di conversione) oggetto della protesta indetta per domani, mercoledì, a Bellinzona, dal gruppo per la difesa delle rendite (ErreDiPi). Il tentativo di mediazione e conciliazione è però fallito. Motivo? L’Ipct non ritiene di essere sottoposto alla Legge sull’informazione e sulla trasparenza (Lit). "Una posizione – scrive Pronzini nella mozione – a dir poco temeraria, smentita dalla stessa documentazione pubblicata dal sito dell’Amministrazione cantonale in relazione alla stessa legge". Sulla pagina del sito "si fa esplicito riferimento – come a uno degli ambiti nei quali deve essere applicata la legge sulla trasparenza – proprio ‘gli enti e le corporazioni di diritto pubblico’ e si nomina proprio ‘la Cassa pensione dei dipendenti dello Stato’ ".
La decisione dell’Istituto di previdenza, si sottolinea nell’atto parlamentare, "comporterà per le migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore pubblico assoggettati una riduzione di ben il 20% sulle proprie rendite. Decurtazione che va ad aggiungersi a una prima riduzione, intervenuta nel 2012, a seguito della decisione della maggioranza del parlamento cantonale", quando si è passati dal primato delle prestazioni a quello dei contributi. Aggiunge Pronzini: "Per capire i contenuti e le discussioni che hanno portato a questa decisione abbiamo chiesto all’Ipct di fornire i verbali e tutto il materiale relativo a questa decisione, non solo perché lo riteniamo un diritto degli assicurati, ma anche per un’esigenza minima di trasparenza, richiamandoci proprio alla relativa legge", la Lit. Il Consiglio di amministrazione dell’Ipct "ha rifiutato di aderire a questa nostra richiesta: di conseguenza, come prevede la legge, abbiamo avviato una procedura ricorsuale che, come prima tappa, prevede un tentativo di mediazione". Non riuscito. Si è ora in attesa che il governo risponda alle domande del deputato dell’Mps.