Dopo le dimissioni improvvise del presidente sezionale Alberto Akai, l’ex municipale dà la sua disponibilità a succedergli
Marco Pellegrini. Per la successione di Alberto Akai alla testa della sezione Ppd di Locarno si fa insistentemente il nome del già municipale Ppd dal 2000 al 2008 e prima ancora consigliere comunale per due legislature. Pellegrini che raggiunto dalla “Regione” conferma una sorta di chiamata del popolo: «Spiace per la situazione di Alberto. In questi giorni in molti mi hanno chiesto di dare la mia disponibilità a dirigere la sezione. Disponibilità che mi sento di dare per il bene di un partito che a Locarno ha bisogno di rilanciarsi». La prossima assemblea, prevista verso febbraio, ha dunque un nome verso il quale orientarsi. Lo conferma indirettamente anche Giuseppe Cotti, vicesindaco in carica e unico rappresentante Ppd nell’esecutivo cittadino: «Se ci fosse effettivamente un’apertura di Pellegrini, personalmente la appoggerei, ma non dipende ovviamente solo dal sottoscritto, visto che la decisione dovrà essere presa dagli organi del partito. Reputo comunque quello di Marco Pellegrini un profilo adatto ad assumere la presidenza del Ppd di Locarno».
Il tema della successione alla testa della sezione si pone dopo il sofferto messaggio di abbandono lanciato dall’attuale presidente, Alberto Akai, che come riferito dal “Corriere” ha parlato della necessità di “mettere ordine nella mia vita”. Un messaggio per annunciare la sua decisione di abbandonare la carica – e anche quella di consigliere comunale – per concentrarsi su sé stesso. La notizia smentisce dunque le prospettive che lo stesso Akai aveva delineato circa un mese fa, a fine ottobre, in occasione dell’assemblea sezionale che cadeva dopo la tornata elettorale costata al partito la perdita di un seggio in Municipio. In quell’occasione il presidente chiedeva la fiducia dell’assemblea in vista dell’assemblea successiva, svelando di aver seriamente pensato di lasciare libera la poltrona più importante della sezione, ma rivelando anche la volontà di risalire la china. I toni utilizzati da Akai per giustificare le dimissioni improvvise sia dalla sezione, sia dal Consiglio comunale, potrebbero non essere estranei ai noti problemi finanziari che lo hanno esposto in maniera importante nei confronti della Città: debiti per oltre 150mila franchi che Akai, sotto elezioni, aveva detto di voler estinguere man mano rinunciando al compenso che avrebbe incassato nel caso di un’elezione in Municipio.