Il Consiglio comunale cittadino promuove i preventivi '21 che la Gestione aveva severamente criticato
«Bisogna considerare le difficoltà oggettive, cresciute in modo imprevedibile nel corso del 2020, che rendono molto complicato cambiare repentinamente la rotta di un ente pubblico. In un momento drammatico per molti dei nostri concittadini, è impensabile sopprimere o ridurre i servizi del Comune. È vero, possiamo e dobbiamo continuamente migliorare. Ma vanno considerati anche i molti vincoli che limitano il nostro margine di manovra». Mai come in questo momento appare evidente a Locarno una spaccatura fra l’esercizio esecutivo svolto dal Municipio e quello legislativo del Consiglio comunale. Nel mezzo si situano le riflessioni che il capodicastero Finanze Davide Giovannacci ha espresso stasera prima del voto (comunque favorevole con 28 sì, 2 no e 3 astensioni) ai conti preventivi 2021.
Il rapporto unico della Gestione era stato di inusitata durezza. Pur invitando ad approvare i conti, la commissione giudicava il preventivo “assolutamente inaccettabile”, tanto da meritare di essere “rispedito al mittente”. Ma ciò, considerava la commissione, “corrisponderebbe ad un blocco amministrativo molto delicato in questo difficile momento”. Il compromesso per l’approvazione era “l’immediato impegno del Municipio a valutare ed identificare misure di rientro tendenti ad una riduzione delle uscite, idealmente al livello del consuntivo 2019. Misure da presentare e discutere per la fine di marzo 2021 e da formalizzare per la fine di giugno 2021 con un aggiornamento del preventivo 2021”. Quanto al moltiplicatore, veniva approvata la proposta municipale di mantenerlo al 90%; “ma senza correttivi significativi ci vedremo costretti, nostro malgrado, a rivederlo sicuramente al rialzo in un futuro non tanto lontano”.
I conti, secondo la Gestione, “si sono immediatamente evidenziati come troppo ottimistici” poiché sarebbero considerati solo superficialmente “gli effetti nefasti a livello economico e sociale che la pandemia sta portando, prevedendo un aumento globale del gettito fiscale per il 2021 ben 2 milioni 117mila franchi rispetto al preventivo aggiornato 2020. C’è dunque da aspettarsi un disavanzo di parecchio superiore rispetto alle cifre presentate dal Municipio”. Una situazione considerata “inaccettabile se non si intraprendono sforzi, anche impopolari, per correggere una simile prospettiva che rischia di toglierci qualsiasi margine di manovra ancora per molti anni dopo la fine dell’emergenza sanitaria”.
Veniva poi denunciata una reiterata “mancanza di volontà” nella ricerca di risparmi, visto che “da anni ci ritroviamo preventivi e consuntivi con percentuali di aumenti di costo superiori rispetto alle percentuali di aumento delle entrate, mitigate unicamente da un forte e a volte sconsiderato utilizzo delle sopravvenienze d’imposta, che non hanno fatto altro che rinviare, invece di affrontare seriamente, i nodi finanziari che andavano delineandosi sempre più”. A preoccupare sono in particolare le spese del personale. In questo senso la Gestione ricordava di “essere in attesa da tempo di un sunto del risultato dello studio IQ Center, che contiene certamente indicazioni utili ad eventuali riforme dell’Amministrazione”. Un’altra voce in crescita (di oltre mezzo milione) è quella per il servizio raccolta e distruzione rifiuti: “Non si capisce quale ne possa essere la causa, dopo avere sentito per anni che con la tassa sul sacco i costi sarebbero diminuiti almeno del 20%. Il voler poi compensare questo inspiegabile aumento con un aumento del 50% della tassa base sui rifiuti oltre che con l’aumento della tassa sul sacco pari al 13,6%, in questo momento di estrema difficoltà per la popolazione è misura che la commissione non approva”.
Nel suo accorato intervento Giovannacci ha chiesto innanzitutto di «tenere conto di dati fattuali che dimostrano quando ridotta sia divenuta l’autonomia comunale». Sui costi del personale, ha premesso che «confrontando i preventivi 2020 e 2021, l’onere netto supplementare a carico della Città ammonta a solo 295mila franchi (esclusi oneri sociali). È una cifra modesta, a fronte di una massa salariale attorno ai 40 milioni di franchi: non crediamo quindi che sia giustificato parlare di una “situazione assolutamente anomala”. I dipendenti dell’Istituto San Carlo e i docenti, da soli, rappresentano il 44% delle unità lavorative del nostro Comune. Tale quota supera addirittura il 50%, se consideriamo anche altri servizi sussidiati dal Cantone, come l’Autorità regionale di protezione, l’Ufficio biometrico, lo sportello Laps e altri, come la polizia. Nel campo dei contributi, al Cantone o altri enti, la percentuale di costi non negoziabili supera il 90%». Per Giovannacci «non sono scuse, ma dati oggettivi che dimostrano quanto ridotto sia il margine di manovra del Municipio per condizionare l’andamento delle finanze del Comune». Lo studio IQ Center non può essere condiviso integralmente per una questione di protezione dei dati, ha aggiunto, «ma abbiamo fatto nostre varie indicazioni ad ampio respiro, che hanno portato a scelte significative come quella di costituire un ente autonomo per l’Istituto per anziani San Carlo. Lo stesso vale per la conduzione per obiettivi, la struttura e l’organizzazione dei Dicasteri e l’analisi dei compiti e dei flussi di lavoro».
Quanto agli effetti della pandemia sulle finanze e sul gettito – che non sarebbero stati considerati a sufficienza – il municipale Plr ha sottolineato l’incertezza generalizzata che non consente di fare stime attendibili sull’evoluzione dei gettiti nei prossimi anni.