In città cinque nuove postazioni PubliBike mentre il Municipio studia nuovi percorsi ciclabili anche temporanei lungo le corsie dei bus
Selezionare alcuni percorsi ciclabili già oggetto di progetti di massima nella forma del sistema Pop Ap dando una marcia in più alla mobilità lenta e favorendo l’uso di biciclette elettriche o ‘normali’. Come la Città di Lugano ha già fatto con la sperimentazione delle modifiche viarie al Pvp. Mobilità lenta e trasporto pubblico sono in effetti meno invasive e ingombranti rispetto alle auto in circolazione. Intanto cambia marcia ancora una volta il Bike sharing: venerdì saranno inaugurate cinque nuove stazioni PubliBike (a Davesco, in via Vignola, in via Lucchini, in via Loco a Pregassona e in via delle scuole a Cassarete). «Un servizio che continua a funzionare bene con 600 movimentazioni al giorno - spiega Fabio Schnellmann, capoufficio del Dicastero Cultura, Sport ed Eventi di Lugano -. Nel frattempo, le biciclette a disposizione sono aumentate a 398, di cui la metà elettriche e stiamo valutando l'autorizzazione al transito delle bici lungo le corsie dei bus in alcuni settori come nel lungolago, in via Trevano e in via Besso”.
Insomma, questa pandemia, o meglio la fase due per uscirne, sta aiutando la mobilità lenta ritenuta dalle autorità in buon viatico in questa fase 2. “Ne abbiamo discusso proprio nell’ultima seduta di Municipio giovedì scorso e c’è la disponibilità a entrare in materia su questo fronte - spiega Angelo Jelmini, titolare del Dicastero dello sviluppo territoriale -. Il tema della mobilità post Covid-19 è un argomento che all’interno della commissione mobilità era già all’esame da tempo”. Concretamente prendete alcuni dei tracciati indicati nel Piano generale della mobilità ciclabile presentato nel 2017? «Intanto, dopo quel piano abbiamo dato mandato a uno specialista di allestire i progetti di massima e quelli definitivi per percorsi di pronto intervento - risponde Jelmini -. In tutto, circa una ventina di chilometri di tracciati che si potrebbero realizzare senza grossi costi di investimento ma semplicemente con scelte politiche. Scelte evidentemente non facili».
Perché? «Il tema si prospetta ostico: dovremo valutare in che misura c’è la disponibilità a sottrarre qualche posteggio. Bisognerà fare una ponderazione anche politica. Personalmente ritengo che occorra analizzare questi percorsi di pronto intervento, sperimentando alcune soluzioni senza esagerare ma con il coraggio di affrontare la questione per eliminare posti auto almeno temporaneamente». Le due modifiche viarie al Pvp verranno mantenute? “Le stiamo sorvegliando.e per ora non hanno creato disagi insormontabili. Una decisione definitiva è ancora prematuro, dovremmo cercare di conciliarle con il potenziamento del trasporto pubblico a partire dalla fine dell’anno. Un potenziamento che toccherà in particolare il nodo della pensilina». Sicuramente l'interrogazione interpartitica (cfr. laRegione di ieri) contribuirà a dare una spinta ulteriore per esaminare quanti percorsi potremmo provare, con una sperimentazione simile a quella che si può trovare in tante grandi città come Ginevra, Berlino e Milano con tracciati Pop-up. Come peraltro abbiamo già fatto con le due modifiche viarie del Piano viario del Polo (Pvp) all’incrocio in cui sorge il palazzo dei congressi con una spesa minima».
“Vedremo in queste settimane cosa succede, abbiamo cercato di sensibilizzare come previsto dal piano federale, per evitare che soprattutto negli orari di punta, durante i quali il mantenimento delle distanze necessarie risulta complicato, invitando l’utenza all’uso delle mascherine”. Mascherine che sono fortemente raccomandate, anche se non obbligatorie. “Un uso che ritengo moralmente dovuto, in particolare per rispetto nei confronti delle altre persone, in una sorta di obbligo morale”. Tradotto: mi proteggo e ci proteggiamo a vicenda. Jelmini ribadisce il concetto di "solidarietà reciproca fra clienti”: «Quando sui mezzi pubblici ci sono tante persone poniamoci come obbligo morale di indossare la mascherina. Noi cercheremo di favorirne la diffusione».
Per un bilancio bisognerà attendere almeno qualche settimana. Intanto, prosegue Jelmini noi lo facciamo giornalmente, visto che stiamo entrando in una nuova fase e dovremo quindi capire quali sono le esigenze delle persone e degli utenti dei bus». Il titolare del Dicastero dello sviluppo territoriale di Lugano tiene a sottolineare «la necessità che ci sia quella solidarietà fra utenti, un messaggio da recepire da parte di tutti gli utilizzatori dei bus nei confronti delle altre persone con l’intento di salvaguardare la salute pubblica». Prevedete una diminuzione dell’affluenza sui bus e meno anziani? «Assolutamente, ci saranno meno anziani in circolazione in generale ancora per un certo periodo e perché più persone faranno capo al telelavoro in ambito professionale quindi ci si attende meno gente anche sui bus» osserva Jelmini.