Condanna sospesa per un pregiudicato di origine laziale; ha intascato anche i fondi Covid
Arrivato in Svizzera nel 2012, un 34enne laziale residente nel Luganese ha ricevuto la sua terza condanna penale. I reati imputatigli sono di appropriazione indebita e truffa nell’ambito dei prestiti della Confederazione alle aziende danneggiate dalla pandemia di Covid-19. I precedenti erano nel 2015 sempre per appropriazione indebita e del 2019 per stupefacenti (cocaina). La Corte delle Assise correzionali ha ratificato la proposta di pena di 10 mesi di detenzione sospesi con la condizionale. Il 34enne è stato ‘graziato’ dall’espulsione, che per legge sarebbe obbligatoria nel caso di reati come la truffa. È stata fatta valere la clausola dell’eccezione dovuta alle sue relazioni con il territorio ticinese in ambito lavorativo e immobiliare, benché non di lunga data. «Siamo veramente al limite, la prossima che fa il permesso di soggiorno se lo scorda» ha detto all’imputato il giudice Ermani. I reati sono stati commessi nell’ambito dell’amministrazione di società. Nel 2015 stipulò un contratto col fratello della sua compagna per la ristrutturazione di un immobile. Ricevuto un acconto di 510mila franchi, ne spese circa 150mila per i lavori sul cantiere ma intascò la differenza, ben 360mila franchi. Soldi impiegati per far fronte alle difficoltà della società in ambito finanziario, una sorta di “buco tappa buco”. Il risultato fu il blocco del cantiere coi lavori sospesi nell’aprile del 2016.
Con una seconda società di cui era dirigente effettivo, chiese e ottenne dalla Confederazione una fideiussione di 20mila franchi, dichiarando una cifra d’affari di 200mila franchi. Lo scopo non era però salvare la ditta nel periodo della pandemia, ma intascare i soldi che l’altro proprietario della società gli doveva. Un ‘inganno astuto’ ai danni della banca Ubs, che forniva materialmente la fideiussione: il giorno stesso in cui arrivarono i soldi, metà degli stessi, 10mila franchi, vennero bonificati su un conto bancario del 34enne.
La stessa corte ha in mattinata condannato pure un consumatore-spacciatore di marijuana e cocaina, un 34enne di Lugano residente nel Varesotto: un anno con la condizionale la pena, per lo smercio, nel Luganese, di 575 grammi di ‘erba’ e 157 grammi di coca. La ripetuta contravvenzione alla legge sugli stupefacenti, dovuta al consumo personale, è stata depennata dall’atto d’accusa per intervenuta prescrizione. L’uomo ha fatto richiesta di rimpatrio; non dovrebbero esserci difficoltà trattandosi di un cittadino svizzero.