Mendrisiotto

Una truffa a 'gessetto e saliva'

(Francesca Agosta)
20 novembre 2017
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Non cessa di far emergere nuovi particolari l’inchiesta condotta dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna nei confronti dei garage e delle carrozzerie accusati d’aver truffato sistematicamente le assicurazioni, creando intenzionalmente o anche fittiziamente danni alle autovetture. Inchiesta che ha coinvolto cinque garage (almeno 3 di questi ubicati nel Mendrisiotto) e che ha portato al fermo, tra dicembre 2016 e febbraio 2017, di dieci persone. Uno dei capitoli su cui si è chinata l’inchiesta riguarda la sostituzione di parabrezza apparentemente danneggiati. Sorprendono, infatti, le tecniche adottate al fine di far intervenire le assicurazioni nel pagamento del danno. Perché fare fatica e rompere intenzionalmente un vetro quando con mezzi a buon mercato, la luce giusta e una fotografia scattata con il cellulare si poteva ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo? È quanto successo, ad esempio, nel garage-concessionaria di Mendrisio (al cui titolare, un ex consigliere comunale leghista di Stabio, sono finiti sotto sequestro importanti valori) dove si applicava al vetro dell’auto un segno con il gesso, si fotografava il presunto danno e l’immagine (nella quale il parabrezza sembrava rotto) veniva allegata alla documentazione di annuncio del sinistro. Non è finita qui, però. Durante gli interrogatori è stato inoltre appurato che qualcuno utilizzava pure la saliva. Insomma: uno sputo sul vetro, una foto in posizione strategica e via, il ‘danno’ è fatto. Ma com’è stato possibile truffare in questa maniera le assicurazioni? Nel caso di un danno a un parabrezza, di norma, le assicurazioni non attivano il perito. A fronte di un possibile danno di 500-1’000 franchi, infatti, non è economico attivare una persona che verifichi la pratica; affidandosi così alla descrizione e alla foto fornita dal carrozziere-cliente. L’astuzia stava quindi nello sfruttare il margine entro il quale si possono consumare delle truffe alle assicurazioni senza richiedere ulteriori approfondimenti.

Oltre quattrocento casi

Proseguono gli accertamenti anche per il garage di Capolago (attualmente chiuso, citiamo, per “riorganizzazione aziendale”) e la carrozzeria di Riva San Vitale, quest’ultima una sorta di ‘costola’ del primo. Anche in questo caso, la lista di possibili casi è lunga. Si stanno vagliando, uno a uno, oltre 400 possibili episodi di truffa, i quali saranno in seguito contestati ai responsabili (senza escludere eventuali clienti). Sta di fatto che una parte dell’attività svolta nella carrozzeria si appoggiava ai falsi danneggiamenti, spesso con incidenti creati ad arte. È stata appurata, inoltre, la presenza di una palla di vetro, strumento evidentemente utile per creare ‘bolli’ alle varie automobili prima di passare alle riparazioni. L’inchiesta, ad ogni modo, potrebbe ulteriormente espandersi oltre ai quattro filoni già aperti. Quel che è certo è che l’indagine promossa ha scosso il mondo dei garage e delle carrozzerie. A farne le spese, non solo come vittima, è anche il mondo delle assicurazioni. Ad oggi, infatti, l’inchiesta condotta dal pp Balerna ha aperto alcuni procedimenti nei confronti di qualche assicuratore, nella fattispecie broker e periti. I casi accertati ne coinvolgerebbero al momento meno di cinque (alcuni già sollevati dal proprio incarico), ma anche in questo caso gli inquirenti sono ancora al lavoro. A questi verrebbero infatti contestati la partecipazione effettiva alle truffe oltre al danno cagionato ai rispettivi datori di lavoro.

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