Commento

Rete, regole e amici divenuti nemici

5 ottobre 2016
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I cambiamenti imposti dall’era digitale stanno interessando/preoccupando un po’ tutti. E, siccome si tratta di una realtà con la quale ‘nolens volens’ dobbiamo fare i conti, è importante sapere bene anche cosa si può e non si può fare. Oggi, dare un telefonino – che è un computer in formato tascabile – a un adolescente è un po’ come dare le chiavi di una Ferrari a un ragazzo che ha appena superato gli esami del mozz… E c’è chi comincia anche prima a ‘guidare’. Per aiutare a evitare incidenti molto spiacevoli, la fondazione ‘Sos infanzia’ ha presentato un agile opuscolo dall’originale titolo: ‘Posso, non posso, non c’è rispetto senza regole’. Un manualetto che ha il pregio di illustrare in modo telegrafico (con poche e accessibilissime battute) quali sono i comportamenti leciti e quelli vietati. Sfogliandolo scopriamo che accanto ai temi classici, fra i quali non possono mancare gli orari di accesso agli esercizi pubblici per fascia di età (16 anni, 16-18 e oltre 18), i numeri di telefono (di polizia e associazioni varie di aiuto), e vizi di sempre (droghe, alcool e tabacco), ecco che ora troviamo allo stesso livello anche internet, smartphone e cellulari. Come mai? I motivi sono diversi e hanno a che fare con fenomeni nuovi come cyberbullismo (insultare e denigrare attraverso i social network), o argomenti già noti ma da riproporre diversamente quali la protezione della propria sessualità, pornografia e più in generale la percezione dell’importanza di non lasciarsi sfuggire di mano la propria immagine. Stupisce forse la banalità di talune raccomandazioni, indizio di un fatto molto preoccupante: mentre noi ‘matusa’ siamo maggiormente coscienti e gelosi dell’importanza della salvaguardia della nostra sfera privata e ancor più di quella intima, stanno crescendo generazioni che mettono con disinvoltura di tutto e di più online: quindi in piazza. Questo perché, se non lo fai, non esisti; non ricevi gratificazione da chi da fuori mette il ‘mi piace’ a foto e video postati dal mare, dai monti, dalla disco, dalla serata con gli amici. Ma è davvero così importante riferire passo passo cosa si sta facendo della propria vita? Senza poi dimenticare che tutto ciò un domani molto difficilmente potrà essere cancellato? Risposta: sì, per loro ciò è effettivamente molto importante! L’opuscolo in questione è dunque un valido strumento alla portata di tutti per capire quali sono le regole che dobbiamo considerare e che non dovremmo mai superare. Perché, per tornare all’esempio fatto sopra, se con la patente del motorino guidi una Ferrari senza aver bene in chiaro le regole, in un attimo ti puoi trovare nei guai. Grossi guai. Tanto per fare un esempio nostrano, noto ai più, prima dell’estate un paio di giovani a Bellinzona, appena sotto Palazzo Civico, pensarono ‘bene’ di urinare sul baule dell’auto della Polcom, posteggiata accanto al comando. Furono beccati sul fatto a innaffiare la carrozzeria da due agenti increduli che stavano seguendo live la scena grazie alla videosorveglianza. Poco distanti da loro un compagno li stava riprendendo col telefonino. Chissà se la bravata, poi sanzionata, sarebbe stata di lì a poco mostrata forse anche agli amici? O se fosse destinata a finire in rete! E non si tratta di un esempio eccezionale! Non dimentichiamo che i casi limite hanno già portato anche a suicidi. L’ultimo è stato quello della donna che ha visto i suoi filmini hard girati dall’amico finire in pasto alla rete, quando la relazione è scoppiata. Si sottovaluta ancora troppo il fatto che gli ‘amici’ di oggi potrebbero diventare i nemici di domani. Ricattandoti pesantemente alla prima occasione. Leggiamo, quindi, riflettiamo e soprattutto parliamone insieme. Il silenzio, purtroppo, è complice delle derive.

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