Con 42 contrari (Plr, Lega, Udc, Mps) e 40 favorevoli (Ppd, Ps, Verdi, Pc, Più donne) cala il sipario sulla proposta di Bertoli: ‘Deluso per la scuola’
«Purtroppo la maggioranza del Gran Consiglio ha dimostrato pavidità e di non essere pronta neanche a rischiare una sperimentazione che avrebbe potuto dare un risultato magari diverso da quello che alcuni si immaginano». 22.15, corridoio di Palazzo delle Orsoline, in una penombra scalfita da una lama di luce che esce da una porta aperta il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli affida alla ‘Regione’ tutta la sua delusione per l’affossamento alla proposta di sperimentazione del superamento dei livelli in terza media decretato pochi minuti prima dal parlamento con 42 contrari, 40 favorevoli e due astenuti. Occhi rossi, tono comunque fiero, non si sottrae alle domande. «Certamente sono deluso – afferma Bertoli – ma per la scuola, perché non avrà la possibilità di fare questa sperimentazione. Ma non sono per nulla sorpreso perché la qualità del dibattito, quello che si è detto o non detto, il fatto che i contenuti siano stati messi in secondo piano penso sia abbastanza eloquente». Bertoli si riferisce chiaramente a questi ultimi mesi, ma in modo particolare al dibattito andato in scena oggi in Gran Consiglio. Un dibattito aspro, duro, che lo ha visto arrabbiarsi, alzare la voce, picchiare i pugni. Perché no, il direttore del Decs non ha mandato giù il sospetto, fatto circolare da più parti, che il rapporto sulla consultazione sia stato ‘manomesso’, e che le prese di posizione giunte fossero state secretate per loschi motivi. Al punto che, durante il suo intervento, ha ventilato la possibilità di chiedere un’analisi esterna e indipendente per verificare la bontà e la correttezza del lavoro del Dipartimento e di chi ha stilato il rapporto. «Resta un’ipotesi in piedi, mi sono molto arrabbiato quando in modo del tutto gratuito sono state lanciate pesanti accuse che miravano a rendere una fotografia fasulla delle risposte, dicendo che ho posto un documento falso all’indirizzo del Consiglio di Stato. Mi sono molto arrabbiato – continua il direttore del Decs – non per me, ci sono abituato, ma per le persone che hanno lavorato in maniera coscienziosa a questo documento e perché la loro professionalità è stata messa in dubbio in maniera pesante senza indizi o alcun argomento».
Questo stop è la fine definitiva del suo progetto di superare i livelli con i laboratori? «Sono convinto che le buone idee cammineranno, prima o poi si arriverà a questo passo. Ma arriverà tardi, come sempre, e soprattutto non arriverà nei tempi in cui avrei auspicato arrivasse. Il tempo è galantuomo – dice ancora Bertoli –, sono soddisfatto di averci provato fino in fondo, era mio dovere farlo in difesa dei ragazzi». Le accuse sono piovute a grappoli in questi ultimi giorni: arroganza, autoritarismo, poco ascolto. Rifarebbe tutto il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport? «Sì, rifarei tutto. Perché l’iter, la discussione, il come si è fatto cosa, le modalità, sono tutto fumo. Il contenuto è ed è sempre stato la vera questione. Come politico ho sempre cercato di appoggiare le idee buone anche di gente che mi sta cordialmente antipatica. In Gran Consiglio purtroppo si fa ancora fatica a superare questo scoglio e ciò squalifica il dibattito. Oggi il parlamento si è fermato per altre elucubrazioni, non per i contenuti. Ognuno porta la sua responsabilità».
Questo alle 22.15. Ma è dalle 18 che il Gran Consiglio è stato impegnato in un dibattito serrato e senza alcuna esclusione di colpi che ha portato, al fotofinish, al no alla sperimentazione proposta dal Consiglio di Stato con un emendamento al Preventivo 2022 (in seguito approvato) dopo che la maggioranza della Commissione parlamentare della gestione aveva eliminato la voce di spesa da 390mila franchi prevista per l’implementazione diretta del progetto. Né implementazione, né sperimentazione quindi.
I contrari, dopo la tregua concessa ieri, hanno ancora avuto il Plr come capofila. E l’intervento di Aron Piezzi è stato un tiro al bersaglio continuo. Il no alla sperimentazione, infatti, è stato motivato «dal fatto che il secondo biennio deve essere un vero ciclo d’orientamento e bisogna cambiare l’approccio» al fatto che «è sbagliato focalizzarsi solo sulla terza media». Ma mica si è fermato qui Piezzi, anzi: «La scelta di sperimentare una sola modalità è fragile, e ci sono scarsissime informazioni su come stanno funzionando i laboratori in prima e seconda media perché partiti da pochissimo». E poi gli attacchi. Frontali. «L’agire del Decs è stato frettoloso e forzato, ovvio che sorgano dubbi sulle tempistiche e sul registro usato per le analisi. Infatti, tra coloro che si annoverano tra i favorevoli ma con delle condizioni figurano anche collegi docenti di scuola media che criticano apertamente la proposta. La procedura è stata poco adatta e democratica, e la fretta ha portato un manco di trasparenza».
Benzina sul fuoco già ormai divampato la mette il socialista Raoul Ghisletta: «Almeno l’Udc ha il coraggio di dire quello che pensa, il discorso del Plr è confuso. Siamo al limite tra ideologia reazionaria e pubblicità ingannevole, anche la popolazione capirà l’evoluzione di questo partito sempre più verso l’elitarismo». Quanto proposto dal Decs «è logico e lineare», perché «la sperimentazione della scuola media di Caslano parla da sola, l’esperienza è stata positiva e mostra come i laboratori in terza riducano pressioni e problemi ai giovani, perché sposta la scelta del livello di un anno».
Il botta e risposta continua ad alto voltaggio col democentrista Edo Pellegrini, che dopo lunghissime citazioni dal rapporto della consultazione per dimostrare che «sono tantissimi i contrari a questo progetto» afferma che «il Decs non ha mai avuto alcuna intenzione di ascoltare altri pareri oltre il proprio. Ci sono troppe criticità, è un modello monco supportato solo da una netta minoranza dei componenti della scuola».
A favore compatti i Verdi, con Cristina Gardenghi che ribadisce «il sostegno a un’opportunità unica di cominciare finalmente un processo di superamento di un sistema che non permette più di raggiungere gli obiettivi che si era posto». E se Massimiliano Ay (Pc) esclama a voce sempre più alta che «la priorità è superare questo sistema, occorre procedere con celerità e convinzione», il Movimento per il socialismo, con Angelica Lepori Sergi, vota assieme alla destra risultando decisivo: «Il Decs ha interpretato a piacimento le conclusioni della consultazione, usando un approccio quantitativo e non qualitativo. È chiaro che questa pseudo-riforma non risolve niente e non ripensa la questione del passaggio da scuola dell’obbligo alla scuola superiore». Sostegno confermato invece da Più donne con Maura Mossi Nembrini: «È nell’interesse dei ragazzi e delle famiglie».
Il sostegno del Ppd è arrivato in extremis, dopo una riunione di gruppo convocata dal capo della frazione Maurizio Agustoni: «Tra di noi alcuni sono contrari al superamento dei livelli, altri favorevoli, le opinioni sono varie. Ma tutti ci fidiamo del mondo della scuola, e di come sarebbe gestita questa sperimentazione. Quindi diamo il nostro consenso».
Prima, un Bertoli fiero e – siccome la matematica non è un’opinione – con la sconfitta già in tasca si è congedato da un progetto su cui il suo Dipartimento ha lavorato per anni dicendo che «non credo che mi meritassi il fango che è stato usato nei miei confronti e nei confronti di chi ha lavorato con me a questo progetto. Difendo questa possibilità di sperimentazione perché è mio dovere farlo. Chi non è convinto non voti contro, non butti via l’occasione di fare una sperimentazione sulla quale sarei il primo a ricredermi in caso di esito negativo». Niente da fare. Sipario.