Bellinzonese

Giubiasco, è tornata la puzza nauseabonda

Residenti e lavoratori sul piede di guerra. Guidotti Sa, Congefi Sa e Consorzio depurazione si ritengono estranei. Ma tutti indicano il depuratore

Ti-Press
3 aprile 2019
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«È una lozza che fa venire il voltastomaco». Taglia corto un padre di famiglia domiciliato nei pressi del fiume Morobbia a Giubiasco: «Da una decina di giorni l’aria è divenuta nottetempo irrespirabile. È così anche la mattina, per alcune ore. Siamo costretti a chiudere le finestre, altrimenti non si dorme. Succede adesso com’era successo già l’anno scorso e ancora in precedenza, alcune volte all’anno. L’odore è quello tipico di qualcosa che sta marcendo, come il sacco dell’immondizia lasciato sotto il sole o l’acqua putrida». Impossibile chiedergli di indicare il responsabile, o corresponsabili, di tutto ciò. La puzza c’è ma non si vede. Altri abitanti della zona e persone che vi lavorano confermano che da alcuni giorni la situazione si è fatta pesante. Perciò lo stesso gruppo che la scorsa estate si era mobilitato chiedendo provvedimenti al Municipio di Bellinzona, nei prossimi giorni con ogni probabilità si rivolgerà nuovamente a Palazzo Civico sollecitando il rispetto delle promesse fatte sui media, e cioè che il ripetersi di situazioni analoghe avrebbe innescato l’ordine di sospensione immediata delle attività all’origine dell’olezzo.

L’anno scorso, ricordiamo, la colpa era ricaduta, con tanto di verifiche cantonali insindacabili, sulla Leandro Guidotti Sa che gestisce scarti vegetali in un terreno situato fra l’autostrada e via Mondari. Il Politecnico di Milano, incaricato dalla Sezione cantonale protezione aria, acqua e suolo (Spaas), lo scorso agosto ne aveva misurato le emissioni odorigene rilevando livelli medi ben 17 volte superiori ai limiti di legge. Spaas che a sua volta, tuttavia, citava nel proprio rapporto anche la presenza di “altre fonti che hanno causato odori”, quali il deposito dell’Ufficio federale delle strade situato accanto alla Guidotti, la concimazione agricola e l’impianto di depurazione; non venivano per contro citati l’impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti (i cui spazi di consegna pattume lavorano in depressione d’aria, poi convogliata nei bruciatori), né l’attiguo centro raccolta carcasse animali.

La Spaas sta verificando

Quanto emerse in quel frangente – metodi di gestione materiale e sua lavorazione inadeguati – aveva quindi indotto il Municipio a ordinare lo stop alla Guidotti, che nel giro di pochi giorni aveva potuto riprendere l’attività una volta garantiti i richiesti correttivi da introdurre in due fasi. Ora ci risiamo: «Ma posso assicurare – spiega Leandro Guidotti alla ‘Regione’ – che questa volta non siamo noi la causa. I tecnici del Cantone sono stati qui la scorsa settimana senza trovare nulla di anomalo. Abbiamo qui pochissimo materiale, peraltro molto secco, e non riscontriamo problemi. Semmai, circolando in auto vicino al depuratore ho notato che in quel punto l’aria è pesante. Nondimeno abbiamo rinunciato a raccogliere e a lavorare i rifiuti verdi della città», ossia il terzo lotto (quello sud) che la Guidotti si era aggiudicata in dicembre. Tutti e tre i lotti (sud, centro e nord) vengono quindi ritirati dalla Axpo Kompogas di Baden; chi raccoglie in loco per Axpo è la Congefi Sa di Giubiasco situata nelle vicinanze della Guidotti: «Abito accanto alla mia ditta – ci spiega il titolare Gilberto Gheza – e anch’io in questi giorni, quando c’è aria da sud, percepisco un odore acre. A ogni modo non è la nostra attività a generarlo: i vegetali che giungono qui, in poche ore vengono scaricati, separati e ricaricati sui camion con destinazione Axpo. Non effettuiamo trattamenti, solitamente all’origine di puzze. Che questa volta mi sembrano tipiche da depurazione e non da decomposizione». Andando per esclusione, non resta che il Consorzio depurazione acque del Bellinzonese: si vocifera che durante alcuni periodi dell’anno effettui pulizie straordinarie delle vasche. «Nulla di tutto ciò», spiega al telefono un addetto: «Non abbiamo in corso attività particolari, l’esercizio è nella norma e non presenta sorprese negative. Lo abbiamo già spiegato al Cantone, che nei giorni scorsi ci ha interpellati a seguito di alcune segnalazioni fatte da persone che transitavano in zona. Peraltro, anch’io ho sentito la puzza».

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