Il vicepresidente della Società per l’arte e la natura critica pesantemente le nuove vetrate posate nel centro cittadino protetto
Fa discutere l’intervento effettuato al numero civico 54 di via Nassa a Lugano. Nonostante i vincoli di protezione, il proprietario è riuscito a ottenere una licenza edilizia per effettuare lavori all’interno degli edifici e ha ottenuto il permesso di posare ampie vetrate che non sarebbero in sintonia con le altre facciate della via del centro storico di Lugano. Tutto ciò, con un ricorso tuttora pendente al Tribunale amministrativo cantonale (Tram). A prendere una posizione critica è Benedetto Antonini, vicepresidente della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan): «Il risultato degli interventi è osceno e non ha più nulla a che vedere con gli edifici adiacenti. Oltretutto, mi chiedo quale sia il senso di posare delle vetrine al primo piano di uno dei due stabili: i passanti non possono nemmeno guardarci dentro, queste grandi finestroni davvero non servono a nulla. Non capisco come abbia potuto ottenere la licenza edilizia un intervento del genere. Eppure, la Città di Lugano e il Cantone dovrebbero essere vincolati al rispetto delle direttive dell’Isos (l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale). Poi, la via Nassa di Lugano è una zona protetta anche dalle Norme di attuazione del Piano regolatore (Napr), davvero non trovo spiegazioni». Dal canto suo, la commissione nucleo di Lugano, è intervenuta dando il proprio benestare sia il primo progetto che alla variante riduttiva successiva, con tanto di sopralluoghi e in sintonia con l’Ufficio della natura e paesaggio.
Nel frattempo, restando sul tema dei beni culturali, è emerso che la Cassa pensioni di Lugano ha ceduto gli stabili del rione Madonnetta a Molino Nuovo, dove abitano circa ottanta famiglie, alla fondazione d’investimento Patrimonium di Baar, una società che promuove progetti immobiliari. Come messo in evidenza dal ‘Quotidiano’, il rione rappresenta un raro esempio ticinese di edilizia popolare degli anni Cinquanta e per questa ragione, la zona è vincolata e salvaguardata. Ora la fondazione d’investimento intende valorizzare l’intero comparto e assicura che gli stabili non verranno demoliti: “D’intesa con la Cassa Pensioni di Lugano, ora azionista della Fondazione, e in piena conoscenza delle qualità del quartiere Rione Madonnetta, stiamo valutando un progetto di valorizzazione e costruzione nell’ambito del quartiere che si basa su uno studio preliminare che permette di mantenere gli immobili esistenti”, si legge sul sito della Rsi. Probabilmente, non poteva essere altrimenti, visto che nella seduta dello scorso novembre, il Consiglio comunale di Lugano ha accolto parzialmente la mozione sui beni culturali (primo firmatario Nicola Schoenenberger dei Verdi). La risoluzione adottata dal legislativo impone al Municipio di definire quali parti del territorio della nuova Lugano siano meritevoli di tutela e di pubblicare le relative Zone di pianificazione. Non solo. Da qualche mese, tramite il voto del Consiglio comunale, i contenuti dell’inventario Isos devono essere integrati negli atti pianificatori in vigore, nelle relative Napr e nel /Regolamento edilizio che devono essere adeguati alle tutele incluse nelle direttive dell’Isos.
Sempre a proposito dello stesso argomento, nella seduta odierna, il Municipio di Lugano ha licenziato all’attenzione del Consiglio comunale il messaggio relativo alla proposta di alcune modifiche del Regolamento comunale in materia di commissioni di nomina municipale. Obiettivo della revisione è dotare di una base legale la nuova Commissione urbanistica che sostituirà l’attuale Commissione nuclei. L’intento è quello di disporre, come avviene già in molte città svizzere, di una commissione consultiva che esprima pareri su progetti e pianificazioni rilevanti per l’immagine e la qualità architettonica e urbanistica della città. In secondo luogo, si è constatato il limite operativo della Commissione nuclei, dovuto in particolare alle aggregazioni. Infatti, tutte le commissioni degli ex comuni sono confluite in quella di Lugano, che ha ereditato una situazione complessa, eterogenea e bisognosa di essere uniformata. Insomma, è emersa la volontà di rafforzare l’Amministrazione comunale e le competenze in materia di patrimonio culturale e architettonico. A tale scopo, recentemente e il Municipio ha pertanto aperto un concorso pubblico per l’assunzione di un architetto. L’obiettivo è quello di costituire una rete di competenze ancora più integrata ed efficace all’interno dell’amministrazione cittadina, alla quale il lavoro di certo non manca.