È stato presentato alla chiesa di S. Carpoforo di Bissone ‘Terra d’artisti - Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa’
Il Cremlino di Mosca, la Basilica di San Pietro a Roma, la Hofburg di Vienna, il Ponte dei Sospiri a Venezia e perfino il Canale di Suez. Cos’hanno in comune tutte queste grandi opere architettoniche? In tutte le edificazioni sono stati coinvolti ticinesi. Proprio a loro, ai Magistri (o Mastri) Comacini, è dedicato il libro ‘Terra d’artisti – Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa’. Il volume è stato presentato il 12 dicembre alla chiesa di San Carpoforo di Bissone.
Il volume, curato dall’ex collaboratore di Ticino Turismo Omar Gisler, è stato scritto in tedesco per colmare una lacuna: si ritiene infatti che questo prezioso passato della storia elvetica sia sconosciuto soprattutto oltre Gottardo. Si ripercorrono dunque le vite, i progetti e le opere di venti fra architetti, ingegneri e capomastri. Venti, che valgono per gli oltre 4’000 emigrati – oltre ai mestieri già citati: muratori, stuccatori, scultori –, che dall’Alto Medioevo in poi hanno lasciato la Svizzera italiana trovando fortuna nei cantieri di tutta Europa, contribuendo così alla costruzione di chiese, palazzi, fortezze e persino intere città.
Fra i protagonisti del libro, citiamo: Pietro Antonio Solari che a fine Quattrocento diventò responsabile della fortificazione del Cremlino di Mosca; Domenico Fontana, Carlo Maderno e Francesco Borromini, che hanno lasciato una forte impronta a Roma; altrettanto significativo è il contributo lasciato nel Settecento da Domenico Trezzini nella nuova capitale imperiale russa, San Pietroburgo. Poi ci sono Filiberto Lucchese, Giovanni Pietro Tencalla e Filippo Caratti, attivi nel Seicento a Vienna, Praga e in Moravia; Pietro Bianchi e Pietro Nobile che operarono invece nell’Ottocento rispettivamente a Napoli e a Vienna.
Il libro, oltre che storico e culturale, ha anche un valore turistico. È quanto evidenzia Nadia Fontana Lupi, direttrice dell’Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio: "Si tratta di un’opera che concorre in maniera diretta alla valorizzazione di alcuni personaggi storici divenuti importanti e molto conosciuti nel mondo che, a loro volta e grazie a questo libro, vengono collocati in un contesto regionale che propone ancora oggi la possibilità di ritrovare tracce della loro presenza. Le loro storie e il fascino del loro successo invitano a visitare i luoghi che hanno in qualche modo stimolato la loro creatività".