Il Patriziato di Monte Carasso non intende aumentare la capacità di trasporto, ma investe per un nuovo sistema digitale per biglietti e prenotazioni
Proprietario dell’impianto a fune, entro fine anno il Patriziato di Monte Carasso introdurrà per la funivia Monte Carasso-Mornera un nuovo sistema per biglietti e prenotazioni. Oltre a una maggiore dimensione digitale, la principale novità è che anche le discese dovranno essere prenotate: in anticipo, al momento della riservazione della salita, oppure sul posto a dipendenza della disponibilità. «Questo per evitare, a chi rientra al piano dopo la giornata in quota, di dover aspettare diverse corse (una cabina ha una capacità massima di otto persone) prima di potervi salire», dice a ‘laRegione’ Daniela Avilés-Nani, presidente del Patriziato. Spiega che il nuovo sistema riguarda sia i clienti di giornata sia gli abbonati, tanti dei quali proprietari di rustici sulla collina. «La possibilità di riservare in anticipo il viaggio di ritorno fa sì che, in particolare durante i giorni di grande affluenza, non capiti di non poter scendere secondo i propri piani. Ci sarà comunque flessibilità, visto che si potrà modificare la prenotazione fino a 15 minuti prima». Con un investimento a suo carico di alcune decine di migliaia di franchi, il Patriziato intende quindi coordinare meglio il flusso di utenza. Operazione non facile considerando la grande affluenza e i quattro punti di fermata dell’impianto.
Oltre alla sostituzione della cassa automatica alla partenza, ne è stata installata una più piccola in ognuna delle altre stazioni: in quella di arrivo a Mornera e in quelle intermedie di Curzútt e Pientina, dove gli utenti – compresi quelli che utilizzano la funivia unicamente per scendere – potranno pagare il biglietto e farsi obliterare il titolo di trasporto già acquistato (rimarrà la possibilità introdotta nel 2021 di utilizzare Twint e si aggiungerà quella di utilizzare la carta di credito). Le rinnovate casse automatiche (altra novità) indicheranno in tempo reale la disponibilità dei posti delle cabine. «In quattro lingue, le indicazioni sullo schermo sono intuitive. E all’inizio gli utenti che lo necessiteranno saranno assistiti dal personale». Avilés-Nani elenca altri punti che ritiene essere dei vantaggi del nuovo sistema: «Un’App per effettuare le operazioni dal cellulare e l’apertura di uno shop online. Ci permetterà poi di collaborare con altre piattaforme, come quella dei treni Südostbahn, consentendo ai passeggeri di prenotare biglietti combinati. In futuro, se il Patriziato lo vorrà, ci sarà anche la possibilità d’integrare il nostro sistema con quello del trasporto pubblico, permettendo ad esempio di andare da Lugano a Curzútt con un unico biglietto». Previste anche variazioni del prezzo dei biglietti in base a diversi fattori, come ad esempio meteo, periodo della stagione e flusso di visitatori (metodo sempre più diffuso negli impianti di risalita).
In funzione dal 1966, la funivia permette di giungere a Mornera in poco più di 10 minuti. L’inaugurazione nel 2015 del ponte tibetano Carasc ha di molto aumentato il flusso di utenti, che oggi si traduce in circa 45mila risalite all’anno: circa 25mila con destinazione Curzútt (da dove si arriva alla chiesa di San Bernardo e al ponte tibetano) e gli altri 20mila tra Pientina e Mornera (molto gettonate da famiglie, parapendisti, amanti della Via Ferrata dei Tre Signori ed escursionisti in cammino verso Albagno, le cime e l’alpe Arami). Ricordiamo che la gestione della funivia è affidata all’Ente autonomo Carasc, costituito nel 2017 con compiti di gestione sulla montagna di sponda destra tra Gorduno e Gudo. Negli anni, oltre all’apertura dell’infopoint nell’ex casa comunale di Monte Carasso, è stato attivato il servizio bus navetta per raggiungere Curzútt nell’intento di sgravare il flusso della funivia e migliorare il problema del traffico e dei posteggi abusivi sulle strade collinari.
Ormai da anni la funivia viene considerata vittima del suo successo. Soprattutto da proprietari di rustici a Mornera, molti dei quali patrizi. Alcuni di questi, sentiti dalla redazione, motivano il loro malcontento: «Ricordiamo i bei tempi quando si poteva salire e scendere senza dover fare la coda né prenotare le corse. Già prima del ponte tibetano le cose si erano fatte man mano più complicate, specialmente a causa del crescente affollamento turistico in quota durante i weekend di bel tempo. Conseguenza: quando la domenica pomeriggio si trattava di tornare al piano, dovevamo armarci di molta pazienza. L’unica alternativa, allora come oggi, è anticipare la discesa di alcune ore per evitare la coda vieppiù allungatasi. Il tutto peggiorato dal fatto che molti escursionisti amano salire a piedi e scendere in funivia». Ora però si perfeziona ulteriormente il sistema di prenotazione, esteso anche alle corse di ritorno: «Ma ormai da anni crediamo che si voglia favorire sempre di più il turista a scapito di noi proprietari. Il tema è stato dibattuto anche durante le assemblee patriziali. Ma alla fine noi continuiamo a subire. E l’abbonamento in realtà assicura vantaggi solo marginali». Non da ultimo, per tornare alla novità, «una corretta prenotazione richiede una buona capacità di usare i mezzi elettronici, ciò che con l’avanzare dell’età non è affatto evidente. E poi non sempre lo sportello dell’infopoint è aperto. Ci sentiamo insomma parecchio limitati nel raggiungere le nostre proprietà».
«Ritengo che la convivenza con i turisti sia ormai ben digerita – replica la presidente del Patriziato –. Capisco che qualcuno rimanga ancora scettico, ma non è possibile accontentare tutti. Le posizioni contrarie di cui siamo a conoscenza si contano però sulle dita di una mano. Oggi in Ticino non ci sono quasi più funivie che servono solo gli abitanti. Si potrebbe fare, ma a quali condizioni? Con una gestione perlopiù in automatico? Quale sarebbe il costo degli abbonamenti? È bene ricordare che, senza i turisti, i costi del nostro impianto non sarebbero sostenibili». Avilés-Nani sottolinea «il primo importante investimento del 2001 per il funzionamento automatico della funivia che permette ai proprietari di rustici di salire anche la mattina e la sera, al di fuori degli orari di presenza di un macchinista». Poi, nel 2016, «il primo programma di prenotazione per le salite, al quale la stragrande maggioranza dei proprietari si è abituata senza problemi». Anche per queste ragioni, conclude, «al momento il Patriziato non prevede di aumentare la capacità di trasporto della funivia», opzione discussa, sollecitata e analizzata in passato anche attraverso degli studi. Si parlava ad esempio di raddoppiare la fune della prima tratta Monte Carasso - Curzútt. Ma allora come oggi, di fronte a un investimento peraltro molto oneroso per un Patriziato, si opta piuttosto per misure che cercano di rendere più fluido il flusso degli utenti.
Dal canto suo la Fondazione Curzútt-San Barnàrd ha accantonato l’idea, approfondita dal 2019, di costruire un ascensore inclinato tra la zona del Pairolo, raggiungibile via strada asfaltata da Monte Carasso, e Curzútt. Una sorta di piccola funicolare, alternativa alla funivia e in grado di sgravarla, il cui costo stimato ammonta a un milione di franchi. Idea finita nel cassetto sia a causa dell’ingente investimento – spiega alla ‘Regione’ Riccardo Calastri, membro del Consiglio di Fondazione – sia in attesa di vedere come maturerà il progetto avviato dal vicino Patriziato di Carasso per il trasporto anche di persone sulla funivia di Baltico oggi riservata al solo materiale.