Economia

Posta, dipendenti in assemblea chiedono lo stop della ristrutturazione annunciata mesi fa

Un momento dell'assemblea di Rivera
12 aprile 2017
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A Rivera, in una sala stracolma, ieri sera si è tenuta l’assemblea dei dipendenti degli uffici postali, organizzata da syndicom, il sindacato dei media e della comunicazione. Un centinaio di dipendenti hanno voluto far sentire la loro voce contro l’annunciata chiusura di 500–600 uffici postali in tutta la Svizzera entro il 2020, che toccherà 1'200 posti di lavoro. In Ticino, gli uffici minacciati di chiusura sono 32, più ulteriori 46 sotto esame: 78 in totale sui 112 esistenti.
Nonostante queste cifre la Posta sminuisce l’impatto che questa ristrutturazione avrà sul personale e invita i suoi dipendenti a cercare lavoro in altri settori interni e all’esterno.
Per questo Marco Forte, responsabile regionale di syndicom, ha incoraggiato i partecipanti a non arrendersi: “fino a quando non avremo ottenuto la moratoria informate syndicom nel caso in cui doveste essere toccati da questa ristrutturazione” “È importante che i dipendenti si tutelino soprattutto in questo momento di forti pressioni”.
All’incontro era presente anche Roland Lamprecht, responsabile nazionale di syndicom per il settore Rete Postale e Vendita. A livello nazionale, ha spiegato Lamprecht, si è riusciti a ottenere che la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale si esprimesse chiaramente a favore di un cambiamento della legislazione postale per garantire una rete di uffici postali più adeguata. Questo è un primo passo: l’11 maggio la commissione del Consiglio degli Stati si esprimerà sulla richiesta di syndicom di una moratoria.
Ed è proprio la moratoria la prima richiesta dei dipendenti della Posta, gli stessi che – proprio oggi - hanno consegnato una petizione che chiede uno stop ai tagli.
Invitato all’assemblea, Gianni Frizzo, presidente dell'associazione “giù le mani dalle officine”, ha sostenuto i lavoratori della Posta con un discorso appassionato: “il motore siete voi: tracciate voi la via! La paura paralizza: vincetela!”. Solo attraverso la determinazione e la solidarietà tra colleghi, si possono ostacolare questi progetti antisociali, come è avvenuto alle Officine Ffs di Bellinzona, si legge in una nota del sindacato.
I dipendenti si sono detti infine pronti a scendere in piazza e manifestare insieme a syndicom e a tutte le organizzazioni, le forze politiche e la popolazione tutta per ottenere la moratoria. E anche nel corteo del Primo Maggio a Bellinzona, syndicom e i dipendenti della Posta faranno sentire il loro 'No ai tagli'.
Al termine dell’assemblea, i collaboratori hanno votato all’unanimità una risoluzione con la quale si chiede sostanzialmente una moratoria del progetto di riorganizzazione.

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