Commento

Paure da intercettare

23 gennaio 2015
|

Dopo che Lutz Bachmann, fondatore del movimento tedesco anti-islamico Pegida, ha postato la sua foto coi baffi, taglio di capelli e sguardo ‘simil Hitler’, e i giornali tedeschi lo hanno smascherato, i vertici dei ‘Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente’ (Pegida) hanno subìto una doccia fredda. Una doccia che puzza di zolfo. Le intenzioni recondite e le azioni del fondatore di Pegida, personaggio già prima molto discusso, vengono ora lette sotto una luce ancora più inquietante e cupa. Ma quali incantatori di serpenti stanno seguendo i manifestanti di Dresda e di altre città tedesche? A questo punto è impossibile negare la matrice ideologica sotterranea dell’ispiratore delle manifestazioni che calamitano migliaia di cittadini impauriti per la messa in pericolo della loro identità; cittadini che, col passare delle settimane, sono diventati sempre più numerosi, ingrossando manifestazioni pubbliche sorte anche in altre città tedesche. Il passo falso del leader di Pegida costringe la locomotiva d’Europa a riflettere di nuovo a fondo su un passato che non passerà mai e che non si può, né deve banalizzare. No, la foto coi baffetti alla Hitler non può essere soltanto uno scherzo, come Bachmann ha sostenuto. Assumere le sembianze di chi ha sterminato milioni di persone per il solo fatto di non appartenere a una determinata razza e messo a ferro e fuoco l’intera Europa (e non solo quella) non fa ridere nessuno. Tanto meno questi riempie le piazze… Al contrario l’identità dietro i baffetti centra il problema: ma chi sono gli ideologi di Pegida? Ma dove vanno a parare? Ma chi li manovra? A questo punto, anche le parole pronunciate a inizio anno dalla cancelliera Merkel con quel suo ‘Attenti al razzismo in rapida crescita’, col dito puntato contro Pegida assumono un altro peso. Sapeva già qualcosa? Lo stesso dicasi per la lodevole decisione sempre della cancelliera di sfilare accanto alla comunità musulmana sotto la porta di Brandenburgo quale segnale inequivocabile a favore della coesione sociale in chiave multicultule e rivolto alle forze sane della Germania. Il passo falso di Bachmann raffredderà per qualche tempo i pro Pegida. Ma ormai, dopo le sfilate degli ultimi mesi, i buoi sono usciti dalla stalla, portando in piazza tante persone inquiete, in cerca rassicurazioni e di leadership. Sarà quindi importante che i politici tedeschi sappiano intercettare le loro paure e dar loro risposte. Sul piano economico, innanzitutto, ricordando che il flagello della disoccupazione nutre la xenofobia e è terreno fertile dell’estremismo. Ma anche seguendo l’esempio della Francia che, proprio ieri (cfr. pagina 10), ha presentato un piano per promuovere valori repubblicani e laici fra i banchi di scuola. Se si starà con le mani in mano, fra non molto quelle paure riaffioreranno infatti da qualche altra parte. Magari agitate da qualcuno più furbo e calcolatore di chi si è appiccicato i baffetti e non ha resistito al fascino dei socialnetwork finendo impallinato dai media. Il rischio che dalle piazze si passi alle urne e poi…non è più coniugato soltanto al passato remoto. In ogni caso osiamo sperare che gli anticorpi democratici funzionino ancora e, se la Francia decide di rafforzarli, partendo dalla scuola, ci piacerebbe seguirla.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔