Lugano, mozione contro la tassa di culto firmata Fumasoli e Ducry

'Un esborso per nulla trasparente perché va a colpire anche coloro che non si riconoscono in una mentalità di fede'. I consiglieri comunali di Lugano Demis Fumasoli (Pc) e Jacques Ducry (indipendente) contestano la tassa di culto con una mozione inoltrata oggi alla Città. La pietra dello scandalo è stata l'approvazione da parte del Consiglio comunale lo scorso luglio fra Lugano e la Parrocchia di San Pietro (Pambio e Noranco). Questa prevede il versamento di 43'000 franchi annui a modello di congrua. In un primo momento, infatti, la Città aveva deciso di estendere le misure di risparmio anche la tassa sul culto: 460'000 franchi a favore delle Chiese cattolica ed evangelica nel 2014, da ridurre a 400'000 nel 2015. Tuttavia, la Parrocchia di San Pietro ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, fatto questo che ha portato il Municipio a sottoscrivere una nuova convenzione con la stessa, che 'non prevede però nessuna misura di risparmio, lasciando di fatto lo status quo antecedente', notano i consiglieri. Inoltre, appellandosi alla legislazione federale e a quella cantonale, i mozionanti ricordano che 'nessuno può essere costretto ad aderire a una comunità religiosa o a farne parte, nonché a compiere un atto religioso o a seguire un insegnamento religioso' (Costituzione federale) e che 'nessuno deve subire svantaggio o trarre privilegio per motivi di origine, razza, posizione sociale, convinzione religiosa, filosofica, politica o stato di salute' (Costituzione cantonale).

Per queste ragioni, la mozione chiede che non siano sottoscritte altre convenzioni con qualsiasi Chiesa, facendo scadere quelle in essere il prima possibile. Le Chiese sono invitate invece ad attivarsi per la riscossione della tassa del culto il più presto possibile, secondo la legge cantonale ed il relativo regolamento di applicazione