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Zali: tassa giustificata!

20 dicembre 2014
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di Pier Felice Barchi –

Aldo Bertagni (‘laRegioneTicino’ del 18.12.2014) si domanda quanto possa durare la non-politica che caratterizza il presente periodo pre-elettorale. Riferendosi al gioco delle carte che ispira i reciproci veti, non risparmia il Plr che ha votato la legge sui trasporti pubblici nel 1994 e oggi promuove un referendum contro l’aumento dell’imposta di circolazione. Non risparmia il plenum del Gran Consiglio per aver bocciato la tassa di collegamento voluta da Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, per promuovere indirettamente l’uso dei mezzi pubblici di trasporti.
Zali ha correttamente replicato: il balzello esiste dal 1994, ma non è mai stato applicato. Come si può far politica – commenta Bertagni – senza ideali, senza progetti, senza prospettive. Purtroppo la non-politica dura da anni. Nei Cantoni d’Oltralpe i governi hanno reagito in modo ben diverso di fronte alle emergenze. Due decenni orsono ho visitato una ditta, già figlia della Rapelli, con sede a Ebikon, nel Canton Lucerna. Aveva scoperto una nicchia di mercato nel pre-cucinato e moltiplicato la sua cifra d’affari. Chiesi ad alcuni dipendenti la loro nazionalità. Erano richiedenti l’asilo, cui era stata concessa eccezionalmente (?) la facoltà di lavorare. Da noi è invece prevalsa la mentalità burocratica. Permettere ai richiedenti l’asilo di lavorare per terzi violava principi fondamentali. Verosimilmente il Canton Lucerna nemmeno si era preoccupato di una eventuale disobbedienza a istruzioni federali. Ha agito nell’interesse dell’erario cantonale e dell’economica locale. La tassa di collegamento di Zali, oltre ad essere perfettamente giustificata, mostra a Berna che il Ticino non è disposto a subire svantaggi dell’emergenza frontalieri. A costo anche di non essere approvati da parte del mondo economico. Finché i partiti rimangono ostaggi di quei tatticismi che vogliono strettamente evitare qualsiasi motivi di impopolarità, saremo condannati a subire continuamente il gioco delle tre carte. Gli interventi di Zali hanno mostrato a Berna che il Ticino ha deciso di seguire una politica muscolosa. Cosa diremo alla nostra popolazione, se le trattative tra Berna e Roma non dovessero fruttarci in ristorni d’imposta nemmeno un centesimo di più di oggi? In quella ipotesi, che è verosimile nonostante le assicurazioni ricevute, dobbiamo già anticipare reazioni molto dure. Chi altrimenti ci risarcirà il mancato successo?

 

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