Bellinzonese

Paradiso per canoe a rischio

3 giugno 2015
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Il progetto Axpo di una centrale idroelettrica in Mesolcina solleva le critiche di chi pratica questo sport

 

Modificando il flusso della Moesa, i canoisti non frequenterebbero più la zona attualmente molto apprezzata, mettendo anche a rischio l’eventuale realizzazione di un centro sportivo con campeggio. Sabato 20 giugno una giornata per informare la popolazione.

«La Moesa è un paradiso per canoisti, una vera e propria calamita che attira gli appassionati di questo sport provenienti da tutt’Europa». Herbert Burren non ha dubbi sull’attrattiva che il fiume Moesa esercita sugli amanti di questa attività sportiva. Frequentatore della regione proprio per questo motivo, Burren si fa portavoce dei canoisti preoccupati per la sorte del loro sport nelle acque mesolcinesi. A mettere i bastoni – o in questo caso il remo – tra le ruote di coloro che scivolano lungo il corso della Moesa è un progetto in attesa di concessione promosso da un consorzio che vede la partecipazione della società svizzera attiva nel settore energetico Axpo Power Ag e dei Comuni di Cama, Verdabbio e Lostallo. Secondo le stime diffuse lo scorso anno da Axpo, si tratta di un progetto da 25-30 milioni di franchi (finanziati per buona parte dalla Confederazione) che permetterebbe di potenziare la piccola centrale presente sul territorio di Cama e Verdabbio passando così dall’attuale produzione di 1,6 GWh a 20 GWh all’anno, una quantità sufficiente per coprire il fabbisogno energetico di 4’500 famiglie. Per ottenere ciò, il progetto prevede la realizzazione di una diga a Verdabbio, all’altezza del ponte Sorte, e la posa di turbine per la produzione di energia idroelettrica a Cama (in zona Fiumegia). In questo tratto la Moesa smetterebbe di scorrere liberamente, andando in parte a essere intubata in condotte sotterranee. Al momento il Cantone non ha ancora avallato il progetto ma Axpo da noi contattata conferma che sono attualmente in corso trattative con i proprietari dei terreni dove scorrerebbero le condotte al fine di ottenere il permesso di posare i tubi.

Visitatori importanti per la valle

Se da una parte è previsto che la centrale idroelettrica rispetti i valori minimi delle acque necessari per la pesca, dall’altra la riduzione del flusso fluviale comprometterebbe la pratica di canoa e kayak, come spiegato in una lettera inviata ad Axpo dal Kajak Club Naturfreunde di Winterthur lo scorso settembre. «Una cesura brutale per un flusso naturale», commenta Herbert Burren, secondo cui le conseguenze si ripercuoterebbero sull’intera regione. Burren spiega infatti che quel tratto di fiume è uno dei più apprezzati in Mesolcina e attira ogni anno numerosi appassionati dalla primavera all’autunno. Anche per questo i canoisti caldeggiano la realizzazione di un centro sportivo con campeggio dove poter pernottare (vedi articolo sotto). Per promuovere le proprie attività ma anche per spiegare alla popolazione la loro posizione nei confronti della centrale idroelettrica, la Federazione svizzera di canoa, assieme a Wwf, Gruppo canoisti ticinesi e Kanu Club di Coira, hanno organizzato la giornata ‘Tracce d’acqua 2015’ sabato 20 giugno a Grono (info su www.swisscanoe.ch). Oltre a essere un momento di ritrovo sarà anche la giusta occasione per informare gli abitanti, visto che per ora non ci sono ancora stati momenti di presentazione al pubblico. «Vogliamo far capire come anche la popolazione tragga beneficio dalla presenza dei canoisti che regolarmente visitano la Mesolcina, frequentando ristoranti, grotti e negozi locali». Per l’occasione sarà adibita una zona campeggio nella campagna di Grono, disponibile dalla sera del 19 giugno fino a domenica 21.

 

OPPORTUNITÀ

Fiume come fonte di energia o come calamita per il turismo?

A livello regionale le varianti sul piatto della bilancia sono due: da una parte sfruttare il flusso della Moesa per potenziare la centrale idroelettrica e dall’altra investire in un centro sportivo pensato in particolare per i canoisti con tanto di soluzioni per il loro pernottamento, ora carenti, situato nelle vicinanze del corso d’acqua tra Lostallo e San Vittore. Il sindaco di Grono Samuele Censi in qualità di presidente della Regione Mesolcina ci spiega che l’una non esclude a priori l’altra. «Si tratta di due interessanti attività ed è giusto che vadano analizzate entrambe», afferma. È possibile che i due progetti possano coesistere? «È difficile, poiché il progetto di Axpo tocca il tratto ritenuto più interessante per i canoisti». Censi ritiene pertanto necessario avviare un’analisi approfondita delle proposte a livello economico ma anche turistico e sportivo. «Al momento sarebbe affrettato puntare su una tralasciando l’altra. Sarà poi la popolazione a valutare cosa vorrà». Secondo Censi è in ogni caso importante che a livello regionale si studi come migliorare l’offerta per i canoisti. «Bisogna anche valutare la possibilità che in futuro la Mesolcina diventi un centro nazionale di canoa», aggiunge. La Federazione svizzera dei canoisti avrebbe infatti già preso contatto con l’Ufficio federale dello sport in tal senso. Inoltre, ricorda Censi, «in Mesolcina mancano adeguate infrastrutture sportive». Lo stesso presidente della Regione, allora presidente del Consiglio comunale di Grono, nel 2010 con una mozione aveva sostenuto il progetto di un centro sportivo di valle a Grono, poi mai concretizzato. «Sono sempre stato un fautore e sognatore del centro sportivo – ammette Samuele Censi –, ma mi rendo conto che oggigiorno i Comuni hanno altre priorità, come per esempio il risanamento delle proprie finanze». A spaventare gli enti pubblici, oltre ai costi infrastrutturali, sono secondo Censi i costi di gestione che un campeggio e un annesso centro potrebbero generare. Per questo «se si deciderà di costruire infrastrutture sportive di carattere regionale sarà fondamentale il contributo di investitori privati». 

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