Un gruppo di cittadini di Sala Capriasca ricorre contro la decisione del Municipio di voler posare una statua che raffigura l'estremo gesto della poetessa
Y te vas hacia allá como en sueños. Dormida, Alfonsina, vestida de mar. Per chi non mastica lo spagnolo: E te ne vai lì come in sogno. Assopita, Alfonsina, vestita di mare. La tragica, e teatrale, morte della poetessa argentina di origine ticinese Alfonsina Storni è stata resa immortale nel 1969 dalla famosa canzone Alfonsina y el Mar, reinterpretata da decine di cantanti fra America Latina ed Europa. Ma a ottantatré anni di distanza, a Sala Capriasca il suicidio nelle acque di Mar del Plata della sua più famosa cittadina sta facendo molto discutere. Pomo della discordia è una statua della poetessa che il Municipio intende posare nel nucleo, un’opera che rappresenterà il gesto estremo. E che non piace a tutti: atti parlamentari, prese di posizione, una petizione e ora persino un ricorso al Consiglio di Stato.
«Ci sembra una scelta profondamente inopportuna – spiega Carla Borla, consigliera comunale ed ex municipale di Capriasca –: rappresentare in piazza un suicidio famoso, in un momento nel quale si guarda con preoccupazione al futuro. Di Alfonsina Storni c’è altro da conoscere, celebrare e onorare». La statua, in bronzo e realizzata dalla scultrice Eva Antonini, dovrebbe sorgere nella piazza dedicata a Storni nel nucleo di Sala, vicino alla sua abitazione natale, dov’è stata per altro posata una targa commemorativa da parte dell’ambasciata argentina in Svizzera. Gli ottantacinque firmatari della petizione lanciata lo scorso autunno sono inoltre contrariati per la mancata comunicazione da parte dell’esecutivo. «Siamo venuti a saperlo l’anno scorso in primavera, quando l’opera era già stata realizzata».
Ma la controversa statua, per la quale sono già state posate le modine, non è l’unico argomento a smuovere gli animi nell’ex comune. Nel marzo del 2019 il Consiglio comunale (Cc) approvava infatti un messaggio municipale per una nuova pavimentazione del nucleo, realizzata l’anno scorso. «Purtroppo non si è trattato di una riqualifica, come prospettatoci – lamenta Borla –. Si tratta di una pavimentazione prevalentemente in cemento, che a detta anche dell’Ufficio natura e paesaggio del Dipartimento del territorio differisce dal progetto sottoposto inizialmente dal Municipio. C’è stata incuria nella gestione dei lavori e diversi confinanti hanno subito danni. Ci sono stati inoltre problemi anche con la nuova pavimentazione».
Tensioni da contestualizzare nel più globale processo di riqualifica del nucleo storico di Sala Capriasca. L'8 febbraio il legislativo ha infatti accolto un credito di 106'500 franchi per l’allestimento del Piano regolatore particolareggiato (Prp) del nucleo, che da una quarantina d’anni per altro è iscritto nell’inventario federale degli insediamenti meritevoli di tutela a livello nazionale (Isos). «La commissione della Legislazione e delle Petizioni, nel suo rapporto favorevole all'attribuzione del mandato per l'allestimento di un Prp, ha apprezzato la volontà del pianificatore di informare e coinvolgere la popolazione fin da subito – evidenzia la consigliera –. L'augurio è che in questo contesto si rafforzi il senso di appartenenza delle cittadine e dei cittadini, guidati a conoscere meglio i valori dell'antico insediamento di Sala. Anche si spera che la statua dedicata ad Alfonsina Storni trovi una sistemazione più adatta nello spazio attorno all'ex casa comunale, in una posizione dominante rispetto al nucleo, dove una mozione approvata dal Cc nel novembre 2019 vorrebbe fosse realizzata la Casa della Memoria e delle Associazioni».
Già, la statua. Dopo che il Municipio ha rifiutato di tornare sui suoi passi – così come chiesto dalla petizione –, i contrari hanno deciso di ricorrere alle vie legali inoltrando un’opposizione alla domanda di costruzione al Consiglio di Stato. Il manufatto artistico si troverebbe infatti in zona pedonale, nel perimetro della zona del vecchio nucleo, e secondo le norme generali del Piano regolatore di Capriasca dovrebbe sorgere «a una distanza minima di 1,5 metri da costruzioni circostanti. Eppure, dalla domanda di costruzione emerge che questa distanza sarebbe di 1,25 metri. Le normative pertanto non sono rispettate». Contestazioni tecniche, la questione di fondo resta un’altra: «Spiace che la controversia si sposti dal piano politico a quello giuridico. Noi auspichiamo che Sala riceva finalmente la cura e l’attenzione che merita per la salvaguardia dei suoi importanti valori. Non è ancora troppo tardi, l’approvazione del Prp è un ottimo segnale in questa direzione».
E il Municipio, come replica a queste accuse? «La storia è molto semplice – spiega il sindaco Andrea Pellegrinelli –: avevamo i lavori da fare nel nucleo e ci è arrivata questa suggestione da parte di una cittadina di Sala. Al Municipio è parsa una bella iniziativa e abbiamo dato mandato alla signora Antonini. Riteniamo che l’opera darà un plusvalore a quello che oggi è uno slargo e diventerà una piazza più decorosa». La scena scelta dalla scultrice «a noi non pone particolari patemi d’animo: fa parte della storia dell’artista. La statua oltretutto non la mostrerà in maniera molto drammatica, cruenta. Anzi, c’è una certa dolcezza». E sulle questioni sollevate dal ricorso? «Sono gli stessi argomenti portati già nell’opposizione, che abbiamo rigettato perché non troviamo pertinenti. Il Municipio crede nel progetto, ha pubblicato regolarmente la sua domanda di costruzione e non torna indietro. Mi spiace per il ricorso, ma non si può nemmeno avere l’unanimità di consensi». Respinti al mittente, infine, anche i malumori riguardo alla pavimentazione: «È quella che ha deciso il Cc. È vero che ci sono stati dei problemi, ma verranno messi a posto. Penso che rispetto a prima ci sia stato un miglioramento».
E sulla polemica che la riguarda, chissà cosa direbbe la compianta poetessa.