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‘La missione di Mendrisio? Attrarre residenti e imprese’

A qualche settimana dal voto il sindaco Samuele Cavadini guarda alla sfida elettorale convinto che le strategie messe in campo sono quelle giuste

La Città ha le sue carte da giocare
(Ti-Press)
27 marzo 2024
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A Mendrisio mai come in questa tornata elettorale si profila una serie di incognite: quale sarà il volto del nuovo Municipio? In discussione c’è il terzo seggio del Plr. L’area progressista, dal canto suo, è chiamata a tenere le posizioni e a individuare un o una erede della municipale uscente (Françoise Gehring), mentre a destra la separazione fra Lega e Udc-Udf mette a rischio un’altra poltrona. Come sindaco uscente ed esponente del partito di maggioranza relativa, il Plr, sente più di altre volte che questa elezione sarà particolare e in salita?

Forse qualche incognita in più c’è rispetto al passato. È pur vero che anche tre anni or sono il Plr ha conquistato tre seggi e non se l’aspettava. La partita delle elezioni è sempre un po’ difficile da interpretare e in questa tornata ci sono diversi scenari aperti. Da parte nostra, cerchiamo di proseguire lungo la strada tracciata. L’obiettivo è quello di avere progetti, di ricercare soluzioni e opportunità per affrontare le sfide per la Città di Mendrisio. Sperando che questo venga apprezzato.

Questa sfida, però, la preoccupa più di altre? Pensa possa essere messa in discussione la collegialità, dovessero cambiare i protagonisti al tavolo dell’Esecutivo?

Dopo il voto bisognerà vedere non tanto quali saranno i partiti rappresentati, bensì chi saranno gli eletti. Le dinamiche della collegialità in seno al Municipio si costruiscono con le persone. Quindi bisognerà aspettare di sapere chi saranno i sette municipali e trovare poi una giusta dinamica per lavorare per la Città. Ciò è quello che conta e non vedo questa situazione con preoccupazione, ma come una sfida. Il Plr ha tutte le carte per riuscire a confermare il risultato, quindi i tre seggi e il sindacato, oltre alla compagine in Consiglio comunale, che pure è importante. L’intento infatti è anche quello di riaffermare la nostra visione di città, seguendo i nostri valori, con un occhio attento alla Mendrisio di oggi e quella che sarà.

Resta il fatto che nel 2021 avete centrato i tre seggi, salvo poi strada facendo ritrovarvi a gestire una situazione non semplice, con la sfiducia verso l’allora terzo municipale Plr (Massimo Cerutti), che oggi si ricandida con Udc-Udf.

Di per sé ripartiamo dal punto in cui ci eravamo ritrovati nella scorsa legislatura, con due uscenti; tra l’altro anche questa volta con Maffi, diventato ormai un ottimo compagno di viaggio. Anche allora poteva sembrare impossibile centrare il tris, quindi ci proviamo di nuovo. Poi ogni elezione è diversa dall’altra. Vedremo cosa accadrà, ma siamo fiduciosi.

Per essere progettuali bisogna avere le risorse. Il risultato dei Consuntivi 2023 – chiusi a pareggio – è incoraggiante. Nel corso di questa legislatura è emerso però con evidenza un aspetto, quello dell’indebitamento, anche con terzi (le banche), che va crescendo e che può essere un elemento di preoccupazione a fronte degli oneri fissi riversati dal Cantone sui Comuni. La Città come pensa di fronteggiare costi e debiti?

Negli ultimi anni è cambiato molto il contesto finanziario nel quale operiamo. Infatti, abbiamo avuto costi in crescita causati in particolare da fattori esterni. Ne sono un esempio le spese di trasferimento attribuite al Comune secondo il meccanismo perequativo cantonale, passate dai 14 milioni del 2020 ai 21 del 2023, e legate soprattutto a voci specifiche, come anziani e assistenza, che non dipendono direttamente da noi. In realtà il Comune può governare circa 30 centesimi ogni un franco speso: i margini di manovra per l’equilibrio finanziario sono oggettivamente molto stretti, e gli impegni sono numerosi, considerato che il Comune è anche l’organo istituzionale chiamato a dispensare dei servizi di prossimità. E i servizi sono quanto mai necessari in un momento di crisi, con una fascia di popolazione più fragile messa a dura prova da aumenti di costi (ad esempio premi di cassa malati, energia ecc.), e che merita un aiuto. Non è il momento, quindi, anche solo di immaginare di riequilibrare le finanze tagliando dei servizi e degli aiuti mirati e puntuali. Vi è poi una comunità che nutre delle aspettative su vari ambiti: pensiamo alla socialità, alla cultura, allo sport e tempo libero, alla cura di un territorio sempre più vasto, con esigenze accresciute da parte della popolazione. Il Municipio ha voluto affrontare con serietà il tema delle finanze pubbliche e ha dapprima elaborato un’analisi della composizione della spesa per avere un punto di partenza; e successivamente ha attivato delle misure per contenere i costi. Si è trattato di un lungo lavoro sfociato in diverse iniziative, l’ultima delle quali in ordine di tempo è stata la riorganizzazione dei dicasteri (passati da 13 a 7, ndr), che ora prevede delle fasi successive per rivedere e ammodernare l’organizzazione comunale ed essere più efficienti, cercando di evitare gli sprechi. Vi è poi la parte legata agli investimenti – di edilizia pubblica, manutenzione –, che possono essere calibrati, in funzione della disponibilità finanziaria e della capacità di recepire i progetti, per proiettarsi verso il futuro. In questo ambito dobbiamo prestare attenzione al debito pubblico, affinché ciò che realizziamo sia sostenibile nel lungo periodo. Ci saranno momenti in cui potremo investire maggiormente, perché avremo più risorse; e momenti in cui dovremo cercare di ridurre un po’ il ritmo, per non rischiare di perdere il punto di equilibrio. Certo le esigenze della popolazione sono sempre maggiori. Va altresì detto che Mendrisio ha accumulato negli anni alcuni ritardi, ad esempio, sulla messa a nuovo di strutture che il cittadino dà un po’ per scontate – come la sede amministrativa, gli edifici scolastici e in genere altre opere di edilizia pubblica nei quartieri. Il Piano delle opere dovrà quindi trovare il giusto equilibrio fra esigenze e disponibilità finanziarie, prestando attenzione all’indebitamento. Saranno discorsi da continuare dopo le elezioni, contestualizzando la nostra azione in documenti strategici che abbiamo già predisposto, quali le linee strategiche 2035, quelle delle Aim (Aziende industriali, ndr), il bilancio di genere, la strategia digitale (smartxme). Inoltre, stiamo lavorando su una strategia di marketing territoriale.

Lei mi conferma che in cima ai pensieri del Municipio oggi c’è la strategia di marketing territoriale. E uno degli elementi cardine è riuscire ad attrarre nuovi residenti e nuovi insediamenti. La Città su cosa pensa di puntare?

Quando si è messi così tanto sotto pressione dalle uscite e si hanno oggettivamente poche possibilità di contenere la spesa, ci si rende conto che è forse possibile agire anche su un altro fronte, quello delle entrate evitando tuttavia eccessivi aumenti della pressione fiscale. Da qui l’esigenza di rendere più attrattivo il Comune, visto che di soluzioni abitative e per insediamenti di aziende ve ne sono ancora. Insomma, Mendrisio è ben posizionata e ben contestualizzata sia per l’abitare sia per il fare impresa. Siamo una Città, ma un po’ particolare perché composta da dieci Quartieri, ognuno con una propria peculiarità e dove chi vive lì si sente parte di una realtà concreta che permette di avere una qualità di vita molto alta rispetto ad altre realtà. Al contempo abbiamo zone in cui c’è un bel fermento economico, basti guardare parte della zona industriale o il comparto stazione, che ospita il polo formativo della Supsi arrivata dopo l’Accademia di architettura. Aree dove si creano anche belle sinergie, proprio perché abbiamo un mondo economico molto eterogeneo, sul piano locale e internazionale, oltre che una collocazione geografica decisamente attrattiva. Detto questo, abbiamo voluto capire come meglio far apprezzare queste particolarità, inserite in una regione con valenze turistiche, naturalistiche, sociali e culturali. Promuoverci maggiormente è la via da percorrere e dopo un’attenta analisi ora si stanno definendo le linee per cercare di attirare nuovi cittadini, nuove imprese o realtà anche formative, perché vogliamo ampliare e consolidare ancora di più il polo universitario. Le leve che vorremmo muovere in questa strategia sono sostanzialmente quelle che ci danno modo di puntare su questi aspetti – impresa da un lato, formazione dall’altro, senza trascurare le famiglie – e le stiamo affinando. Non ci sono ancora misure concrete, ma i destinatari sono tutti coloro che vogliono venire a fare qualcosa a Mendrisio, che sia impresa, vivere, studiare o anche solo visitare la città. Tra l’altro alcuni nuovi arrivi – il segnale è nei conti – ci hanno dimostrato che la strategia è quella giusta.

Le condizioni quadro, insomma, già ci sono. A proposito dei Quartieri e della loro ‘identità’ territoriale, ai tempi del processo aggregativo i patti stilati con gli ex Comuni restituivano lunghe liste di opere da realizzare. Liste rimaste incompiute. E penso alla riqualifica delle piazze – come piazza Baraini, progetto che di recente ha espresso però una visione più chiara – o ad altri interventi infrastrutturali, quali quelli evocati di recente da una interrogazione su Meride (alle prese con problemi di parcheggio). Si è tornati a dar voce alle rivendicazioni locali: di recente il Municipio è tornato anche a incontrare i Quartieri. Quella lista oggi è ancora sostenibile? Come risponde alle richieste avanzate dai singoli Quartieri?

Nel 2023 abbiamo ricordato i dieci anni dall’ultima tappa aggregativa. La Città si è creata lì, superando i 10mila abitanti. E le tappe aggregative hanno portato benefici all’intera Città. Penso ai servizi che ora Mendrisio offre, per molti ex Comuni è diminuita la pressione fiscale (taluni erano vicini alla compensazione e avevano una capacità di investimento molto ridotta). Adesso la Città ha in ogni caso maggiori risorse e capacità di investimento, sono però cambiate molte cose nel contesto generale, come detto, rispetto ai primi anni dell’aggregazione. La pressione esercitata sui Comuni relativa ai compiti da affrontare e le risorse a disposizione è peggiorata. Poi c’è stata la pandemia e in seguito altre crisi causate da una mutata situazione geopolitica. Bisogna pur ammettere, però, che alcune risposte sono state tardive e che alcuni progetti non si sono ancora realizzati. In questo ambito si continua dunque a lavorare per portarli a termine. Per noi vivere nel Quartiere o fare attività di impresa nel Quartiere – non sono tutti dei dormitori, c’è della vivacità –, vuol dire far sì che lì qualcosa possa nascere, grazie anche a investimenti pubblici. Chiaro, non è sempre facile, vuoi per la mole di lavoro, vuoi per le priorità che vogliamo dare e che per un motivo o per l’altro si sono rallentate, vuoi anche per le condizioni che cambiano. Ripeto, le difficoltà degli ultimi anni hanno sicuramente reso più difficile il percorso. Ma la Città ha una via tracciata grazie a documenti come le visioni strategiche 2035, elaborate dal Municipio ma condivise con il Legislativo e la cittadinanza. Le tempistiche spesso deludono, ma il tutto e subito non è sempre possibile. Poi in qualche progetto puntuale si è incappati in difficoltà di ordine superiore.

A proposito di aggregazioni, il Basso Mendrisiotto ha alfine fatto un passo in quella direzione. Per Mendrisio è tempo, invece, per riprendere il discorso?

Diciamo subito che il progetto andrebbe rifatto, dopo oltre un decennio. Il dialogo in ogni caso deve sempre restare aperto. Se il Basso Mendrisiotto si consolida, nell’Alto Mendrisiotto occorre riflettere sulla risposta da dare. Delle possibilità ci sarebbero per affrontare insieme tematiche legate, ad esempio, alla pianificazione e alle difficoltà di gestire le pressioni finanziarie. Non deve però essere un obiettivo da centrare a tutti costi, ci vuole la volontà da parte di Mendrisio e degli altri eventuali Comuni interessati e affrontare il tutto con energia e positività, senza perdere d’occhio altre priorità oggi molto importanti. Poi ci sono le collaborazioni regionali, che sono ancora più determinanti, perché danno una risposta immediata e avvicinano i cittadini (l’Ente regionale dello sport, la rete dei musei, le soluzioni legate alla mobilità ecc.). Le aggregazioni richiedono molto tempo. Mendrisio, comunque, sarà al tavolo delle trattative se necessario e il dialogo con i Comuni vicini è sempre attivo.

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