Il governo accoglie una mozione di Berardi (Ppd) e rivede le direttive: la Cancelleria pubblicherà su una pagina web apposita le risposte e le sintesi
Trasparenza nelle procedure di consultazione, si cambia. E meglio, si fa un passo avanti: il governo, infatti, accogliendo una mozione del deputato popolare democratico Giovanni Berardi aggiorna le prime direttive in materia, risalenti al 17 giugno 2015, e le adegua chiedendo al Gran Consiglio di ritenere quindi la mozione evasa. "Il Consiglio di Stato ha deciso di rivedere e aggiornare le direttive vigenti, traendo spunto dalla discussione sorta sulla consultazione promossa nel settembre 2021 riguardante il rapporto sul superamento dei livelli in terza media e dagli atti parlamentari depositati", si legge infatti nel messaggio in risposta a Berardi. Proprio durante quel dibattito sui livelli, il 26 gennaio, infuriò la bagarre in Gran Consiglio con accuse ripetute al Dipartimento educazione, cultura e sport di aver impedito di prendere visione di tutte le risposte alla consultazione. Accuse rispedite al mittente con fermezza dal direttore del Decs, Manuele Bertoli.
Proprio in mezzo al dibattito Berardi prese la parola per annunciare l’inoltro di questa mozione la quale, un mese dopo, con il suo accoglimento ha condotto a un importante cambiamento: quello che porta la Cancelleria dello Stato a pubblicare "in forma elettronica in una pagina internet specifica la documentazione della procedura di consultazione, compresi i pareri presentati e una loro sintesi. I pareri e la sintesi sono pubblicati al più tardi al momento della decisione del Consiglio di Stato sull’oggetto della consultazione, quindi al momento del licenziamento del messaggio, dell’adozione di un regolamento o della decisione di rinunciare a dare seguito al progetto posto in consultazione".
Tali direttive, precisa l’esecutivo, "non sono applicabili alla consultazione interna dei servizi dell’Amministrazione cantonale. Nemmeno la Confederazione pubblica i pareri e i contributi interni all’Amministrazione federale. Questi documenti fanno parte della fase di formazione dell’opinione del Consiglio di Stato e pertanto non sono pubblici". Ma tutti gli altri sì, e la Cancelleria "gestisce e tiene aggiornato un elenco delle organizzazioni, delle associazioni e degli enti che rappresentano i vari settori di interesse. Questo elenco agevola i servizi cantonali nell’individuare i rappresentanti degli ambienti interessati dal progetto e invitarli a presentare un parere". Parere che sarà, molto più facilmente di prima, consultabile.
Il giorno prima, era il 25 gennaio, fu il deputato dell’Mps Matteo Pronzini – tra i principali ‘accusatori’ del Decs – a inoltrare anch’esso una mozione dal consueto tonitruante titolo: ‘Censura delle prese di posizione dei colleghi dei docenti sul superamento dei livelli: logica autoritaria di Bertoli e del governo deve essere bloccata!’ (sic, ndr). Orbene, in risposta all’attacco dell’Mps il Consiglio di Stato "preliminarmente deplora il titolo improprio e strumentale della mozione. Si rammenta che i deputati che ne hanno fatto richiesta hanno avuto accesso alle prese di posizione espresse in risposta alla consultazione dipartimentale all’origine dell’atto parlamentare e che, quindi, parlare di censura o autoritarismo risulta fuori posto".
Detto ciò, il governo ricorda all’Mps il dettato istituzionale. Già, perché quella inoltrata da Pronzini è una mozione che chiede "l’adozione di basi legali che stabiliscono l’obbligo di pubblicare i pareri presentati dai partecipanti alle procedure di consultazione su progetti cantonali". Ebbene, al Movimento per il socialismo viene ricordato che a): "Secondo l’articolo 105 della legge del 24 febbraio 2015 sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato la mozione è lo strumento per chiedere al governo l’adozione di un provvedimento di interesse generale". E che b): "Nel rapporto del 14 maggio 2002 della Commissione speciale per la riorganizzazione amministrativa del Gran Consiglio (commento all’articolo 98) si spiega che con la mozione ‘non si possono proporre nuove leggi o decreti, rispettivamente delle modifiche legislative, perché a questo scopo vi sono le iniziative’".
Ribadite le regole del gioco, il Consiglio di Stato invita a respingere la mozione "rilevando che l’obiettivo della trasparenza perseguito dalla mozione è raggiunto mediante l’adozione delle direttive che stabiliscono la pubblicazione dei pareri presentati". Come chiesto da Berardi.