Luganese

A Lugano non serve una struttura per i senzatetto

Il Municipio chiede al legislativo di respingere la mozione presentata dalla sinistra per i casi di emergenza

Nell’immagine una camera della pensione Home risalente al 2004
(Ti-Press/Archivio)
10 maggio 2024
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Non serve, costerebbe troppo e potrebbe generare “turismo sociale”. Sono le motivazioni principali emerse dal preavviso del Municipio di Lugano, che chiede al legislativo di respingere la mozione intitolata “La Città progetti e realizzi una o più strutture per l’alloggio notturno d’emergenza”, presentata nei mesi scorsi dall'area sinistra dell’emiciclo comunale (primo firmatario il socialista Raoul Ghisletta, nel frattempo eletto nell’esecutivo). Un successivo approfondimento della Regione aveva, di fatto, confermato che l'atto parlamentare non aveva fatto breccia a Palazzo Civico.

Secondo il Municipio, la mozione, però, “solleva una problematica sensibile ed è volta al miglioramento della situazione delle persone in difficoltà sul nostro territorio (...) e che si trovano temporaneamente in condizioni difficili e precarie, con particolare riferimento ai casi di maltempo e condizioni avverse. Le proposte dei mozionanti, sicuramente potenzialmente positive, comporterebbero delle spese – da definire – e la necessità di individuare il modo di procedere, i luoghi adatti al progetto, nonché le relative tempistiche”.

Per le emergenze, la Città si affida ad alcune pensioni di riferimento dove vengono ospitate persone senza fissa dimora sul breve periodo. E non serve un dormitorio a bassa soglia, si legge nel preavviso, “in quanto i casi annuali registrati sono numericamente contenuti e finanziariamente sostenibili attraverso il pagamento di un alloggio temporaneo di tipo alberghiero, né vi è un’emergenza abitativa tale da giustificare la realizzazione di una struttura di questo tipo”. Di più: il Municipio scrive che una struttura del genere “porterebbe a un aumento esponenziale della domanda una volta presente sul territorio, dato che Lugano è una via di passaggio per il Nord Europa. Il rischio di turismo sociale è molto alto, soprattutto per le persone che si muovono alla ricerca di lavoro o di servizi sanitari e sociali”.

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