Chiuso domenica per maltempo, il piccolo impianto a fune ha ripreso stamane le corse. Veicoli bloccati in quota a causa delle due frane
Sono una cinquantina le persone che in queste ore stanno scendendo dalla Val Malvaglia grazie alla filovia che dal paese nel fondovalle raggiunge, mille metri più in alto, la località di Dagro. Il maltempo, ricordiamo, poco prima della diga e nel villaggio di Dandrio ha causato domenica due frane importanti che hanno completamente ostruito la strada. Ciò che ha bloccato la possibilità di accesso e di uscita e reso impossibile il ritorno in pianura delle persone che si trovavano in quota. Si tratta di proprietari di rustici, turisti ed escursionisti colti (di sorpresa?) dal maltempo ampiamente previsto e che ha iniziato a manifestarsi sabato pomeriggio con i primi temporali. Sospeso domenica pomeriggio a causa delle forti precipitazioni, l'esercizio del piccolo impianto ha potuto dunque riprendere stamane – spiega un addetto alla ‘Regione’ – dimostrandosi provvidenziale. Restano per contro bloccati in quota i veicoli: potranno essere recuperati solo quando i preposti servizi tecnici avranno ripristinato e messo in sicurezza i due tratti stradali colpiti dalle frane.
La strada cantonale della Valle di Blenio è stata chiusa stamane all'altezza del bivio per Loderio per il pericolo di esondazione totale del fiume Legiüna, il quale a sud della confluenza col fiume Brenno è fuoriuscito invadendo parzialmente la carreggiata del tratto di strada a nord dell'incrocio, all'altezza della ditta Otto Scerri e oltre. Nella notte infatti il corso d'acqua che scende dalla Val Pontirone ha aumentato ulteriormente la sua portata superando il limite di sicurezza. Il traffico veicolare viene deviato a Loderio, sulla sponda destra via Semione, per poi riprendere la strada della Valle di Blenio dopo Malvaglia. Al momento non è dato sapere la durata della chiusura.
Il comandante del Corpo pompieri di Biasca, Corrado Grassi, specifica che la portata del Legiüna «ha toccato livelli impressionanti». Basti pensare che sotto il ponte della strada cantonale situato in cima alla tirata, dove via Lucomagno diventa via Brughei, prima di proseguire verso Malvaglia, «vi sono solitamente cinque/sei metri di salto fra la carreggiata e l'acqua. Ebbene, a causa dei detriti riversati dalla valle e dell'aumento della portata, quei metri sono diventati improvvisamente meno di uno. L'acqua passa praticamente a filo del ponte». Anche per questo motivo «si è preferito sospendere la circolazione sulla cantonale, in attesa che terminino le precipitazioni e la portata del Legiüna torni a livelli normali».
Per Grassi e colleghi si è trattato di un weekend di fuoco, specialmente per risolvere i molti allagamenti di abitazioni e scantinati. «Abbiamo materiale tecnico sparso in diversi luoghi», in parte messo a disposizione dal Corpo di Bellinzona che registra invece un numero limitato di interventi. «Stamane ci sono giunte solo un paio di richieste d'aiuto, decisamente meno rispetto alle svariate decine di sabato e domenica», rileva Grassi specificando che i punti più caldi sono stati quelli di Biasca (zone laterali al riale Froda che sfocia nell'imponente cascata di Santa Petronilla), Lodrino e Osogna: «In tutto sono stati una cinquantina gli interventi effettuati. Attualmente – aggiunge poco prima di mezzogiorno –, abbiamo in servizio ancora una quindicina di militi e, meteo permettendo, prevediamo che la situazione possa calmarsi entro sera o al più tardi martedì mattina».
Non meglio va a monte. L'accesso alle valli Malvaglia e Pontirone, come detto, rimane chiuso. Nel secondo caso a seguito di alcuni scoscendimenti e del rischio che sempre comporta la frana di Biborgo, da anni ormai monitorata a tempo indeterminato.