Quando il social diventa dipendenza e il mercato delle applicazioni cavalca l'onda
Nel Diciottesimo secolo era diffusa la paura delle dipendenze dalla lettura, allo stesso modo oggi è diffusa la paura dell’internet-dipendenza. Il mezzo è nuovo, ma la paura è la stessa. Secondo uno studio condotto da Ta-swiss (Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche), su un campione di ragazzi tra i 15 ed i 17 anni, provenienti da diverse aree della Svizzera e suddivisi in tre gruppi, quelli della regione italofona si sono dimostrati essere i più connessi con i loro telefonini ad internet. La ricerca rivela che in Ticino gli adolescenti navigano su internet almeno il 10% in più rispetto ai loro coetanei ginevrini e svizzero-tedeschi. In media passano dalle 3 alle 5 ore al giorno, e la maggior parte di questo tempo è dedicato alla gestione dei social network. Emergono differenze anche tra i sessi: i ragazzi preferiscono giocare, mentre le ragazze scattano in media più fotografie. L’81% degli studenti presi in considerazione da Ta-swiss, mostrano una piena consapevolezza dell’uso eccessivo del telefonino e d’internet. Solo un terzo circa degli allievi pensa che si debba avere paura d’internet, un’affermazione che suscita la maggior approvazione a Bellinzona (49%). E rinunciare all’utilizzo d’internet e del cellulare? Assolutamente no, risponde il 62%, soprattutto in Ticino (80%). «Rinunciare sarebbe difficile per noi che siamo nati in un mondo in cui internet fa parte dell’inventario» commenta una ragazza bellinzonese del gruppo ticinese preso in esame. In tutte e tre le regioni linguistiche, l’ampia maggioranza degli allievi interrogati trascorre il proprio tempo online principalmente su una piattaforma di social media. Facebook è sicuramente il più gettonato e gli studenti non sono ovviamente gli unici a pensarla così, con più di 500 milioni di utenti in tutto il mondo, il social network è spesso definito il “terzo Paese più grande al mondo”. Ma tutto questo in che modo si ripercuote sulle relazioni sociali dei giovani? Dalle reazioni emerge che solo gli adulti possono temere che i loro figli preferiscano restare attaccati al telefono invece di uscire con gli amici. Infatti, per gli adolescenti è più importante il contatto diretto di quello virtuale. Ma cosa ne pensano i giovani riguardo alla cyber-dipendenza? Anche qui gli adolescenti pensano che si tratti soprattutto di una paura degli adulti, anche se la maggior parte dei partecipanti ammette di sprecare troppo tempo sul web. Si nota però come i ragazzi abbiano difficoltà a definire quando il gioco diventa dipendenza.
Negli ultimi anni c’è chi ha fiutato il problema e l’affare. Così ecco comparire le prime applicazioni che professano di disintossicare l’utente dagli apparecchi elettronici e quindi anche dai social. Una fra le più conosciute (e scaricate) è senza dubbio Social Fever. Un programmino totalmente gratuito che permetterebbe di limitare il tempo passato sui social bloccando delle funzioni e ponendo obiettivi come camminare all’aria aperta e chiacchierare con degli amici per un minimo di tempo. Questo è solo un esempio dei servizi offerti dal programma. “Disconnect to reconnect with your real life” è lo slogan dell’app. E gli store online sono pieni di queste app “e-detox”. Molte delle quali però sono a pagamento, e il prezzo per tornare in contatto con la vita reale può essere davvero alto.