Bellinzonese

Un marchingegno artistico al Sasso San Gottardo

L'installazione di Tullio Zanovello è stata inaugurata ieri nel museo ricavato sul Passo, dove prima c'era una fortezza militare

Ti-Press/Golay
1 luglio 2018
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Ha sempre guardato al massiccio del San Gottardo con un sentimento di «sacro timore», perché ogni volta che vi transitava da giovane rappresentava il confine fra la sua vita quotidiana Oltralpe, figlio di emigranti italiani cresciuto in Svizzera, e le ferie estive nel «paese dei morti», il suo paese d'origine la cui arida vegetazione era bruciata dal sole, l'acqua potabile era salata e nel cimitero riposava il nonno con inciso sulla lapide il suo stesso nome. Divenne un frontaliere che pendola tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Ora proprio in cima al Passo, in una delle grandi caverne presenti nel museo Sasso San Gottardo, luogo simbolo di difesa militare nazionale lungo la Via delle genti, Tullio Zanovello ha realizzato un'opera artistica d'importanza nazionale. L'installazione inaugurata ieri (sabato) alla presenza di un folto pubblico e di politici. Larga 7 metri e alta 4 e mezzo, pesante quasi una tonnellata e mezza, s'intitola “Marchingegno artistico Gottardo - Il Ridotto”. In 20 minuti, tanto dura la  'performance', offre al pubblico una visione innovativa della catena montuosa elvetica. Con immagini accompagnate da una musica corale composta appositamente dall’artista, presenta l’anima del Gottardo. Il marchingegno racconta infatti la storia del Massiccio e la leggenda del Ponte del Diavolo. La leggenda più famosa della Svizzera narra come il diavolo abbia aiutato gli abitanti di Uri a costruire un ponte in cambio di un’anima umana; ma essi lo ricompensarono con un caprone, scatenando l'ira del diavolo. L'artista svuluppa la leggenda, «perché anche l'astuzia ha il suo prezzo». Durante la realizzazione gli è risultato chiaro il parallelismo fra gli immigrati italiani e lo storico popolo di Uri: «Entrambi devono dare una risposta alla domanda: cosa siamo pronti a pagare per realizzare i nostri sogni?».

Tramite sette pannelli e la musica – registrata dalla Sing-Akademie di Zurigo, coro partner della Tonhalle-Orchester di Zurigo, dell'Orchestra da camera di Berna diretta da Florian Helgath – l'installazione offre uno spettacolo «ineguagliabile, commovente e umano». Suddivisa in più parti e pitturata al suo interno e all’esterno, l'installazione si apre svelando la storia al pubblico. Il trittico scelto da Zanovello è una forma pittorica risalente al Medioevo: in passato queste opere servivano a trasmettere alla popolazione il messaggio cristiano di salvezza. I trittici venivano aperti nei giorni di festa con musica e canti gioiosi. L'artista riprende questa forma d'arte rinnovandola non solo nei suoi contenuti, ma anche a livello estetico. «Non voglio diffondere certezze, ma affrontare le incertezze e le fragilità della vita umana: il conflitto tra tradizione e modernità, tra ego e società, tra aspirazione e realtà». L'artista ha trasformato una vecchia tradizione in una nuova forma d'arte.

Al vernissage erano presenti fra gli altri il consigliere agli Stati Filippo Lombardi, che ha introdotto l'artista, il consigliere di Stato Norman Gobbi, mentre dal Canton Uri sono giunti il consigliere aegli Stati Joseph Dittli e il consigliere di Stato Jörg. Info per le visite www.sasso-sangottardo.ch.

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