Estero

Negli Usa cresce il timore nei confronti dei rifugiati siriani

16 novembre 2015
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Negli Stati Uniti è scontro sull’accoglienza ai rifugiati siriani, dopo gli attentati di Parigi. Sono almeno 11 gli Stati che hanno finora detto ’no’ al piano di Obama di accoglierne, entro il 2016, almeno 10 mila.

Un argomento che infiamma anche la campagna elettorale per le presidenziali 2016, con gran parte dei candidati repubblicani che non accettano il piano del presidente. Dopo Alabama, Michigan, Texas e Arkansas, anche i governatori di Florida, Louisiana, Indiana, Massachusetts, Illinois, Ohio e Mississippi hanno fatto sapere che non hanno intenzione di accogliere profughi. Una sfida al presidente americano che proprio oggi, dal G20 di Antalya, ha difeso il suo piano, sostenendo che "chiudere la porta in faccia ai rifugiati sarebbe come tradire i nostri ideali". Perché "molti di loro sono vittime del terrorismo".

Obama ha poi indirettamente attaccato i due candidati alla nomination repubblicana, Jeb Bush e Ted Cruz, che nel fine settimana avevano proposto di concentrare gli aiuti solo ai profughi cristiani. "Quando sento un leader politico che sostiene che ci vorrebbe un test religioso per stabilire chi, tra coloro che fuggono dalla guerra, debba essere ammesso, quando alcuni di questi stessi politici provengono da famiglie che hanno beneficiato di protezione dopo le persecuzioni politiche, penso che questo sia vergognoso", ha detto riferendosi in particolare a Cruz la cui famiglia è di origine cubane. "Questo non è americano, non è ciò che siamo. "Non abbiamo bisogno di un test per misurare la nostra compassione", ha ribadito Obama.

Ma lo scetticismo sull’accoglienza dei profughi siriani aumenta anche nell’opinione pubblica: secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, il 52% dei cittadini è convinto che accettare i rifugiati renderebbe il Paese meno sicuro.

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